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Dura lotta nel mercato della carta usata

In Svizzera nel 2012 sono stati riciclati 1,5 milioni di tonnellate di carta usata Ex-press

La carta usata è un’indispensabile materia prima. Serve per confezionare imballaggi di vario genere o finisce nelle rotative delle tipografie. Il crescente interesse per questo prodotto ha fatto lievitare i prezzi e ha favorito il commercio globale. È un’evoluzione che mette a repentaglio il futuro di alcune fabbriche di cellulosa storiche in Svizzera.

Non si può più parlare di carta straccia. Questa materia prima è sempre più contesa e può addirittura succedere che per dirimere una disputa si finisca dinnanzi al giudice. È successo di recente a Berna. Il tribunale amministrativo della capitale federale ha dovuto decidere a quale ditta assegnare il compito di riciclare le 14 mila tonnellate di carta usata che gli abitanti lasciano davanti all’uscio di casa ogni anno.

Alla fine, l’ha spuntata l’azienda sangallese Häusle Schweiz AG. Due imprese bernesi sono invece rimaste con un pugno di mosche. Sono la locale Alpabern AG, che dal 1985 era responsabile della raccolta della carta usata, e la fabbrica di carta Utzenstorf, situata a circa 30 chilometri da Berna e che da decenni ricicla vecchi giornali e cartone.

“Il prezzo è stato determinante“, ci dice Alain Probst, membro della direzione dell’azienda di Utzenstorf. La ditta di San Gallo ha offerto alla città di Berna 90 franchi a tonnellata, circa 10 franchi di più rispetto alla concorrenza.

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Ecologia dimenticata?

Probst si rammarica che sempre più comuni assegnino il riciclaggio della carta usata dei loro cittadini al miglior offerente, senza considerare altri fattori, come i costi ambientali per il trasporto o il destino riservato ai vecchi giornali.

È una critica che Walter Matter, direttore dell’ufficio responsabile dello smaltimento e del riciclaggio della città di Berna, non accetta. “Lo smaltimento in Svizzera era una condizione per l’assegnazione dell’incarico”. La ditta di San Gallo ha promesso che la carta usata della capitale sarà lavorata nel comune solettese di Niedergösgen, presso l’azienda Aarepapier AG.

Il portavoce della ditta Aarepapier AG, che appartiene al Gruppo Model con sede a Weinfelden, non può tuttavia confermare che il 100% della carta usata della capitale federale finisca a Niedergösgen. L’azienda solettese produce carta per la realizzazione di cartone ondulato destinata all’industria degli imballaggi. Per questo tipo di prodotto non sarebbe necessaria carta usata di alta qualità. Tuttavia, la penuria di questa materia obbliga la ditta ad aprire maggiormente i cordoni della borsa per coprire il proprio fabbisogno.

Dopo il colloquio, il Gruppo Model ha comunicato a swissinfo.ch che non aveva il permesso di citare il loro portavoce.

Insaziabile drago cinese

Negli ultimi anni, da materiale indesiderato da spazzatura, la carta usata è diventata una materia prima molto ambita in tutto il mondo. Questa evoluzione non è da ricondurre soltanto allo sviluppo tecnico delle macchine che producono maggiori quantità di carta e di qualità sempre migliore, ma anche alla richiesta crescente dell’Asia orientale.

La sola Cina importa circa 10 milioni di tonnellate di carta usata dei 60 milioni prodotti annualmente in Europa. La seconda potenza economica mondiale usa questa materia per produrre imballaggi destinati a proteggere i suoi prodotti di esportazione.

L’enorme interesse per la carta usata da una parte ha fatto aumentare il prezzo, dall’altra i chilometri tra il punto di raccolta e quello del riciclaggio, luogo che a volte si trova oltre i confini nazionali.

Fino a pochi anni fa, in quasi tutti i comuni della Svizzera gli allievi o le associazioni erano responsabili della raccolta della carta usata, che portavano nel più vicino impianto di riciclaggio. Oggi, questo compito è assegnato sempre più spesso ad aziende specializzate che, in assenza di disposizioni particolari, trasportano la carta dove ottengono i maggiori profitti.

