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Socialisti per una politica di pace più attiva

Secondo la presidente del PS, Christiane Brunner, la neutralità non impedisce alla Svizzera di promuovere una politica di pace attiva Keystone

I delegati del PS chiedono al governo un maggiore impegno per la pace in Medio oriente. Approvato il referendum sull'assicurazione disoccupazione.

Riuniti in assemblea a Bienne, i delegati del Partito socialista (PS) hanno adottato sabato all’unanimità una risoluzione, in cui denunciano la spirale di violenza nel conflitto israelo-palestinese e invitano il Consiglio federale a rafforzare il suo impegno politico nella regione. La Confederazione dovrebbe, tra l’altro, incoraggiare le Nazioni unite e l’Unione europea a lanciare un processo di pace in Medio oriente.

Secondo la presidente del PS, Christiane Brunner, la neutralità non esonera il Consiglio federale dall’obbligo di intervenire in questo conflitto che “minaccia la pace nel mondo”. Nel suo intervento, la Brunner ha criticato anche la politica di egemonia degli Stati uniti.

La risoluzione chiede inoltre al governo di condannare sistematicamente ogni ricorso alla violenza, sia da una parte che dall’altra, e di sospendere immediatamente la cooperazione militare con Israele. I socialisti auspicano pure un ritiro delle forze armate israeliane dai territori palestinesi e il riconoscimento reciproco degli Stati di Israele e Palestina.

Votazioni 2 giugno: un sì e un no

Per quanto riguarda le votazioni del prossimo 2 giugno, i delegati del PS si sono espressi, come previsto, in favore di un «sì» alla cosiddetta «soluzione dei termini» per l’interruzione di gravidanza e hanno respinto invece l’iniziativa popolare «per madre e bambino». Le modifiche del codice penale che introducono la soluzione dei termini per l’aborto sono state accolte senza opposizioni. Voto unanime anche contro l’iniziativa popolare che mira a vietare l’interruzione di gravidanza.

Altrettanto schiacciante il sostegno che i delegati socialisti hanno dato al referendum contro la legge sulla disoccupazione: 175 voti contro 1. Il PS si allea così ai sindacati, all’Unione nazionale degli studenti e al Comitato nazionale delle associazioni di difesa dei disoccupati nella battaglia contro la decisione delle Camere federali di rivedere la legge sulla disoccupazione, riducendo tra l’altro la durata delle prestazioni.

Divergenze sulla politica economica

L’assemblea dei delegati ha d’altro canto rispedito al mittente il documento d’orientamento di politica economica elaborato da un gruppo di lavoro. Il piano denominato «la stabilità dell’impiego dipende dalla giustizia della politica economica», preparato in vista delle elezioni federali del 2003, è stato giudicato «poco coraggioso» da una debole maggioranza, che lo ha bocciato con 108 voti contro 95.

Le diverse correnti del PS si sono affrontate sul contenuto del documento. «Dobbiamo presentare risposte concrete nel campo della politica economica», ha obiettato Suzanne Leutenegger Oberholzer. La consigliera nazionale basilese ha deplorato l’assenza di posizione sul ruolo dello Stato e delle aziende pubbliche.

Il documento presentava tre obiettivi: pieno impiego, rinnovamento della piazza economica svizzera e rafforzamento della posizione dei consumatori. Non contemplava invece alcuna proposta sul servizio pubblico, il finanziamento dello Stato sociale e la politica migratoria. La presidente del partito, Christiane Brunner, ha motivato tale mancanza con il fatto che quei temi sono già stati trattati in seno al PS.

swissinfo e agenzie

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