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Sessione estiva: intoppi o calcolo politico?

Troppa carne al fuoco per i parlamentari o valanga di parole con secondi fini? Keystone Archive

La sessione parlamentare estiva si è conclusa nella confusione. Problemi organizzativi e opportunismi politici hanno contrassegnato i lavori.

Per la serie, un guaio tira l’altro, in occasione delle votazioni finali al Consiglio nazionale il sistema elettronico di voto si è bloccato costringendo i deputati ad alzarsi in piedi per esprimere la propria preferenza.

Ma l’intoppo tecnico, il secondo durante questa sessione, non è stato certo l’aspetto più problematico della sessione estiva. Le tre settimane di lavori alla Camera bassa sono state infatti contrassegnate dalla confusione, con l’interruzione del dibattito su tre importanti progetti di legge e il rinvio di molti altri in programma.

Problemi organizzativi…

Un’anomalia che è stata riconosciuta apertamente anche dai membri dell’Ufficio del Consiglio nazionale, responsabile della preparazione dei lavori. Sulle cause e dunque sui possibili rimedi le opinioni però divergono. “È una situazione inaccettabile”, osserva il capogruppo UDC Caspar Baader. A suo giudizio il problema è essenzialmente di tipo organizzativo.

Per migliorare la pianificazione le commissioni dovrebbero essere costrette a stabilire una precisa tabella oraria per i diversi oggetti da discutere nel plenum. Secondo Baader la crescente mole di lavoro non pregiudica assolutamente la validità del sistema elvetico di milizia: “Non è necessario un parlamento di professionisti, basta prepararsi a lavorare in modo efficace”.

…o scelte politiche?

“La definizione del programma è stato il risultato di una battaglia politica all’interno dell’Ufficio”, fa notare il liberale-radicale Yves Christen, vice-presidente del Consiglio nazionale, che ritiene impossibile prevedere con esattezza la durata di un dibattito su un progetto di particolare importanza.

Una battaglia dettata soprattutto dall’avvicinarsi delle elezioni federali, in agenda nell’autunno del 2003. “Baader -rileva Christen- ha fatto di tutto per introdurre nel programma il progetto sulle naturalizzazioni facilitate per i giovani stranieri; in cambio PLR e PS hanno ottenuto il dibattito urgente sulla politica sanitaria”.

Uno scambio di favori che per l’UDC non ha funzionato: il Nazionale ha interrotto la discussione sulla naturalizzazione facendo sfumare la possibilità di un referendum nell’anno elettorale.

Coerenza nella pianificazione

Per la capogrupppo socialista Hildegard Fässler la gestione politica dell’agenda parlamentare fa parte delle regole del gioco, ma anche con una migliore pianificazione il problema di fondo resta il troppo lavoro imposto ai parlamentari: “I progetti legislativi sono sempre più numerosi e complessi. Il parlamento di milizia sta mostrando i suoi limiti”.

Il vice-capogruppo PLR Fulvio Pelli individua un altro fattore: “I lavori in aula si allungano anche perché vi sono deputati che sfruttano i dibattiti a fini mediatici”.

“I disguidi occorsi in quest’ultima sessione sono anche dovuti a ragioni molto semplici”, spiega Mariangela Wallimann-Bornatico, segretaria generale dell’Assemblea federale. L’Ufficio ha aggiunto due oggetti importanti come la naturalizzazione e la legge sul nucleare, cancellando parallelamente due sedute serali.

La dimensione politica dei lavori parlamentari è un fatto che non può comunque essere ignorato. In vista delle prossime sessioni Wallimann-Bornatico invita quindi i membri dell’Ufficio alla coerenza: “Il programma potrà anche tenere conto delle esigenze di natura politica, ma si dovranno allora trarre anche le conseguenze d’ordine pratico”.

Luca Hoderas

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