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Riforme e liberalizzazione per rendere competitive le PMI

Per il consigliere federale, Pascal Couchepin, rapidi riforme sono necessarie per mantenere un'economia competitiva a livello europeo Keystone

È quanto auspicato da Pascal Couchepin al Forum delle piccole e medie imprese, che ha premiato la Prionics per il test di depistaggio del Bse.

La Svizzera è rimasta indietro rispetto alle liberalizzazioni avvenute nell’Unione europea (UE), ha affermato il ministro dell’economia nel suo intervento al forum delle piccole e medie imprese (PMI), tenuto giovedì e venerdì a Thun. Sulle riforme necessarie per stare al passo con i Quindici, Pascal Couchepin si è intrattenuto tra l’altro con il ministro dell’economia tedesco Werner Müller e con l’austriaco Martin Bertenstein.

«Il fatto di non far parte dell’UE è un handicap in termini di potenziale di crescita, poiché la pressione è meno forte, ma ciò non significa che le riforme siano impossibili», ha aggiunto il consigliere federale. Le liberalizzazioni e la formazione devono migliorare la produttività del lavoro e la concorrenza.

Fra le riforme evocate, Couchepin ha insistito sulla revisione della legge sui cartelli che fornirebbe una base legale comparabile a ciò che esiste sul piano internazionale. Si tratta anche di aprire il mercato interno alla concorrenza, e, in quest’ottica, di accettare la liberalizzazione dell’elettricità, su cui dovrà pronunciarsi l’elettorato svizzero nel settembre prossimo.

Messaggio di Kofi Annan

In un messaggio video è intervenuto anche il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, secondo il quale la comunità degli imprenditori svizzeri deve fungere da esempio, soprattutto ora che il Paese ha deciso di aderire all’ONU.

“L’unico modo per promuovere la crescita economica e la produttività è quello di trattare i propri dipendenti come il più prezioso dei beni”, ha sottolineato Kofi Annan. Il segretario generale dell’ONU ha invitato i presenti a sostenere i valori universali difesi dalle Nazioni unite, modernizzando le proprie energie imprenditoriali e il proprio istinto innovativo.

Da parte sua, Stefan Linder, uno dei co-fondatori del Forum, ha dichiarato a swissinfo che per la Svizzera è molto importante avere una cultura che incoraggia gli imprenditori a prendere dei rischi. “Le idee non mancano. Ma la gente non osa assumersi i rischi necessari per realizzare questi progetti.”

Secondo Linder in certi ambienti regna già una certa preoccupazione per quanto riguarda il futuro: basti pensare che ogni anno in media 500 scienziati lasciano il Paese per andare all’estero.

L’integrazione nella vecchia economia dei nuovi metodi di business e le priorità degli imprenditori sono stati al centro dei dibattiti al forum di Thun, al quale hanno preso parte centinaia di dirigenti delle PMI, specialisti economici di ogni settore e rappresentanti della politica e dello sport, tra cui il campione olimpico Simon Amman.

La colonna portante dell’economia

In Svizzera i due terzi degli impiegati lavorano per le piccole e medie imprese. Secondo i dati forniti dal censimento del 2001, il 60% lavora in aziende con meno di 50 dipendenti. Si tratta di 2,1 milioni di persone, due terzi dei 3,6 milioni di lavoratori.

Di queste persone la percentuale maggiore è impiegata nel settore commerciale e nel ramo delle riparazioni (93’025), seguita dal settore delle costruzioni (39’996) e da quello alberghiero (28’282).

Anche negli altri Paesi europei le piccole e medie imprese sono la colonna portante dell’economia. In Germania 3,5 milioni di aziende occupano in media solo 8 persone.

In Francia 2,5 milioni di ditte danno lavoro a una media di 7 dipendenti. In Austria sono 225’000 le aziende con 10 dipendenti e in Italia ben 4,1 aziende occupano una media di 10 lavoratori (Fonte: Eurostat, Ufficio statistico dell’UE, dati del 2000).

Un premio al test per il depistaggio del Bse

In occasione della manifestazione di Thun, Swiss Economic Forum ha assegnato i suoi premi annuali. Il primo premio Swiss Economic Award 2002, dotato di 30’000 franchi, è stato assegnato all’azienda biotecnologica Prionics, con sede a Schlieren (ZH), che ha sviluppato il test di depistaggio rapido del morbo della mucca pazza (BSE).

Il secondo premio, di 25’000 franchi, è andato all’azienda Chemspeed di Augst (BL), specializzata nella ricerca di materiali, e il terzo premio alla società zurighese costruttrice di macchine Integral Drive Systems (IDS). Per la finale sono state scelti solo sette fra i 107 candidati giovani imprenditori di tutta la Svizzera che hanno partecipato al concorso.

La consigliera agli Stati Vreni Spoerry (FDP/ZH), presidente della giuria, ha dichiarato che i selezionatori sono stati sommersi da una montagna di buone idee e programmi promettenti. Ciò dimostra quanto la giovane imprenditoria svizzera sia viva, creativa ed efficace. “Le candidature – ha sottolineato nel suo discorso – sono state caratterizzate da un forte senso pratico, dalla portata internazionale, dall’allontanamento dalle attività legate a internet in favore di una maggiore attenzione verso i settori tradizionali, puntando su uno sviluppo sostenibile dell’azienda più che su una crescita rapida”.

swissinfo e agenzie

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