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Referendum propositivo: correzione di una distorsione dei diritti popolari, secondo i sostenitori

Basta con le votazioni «prendere o lasciare» tipiche dei referendum: il popolo deve potere correggere un singolo punto senza far crollare un'intera legge. Questo uno dei cinque temi su cui il prossimo 24 settembre si esprimeranno i cittadini.

La riforma – hanno spiegato mercoledì a Berna gli iniziativisti -mira a correggere quella che a loro avviso è una distorsione dei diritti popolari: il fatto che il cittadino si trovi spesso costretto ad appoggiare il referendum contro una legge di per sé innovativa e necessaria solo perché ne osteggia decisamente un unico aspetto.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la 10ma revisione dell’AVS: in un’ottica femminile il progetto presentava progressi decisivi – primo fra tutti lo splitting delle rendite per le donne – ma anche uno svantaggio: l’innalzamento dell’età di pensionamento. Un altro esempio potrebbe essere quello dell’assicurazione maternità.

Per tagliare la testa al toro la sinistra ha lanciato un’iniziativa popolare denominata «più diritti per il popolo grazie al referendum con controproposta». Il testo – consegnato il 25 marzo 1997 e corredato da 123 205 firme valide, di cui 5.146 raccolte in Ticino – prevede che chi lancia un referendum abbia la possibilità di proporre una variante concreta. Condizione essenziale, questa controproposta deve essere accettata in sede di dibattito parlamentare da almeno il 5 percento dei deputati di una delle due Camere federali.

«Si tratta di trasformare uno strumento unicamente di blocco in qualcosa capace di dare avvio a riforme più ampie», ha affermato la consigliera nazionale lucernese Cécile Bühlmann, presidente del gruppo dei Verdi alle Camere federali. «L’esperienza di cantoni che già conoscono il referendum propositivo dimostra che gli argomenti degli oppositori sono assolutamente inconsistenti», ha aggiunto.

Primo, non si è assistito ad un aumento delle votazioni. Nel canton Berna, da quando nel 1995 è stato introdotto il nuovo strumento, sono stati lanciati con successo sette referendum, di cui solo tre propositivi, ha spiegato il granconsigliere PS Michael Kaufmann. Da notare che due di loro sono stati proposti da ambienti borghesi.

Un fatto questo che viene ampliamente sottolineato dai promotori. Il Consiglio federale e le Camere hanno pesantemente respinto la proposta: la votazione in parlamento ha messo in luce una classica opposizione destra-sinistra. Tutto il contrario a Berna: «Da noi si è trattato di dare maggior peso alla democrazia, non di indebolire la posizione del parlamento e del governo cantonali» ha affermato Hans Ulrich Büschi, ex deputato nelle file radicali.

Al contrario, il refendum propositivo può essere benefico per l’iter legislativo. «Lungi dal togliere autonomia al parlamento, permette di valutare e discutere varianti concrete, migliorando la qualità del lavoro dei deputati», ha detto Kaufmann. Un effetto preventivo, insomma.

Analoga la situazione nel canton Nidvaldo. Quando si è trattato di abolire la Landsgemeinde, nel 1997, si è cercato di garantire al cittadino la possibilità di fare proposte concrete, come succedeva nell’assemblea. Finora il referendum costruttivo è stato lanciato in due occasioni – anche qui una volta dalla destra – e l’esperienza è senz’altro positiva, ha spiegato Josef Blättler, presidente di un partito locale.

Prossimamente il semicantone dovrà esprimersi sulla nuova legge fiscale: anche in questo caso il referendum propositivo permette ai firmatari di contestarne un aspetto – la tassazione del reddito sui titoli – senza dover mettere in pericolo una riforma considerata innovativa.

Secondo gli iniziativisti il referendum propositivo permetterebbe inoltre di fare maggiore chiarezza nel dibattito politico, evitando le cosiddette «alleanze contro natura». Bühlmann ha citato il caso della revisione della legge militare, contestata da due parti – Gruppo per una Svizzera senza esercito e Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente – con motivazioni diametralmente opposte. In un caso del genere ciascuno schieramento dovrebbe raccogliere da solo le 50 000 firme necessarie a modificare nel senso voluto la riforma.

swissinfo e agenzie

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