Dei circa 1,5 milioni di tonnellate di carta usata prodotta in Svizzera, 0,5 tonnellate sono state esportate, a fronte di un’importazione di 0,3 tonnellate.

Il riciclaggio della carta usata e del cartone per la produzione di nuova carta o di prodotti per l’imballaggio ha una lunga tradizione in Svizzera. Alcune fabbriche sono pioniere a livello mondiale nel settore del riciclaggio della carta usata.

Riciclando la carta usata, si salvaguardano le foreste e il legname può essere destinato ad altri scopi. Con una proporzione del 50% di carta usata, si riduce notevolmente anche la quantità di legno usata per la produzione di nuova carta. In certi casi, la carta di giornale è prodotta completamente con carta usata.

Rispetto alla fabbricazione con sostanze fibrose nuove, con la carta riciclata il risparmio energetico può essere del 60%, quello di acqua del 70%. Inoltre, si riducono le emissioni di CO2.

In media ogni svizzero raccoglie 160 chilogrammi di carta usata all’anno. Con una quota di recupero dell’82%, gli svizzeri sono i primi al mondo nella raccolta della carta usata.

Quasi la metà degli 1,5 milioni di tonnellate di carta e cartone riciclati in Svizzera proviene dalle economie domestiche.

In Europa si producono 60 milioni di tonnellate di carta e cartone usati all’anno.

(Fonti: Associazione Recycling Papier + Karton, Berna; Forum Ökologie und Papier, Amburgo)

Perdite milionarie

L’agguerrita concorrenza, sia nazionale sia estera, mette a repentaglio il futuro di alcune fabbriche di carta svizzere dalla lunga tradizione. Per esempio, la Perlen Papier SA nel canton Lucerna, la maggiore ditta specializzata nel recupero di carta usata in Svizzera, ha registrato una perdita pari a 24,8 milioni di franchi nel 2012. Il risultato è da ricondurre alla sovraccapacità sul mercato europeo e alla conseguente politica dei prezzi al ribasso nel settore della carta, illustra Michel Segesser, portavoce della holding CPH, gruppo a cui appartiene la Perlen. L’elevato costo della materia prima è un altro fattore importante. “La carta usata che importiamo dall’estero – quasi la metà del nostro fabbisogno –costa il doppio di quella che acquistiamo in Svizzera”, spiega Segesser.

Anche se la Perlen Papier AG registrerà nell’anno corrente un deficit analogo al 2012, l’azienda può guardare fiduciosa al futuro. “Le nostre infrastrutture di produzione sono le più moderne d’Europa. Grazie a questo investimento, abbiamo la possibilità di ridurre di molto i costi a tonnellata, mentre la concorrenza è ancora chiamata a rinnovare le sue macchine”, ricorda il portavoce. A differenza di altri produttori, l’azienda leader del settore in Svizzera riesce a smerciare i suoi prodotti nonostante la sovraccapacità sul mercato europeo. “Alcune aziende, soprattutto le concorrenti di grandi dimensioni, riducono o addirittura interrompono la loro produzione. Quest’anno, più di un milione di tonnellate di carta sparirà dal mercato”, sottolinea Segesser.

Anche a Utzenstorf, la situazione è tutt’altro che rosea. “Non forniamo cifre”, ricorda Alain Probst, “ma il 2013 è un anno particolarmente difficile per noi”. La fabbrica è pioniera nel riciclaggio di carta. In Svizzera, è il maggiore acquirente di carta usata raccolta nei comuni. Il 25% delle circa 600 mila tonnellate di giornali e cartoni, uniti con lo spago e deposti ordinatamente nei punti raccolta, finiscono nello stabilimento di Utzenstorf. “Finora abbiamo potuto coprire il nostro fabbisogno quasi al 100 % facendo capo al mercato nazionale. A causa delle decisioni in alcuni comuni, in futuro saremo costretti a importare carta usata dall’estero”, si rammarica Alain Probst.

(Traduzione dal tedesco: Luca Beti)

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