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Rinviata di due settimane la decisione sul futuro di Sabena

Soltanto fra due settimane si conoscerà il futuro della compagnia aerea belga swissinfo.ch

Il governo belga e SAirGroup si incontreranno nuovamente il 23 febbraio, per decidere sull'attuazione del piano di risanamento, per complessivi 750 milioni di euro, della compagnia aerea. Nel frattempo, Sabena continuerà la sua attività.

Al termine della riunione straordinaria degli azionisti di Sabena, giovedì a Bruxelles, è stato reso noto che la decisione sull’attuazione del piano di risanamento – che prevede tra l’altro la soppressione di 700 dei 12’000 posti di lavoro della compagnia aerea – verrà adottata soltanto il 23 febbraio prossimo. “Su proposta del consiglio d’amministrazione, l’assemblea generale ha deciso di proseguire le attività della compagnia. La Sabena continuerà ad esistere”, ha dichiarato alla stampa il presidente Valère Croes, che ha spiegato come la decisione sia stata presa alla luce dei progressi conseguiti nei negoziati con i sindacati sul piano di ristrutturazione.

Il presidente del consiglio d’amministrazione ha pure precisato che l’assemblea degli azionisti, imposta dalla legge belga, non era stata preparata sufficientemente. Per tale motivo la decisione sull’iniezione di nuovi capitali è stata aggiornata. Nelle prossime due settimane, la compagnia continuerà quindi la sua normale attività, mentre le trattative con i sindacati proseguiranno fino al 19 febbraio.

Da parte di SAirGroup – che controlla il 49,5 percento delle azioni di Sabena – il presidenten del consiglio d’amministrazione Eric Honegger ha avvertito che il gruppo elvetico “non è disposto a prolungare la nuova scadenza”. Benché sia stata riscontrata una convergenza di vedute, fra Sabena e i sindacati non è stato raggiunto alcun accordo definitivo sul piano di ristrutturazione «Blue Sky», ha puntualizzato SAirGroup in un comunicato.

Il progetto di riassestamento elaborato da SAirGroup e dallo Stato belga prevede una ricapitalizzazione dell’ordine di 30 miliardi di franchi belgi (1,2 miliardi di franchi svizzeri). Un terzo di questa somma sarebbe iniettata sotto forma di nuovi fondi. La condizione posta dagli azionisti era che il personale accettasse entro giovedì il piano «Blue Sky», che contempla risparmi per 14 miliardi di franchi belgi (560 milioni di frs). Di questi, 2,1 miliardi sarebbero tagliati sui costi del personale.

L’avventura di SAirGroup con Sabena inizia nel dicembre del 1994, quando Swissair, alla ricerca di alleati in Europa, avvia dei negoziati con la belga Sabena. Il gruppo svizzero, escluso dal grande mercato europeo in seguito al rifiuto del popolo elvetico sullo SEE e desideroso di raggiungere una massa critica che gli permetta di competere con le grandi compagnie europee, necessita di un alleato nell’Unione europea. L’accordo arriva il 4 maggio del 1995, quando a Bruxelles si giunge alla firma: Swissair ottiene il 49.5 % di Sabena per 260 milioni di franchi, più altri 160 milioni versati sotto forma di prestito.

La situazione in Belgio è però tutt’altro che fluida. Il 27 febbraio 1996, sullo sfondo di continui conflitti sociali e di scioperi a ripetizione, il contestato direttore generale di Sabena, Pierre Godfroid, lascia il suo incarico allo svizzero Paul Reutlinger. Alcuni mesi dopo, il nuovo responsabile lancia un piano di risparmio, denominato “Horizon 98”, che chiama alla cassa sia i manager che i dipendenti del gruppo, con l’obiettivo di ritornare nelle cifre nere a partire dal 1998.

Intanto però la situazione finanziaria di Sabena continua a destare viva preoccupazione. Nella primavera del 1997 vengono pubblicati i risultati d’esercizio concernenti il 1996: la perdita consolidata del gruppo belga raggiunge i 370 milioni di franchi svizzeri, il quintuplo rispetto all’anno precedente. Due anni dopo, i problemi sembrano in parte risolti quando i conti del 1998 si chiudono con un beneficio di 28 milioni di franchi. La compagnia belga presenta il miglior risultato della sua storia. L’obiettivo di “Horizon 98” è raggiunto.

Si tratta però soltanto di un fuoco di paglia. Infatti, mentre SAirGroup decide di portare la sua partecipazione dal 49.5 % al 85 % a partire dall’entrata in vigore degli accordi bilaterali con l’UE e Reutlinger trasmette la direzione di Sabena al tedesco Christoph Müller, la compagnia belga ritorna pesantemente nelle cifre rosse.

Nel 2000 la perdita operativa è stimata a 230 milioni di franchi. Il 20 gennaio 2001 gli azionisti propongono un piano di ricapitalizzazione di Sabena, con lo scopo di iniettare 1.2 miliardi di franchi in due anni, a condizione che il personale della compagnia belga accetti le misure di ristrutturazione previste dal pacchetto Blue Sky. Tre giorni dopo SAirGroup tira il freno d’emergenza, separandosi dal suo direttore, Philippe Bruggisser, e rimettendo in discussione la sua strategia d’acquisizione di partecipazioni in compagnie deficitarie estere.

swissinfo e agenzie

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