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Settimana all’insegna del «Blochergate»

Il nuovo manifesto elettorale dell'Unione democratica di centro swissinfo.ch

Analisi di una settimana caratterizzata dal rapporto parlamentare che accusa Christoph Blocher di essersi spinto oltre il suo ruolo di ministro della giustizia. Quest'ultimo si è difeso parlando di complotto.

Tali avvenimenti potrebbero risultare determinanti, dal momento che il 21 ottobre il popolo eleggerà il parlamento, il quale determinerà poi il governo nel mese di dicembre.

Mercoledì il governo ha incaricato l’esperto di diritto pubblico Georg Müller di valutare i rimproveri nei confronti del ministro della giustizia Christoph Blocher, formulati in un rapporto della sottocommissione della gestione del Consiglio nazionale (Camera del popolo).

Stilato dopo un’inchiesta durata un anno, il documento concerne le circostanze che nel 2006 hanno condotto alle dimissioni del procuratore generale della Confederazione Valentin Roschacher.

Nel rapporto in questione, la commissione giunge alle medesime conclusioni espresse in un analogo documento dal Consiglio degli stati (Camera dei cantoni): il ministro non avrebbe rispettato la separazione dei poteri.

Il governo deciderà come agire dopo aver preso conoscenza della valutazione effettuata dall’esperto indipendente, che sarà resa nota verso la metà di novembre. Dal canto suo, il ministro Christoph Blocher ha accettato questo modo di procedere, sottolineando di avere interesse a essere giudicato in maniera corretta.

Complotto contro complotto

Il consigliere federale dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalista) ha ammesso che – nel quadro del «caso Roschacher» – possono essere stati commessi errori, ma ha nel contempo ribadito di avere agito in maniera onesta.

In precedenza, l’UDC aveva dal canto suo denunciato un complotto in seno al parlamento, volto – secondo il partito – a impedire la rielezione del proprio consigliere federale Christoph Blocher.

Il clima politico è poi diventato vieppiù teso: la presidente democristiana della sottocommissione della gestione – Lucrezia Meier-Schatz – ha ricevuto pesanti minacce ed è stata posta sotto la protezione dei servizi di sicurezza della Confederazione; la donna era stata accusata dall’UDC in relazione a informazioni inerenti al presunto complotto contro Roschacher entrate in possesso degli organi di stampa.

Una situazione di cui l’UDC potrebbe approfittare

Nel corso della propria campagna elettorale, il partito di Christoph Blocher ha sintetizzato all’estremo il proprio messaggio politico, affermando che è necessario scegliere tra il cielo (UDC) e l’inferno (la sinistra).

Monopolizzando il dibattito politico, l’UDC ha costretto sulla difensiva gli altri partiti. Tale situazione sta suscitando malumore soprattutto nella Svizzera francofona, dove il settimanale «L’Illustré» – tra gli altri – ha ricordato che il discorso del partito di Christoph Blocher, esclusi i proprio partigiani, non convince affatto il resto dell’elettorato.

Nel corso della settimana, il controverso manifesto raffigurante una pecora nera – criticato tra gli altri del relatore delle Nazioni Unite Doudou Diène – è stato sostituito da un’immagine di Christoph Blocher con una bandiera rossocrociata sullo sfondo, completata dall’invito a sostenere il ministro e il partito. Un cambiamento legato alla stretta attualità e al rafforzamento dell’identificazione dell’UDC nel suo ministro.

Le vicende legate all’UDC durante questa campagna elettorale sono state oggetto di enorme interesse da parte degli organi di stampa. Alcuni osservatori ritengono che il partito di Christoph Blocher potrebbe uscire sconfitto, mentre altri ritengono che – se Blocher dovesse essere percepito dall’opinione pubblica come una vittima – le circostanze potrebbero giocare a favore dell’UDC alle elezioni del prossimo 21 ottobre.

swissinfo, Isabelle Eichenberger
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Oggetto di continue critiche e poco apprezzato dal ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher, il procuratore della Confederazione Valentin Roschacher aveva rassegnato le dimissioni nel luglio del 2006.

Il ministero pubblico era stato tra l’altro attaccato dalla stampa per aver impiegato, quale informatore, un ex-trafficante di droga colombiano. Nel 2006 il Tribunale federale aveva però scagionato Roschacher da ogni accusa in quest’ambito.

Nel gennaio scorso, la delegazione delle finanze del parlamento aveva criticato Blocher per la generosa indennità di partenza accordata al suo collaboratore dimissionario. Secondo i parlamentari, spetta all’insieme del governo fissare in simili casi l’importo dell’indennità.

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