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Sì del Consiglio nazionale a nuove strutture extrafamigliari

Per venire incontro alle famiglie, il Consiglio Nazionale vuole creare nuove strutture per i bambini Keystone

La Camera bassa stanzierà 400 milioni per 4 anni. Un progetto non gradito a tutti ma approvato con 108 voti contro 70.

Un miliardo di franchi in dieci anni per sostenere asili nido, mense scolastiche e strutture extrafamigliari per bambini. Il Consiglio nazionale ha approvato un primo sussidio federale di 400 milioni.

Per aiutare i genitori a coniugare meglio famiglia e lavoro tra 80 e 100mila nuovi posti di accoglienza extrafamigliare devono essere creati in Svizzera.

Convinto di questa necessità, il Nazionale ha approvato un primo contributo annuale da parte della Confederazione di 100 milioni di franchi per un periodo di quattro anni, scartando sia la proposta del governo di un sussidio di 25 milioni e relegando in minoranza l’opposizione al progetto dell’UDC.

200mila posti mancanti

“Complessivamente mancano 200mila posti di questo tipo per bambini da 0 a 15 anni”, ha sottolineato la socialista Jacqueline Fehr, promotrice dell’iniziativa parlamentare all’origine del progetto. Questo problema inciderebbe in modo determinante sulla decisione delle giovani coppie di avere bambini, anche perché il mercato del lavoro in alcuni ambiti ha molto bisogno delle donne.

Con il sostegno federale non si eliminerebbero tutte le difficoltà, ma si riuscirebbe almeno a coprire la metà di questo urgente bisogno di strutture esterne.

L’impulso finanziario della Confederazione, mandato che dovrebbe essere valido per dieci anni, andrebbe a sostenere asili nido, mense e strutture parascolastiche per bambini e allievi fino al termine della scolarità obbligatoria. I sussidi potrebbero coprire al massimo un terzo dei costi di investimento e di gestione e al massimo per un periodo di tre anni.

Economia contro federalismo?

“Di queste strutture d’accoglienza extrafamigliari beneficierebbero i bambini, i genitori e l’economia”, ha osservato il liberale-radicale Felix Gutzwiller a nome della commissione. Solo una parte del PLR ha però appoggiato il progetto, sostenuto massicciamente oltre che dal PS anche dai democristiani, favorevoli in nome di una politica famigliare adeguata alle nuove esigenze sociali e economiche.

Invano l’UDC si è schierata contro invocando questioni federalistiche. Il compito spetterebbe in primo luogo a cantoni e comuni che sono in grado di svolgerlo meglio e più a buon mercato, ha sostenuto il vodese Jean Fattebert, che si è visto bocciare la proposta di non entrata in materia.

Il suo collega Toni Bortoluzzi si è spinto ancora più in là: prioritaria in questo campo sarebbe l’iniziativa privata, mentre il progetto in questione darebbe soltanto un diritto a pretendere un intervento statale da parte di genitori stanchi di assumersi le proprie responsabilità.

Consiglio federale sconfitto

Pur riconoscendo la “necessità d’agire in questo campo considerati i bisogni della popolazione”, anche la ministra Ruth Dreifuss ha espresso riserve, sia per ragioni di equlibrio finanziario sia per motivi federalistici. Il governo ha perciò proposto un impegno di 25 milioni all’anno per otto anni.

La maggioranza del plenum ha però preferito la generosa versione della commissione all’offerta dal Consiglio federale, sostenuto disperatamente anche dagli oppositori a ogni sussidio. Per costringere la Confederazione a sborsare i primi milioni, il progetto deve però ancora superare l’esame al Consiglio degli Stati.

Luca Hoderas

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