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Alla ricerca dell’energia perduta

Isolare termicamente l’edificio conviene. Keystone

La metà degli edifici in Svizzera soffre degli acciacchi dell'età: spifferi da finestre e porte, pareti e tetti scarsamente isolati. Il prezzo da pagare per riscaldarli è enorme: a farne le spese è soprattutto l’ambiente. Cantoni e Confederazione corrono ai ripari.

Le abitazioni in Svizzera da ristrutturare sono circa un milione e mezzo. La loro costruzione risale mediamente a 45 anni fa.

Molti edifici sono stati realizzati addirittura prima della Seconda guerra mondiale: tra questi il 40% non è stato rinnovato. Anche per le case più recenti, edificate negli anni Settanta o Ottanta, si imporrebbe un restauro.

Non sorprende quindi che il 40% del consumo energetico e delle emissioni di CO2 in Svizzera sia causato dal riscaldamento degli edifici.

È una situazione che cantoni e Confederazione hanno riconosciuto da tempo e a cui vogliono porre rimedio con degli incentivi finanziari a lungo termine.

300 milioni per vestire le case

Nel 2010 è stato lanciato il Programma Edifici il cui scopo è di sostenere nei prossimi dieci anni il risanamento delle abitazioni e di favorire l’utilizzo delle energie rinnovabili. L’intenzione è di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di 2,2 milioni di tonnellate entro il 2020.

A questo proposito la Confederazione ha stanziato 200 milioni di franchi all’anno: 133 per l’isolamento termico e 67 per le energie rinnovabili. I fondi derivano dai proventi della tassa sul CO2 applicata ai combustibili (vedi dettagli a fianco). I cantoni mettono a disposizione dagli 80 ai 100 milioni di franchi all’anno.

In dieci anni, l’investimento complessivo sarà di tre miliardi di franchi. «Si tratta di un programma unico. Finora, in Svizzera, non si sono mai messi a disposizione così tanti mezzi finanziari per il risanamento degli edifici e l’impiego di energie rinnovabili», spiega a swissinfo.ch Cornelia Büttner, portavoce del Programma Edifici.

5000 richieste accolte

«L’obiettivo del programma è di promuovere il risanamento di 10’000 edifici all’anno. Nel 2020, gli immobili ad aver approfittato di questa iniziativa saranno 100’000», sottolinea Büttner.

Il successo del programma è stato immediato e i centri cantonali di consulenza energetica – responsabili dell’attuazione del Programma Edifici – sono stati presi letteralmente d’assalto: alla fine giugno le richieste di contributi erano già 14’000, di cui 7500 domande autorizzate.

Infatti, il contributo statale è importante e copre fino al 20% dei costi d’investimento per isolare termicamente la casa. Per la sostituzione del sistema di riscaldamento, il proprietario può attingere invece al fondo cantonale.

L’etichettaEnergia per gli edifici

«Prima di passare alla ristrutturazione di un immobile, è importante consultare uno specialista in materia. Altrimenti, l’intervento potrebbe riservare delle sorprese e non apportare i benefici sperati al consumo energetico», ricorda Cornelia Büttner.

Al fine di evitare che un proprietario si lanci in un restauro fai da te, ci sono degli esperti cantonali che valutano il fabbisogno di energia dell’edificio e formulano delle proposte di intervento. Questi rilasciano inoltre un Certificato energetico cantonale degli edifici (Cece). Si tratta di un’etichettaEnergia, uguale a quella che da anni calcola il consumo energetico degli elettrodomestici e delle automobili.

Con l’etichettaEnergia e il ProgrammaEdifici, cantoni e Confederazione stanno tentando di tappare spifferi di finestre e porte e di intabarrare le vecchie case elvetiche. Gli effetti sulla qualità dell’aria si faranno sentire soltanto a distanza di anni. Intanto, però, è il settore edilizio a respirare a pieni polmoni: si calcola che l’indotto potrebbe raggiungere il miliardo di franchi all’anno.

Luca Beti, swissinfo.ch

Nei primi sei mesi del 2010, gli uffici cantonali hanno ricevuto 14’000 richieste di sostegno per il risanamento degli involucri esterni degli edifici. Le domande approvate sono state 7500, per un importo complessivo pari a 61 milioni di franchi. Il sostegno medio per richiesta accolta è di 8156 franchi.

Alla fine di giugno, sono state eseguite soltanto 152 ristrutturazioni, pari a un valore di 430’000 franchi. La somma media versata è stata di 2824 franchi.

Dal momento in cui la sua domanda di sostegno viene accolta, il proprietario ha due anni di tempo per realizzare le misure di risanamento all’immobile. In questo lasso di tempo, il richiedente pianifica accuratamente la ristrutturazione e il progetto.

Nel 1999, il parlamento svizzero ha approvato la legge sul CO2. L’obiettivo della legge, entrata in vigore il 1. marzo 2000, è la riduzione del 10% delle emissioni di anidride carbonica (CO2) rispetto al 1990 entro il 2010.

La Svizzera si è infatti impegnata nel Protocollo di Kyoto a ridurre le proprie emissioni di gas serra dell’8% rispetto al 1990 nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012.

Nel 2008, la Confederazione ha introdotto la tassa sul CO2 sui combustibili (gasolio e gas). Fino al 2009, l’aumento del prezzo era di 3 centesimi al litro. Dal 2010 è di 9 centesimi al litro.

Nel 2009, il parlamento ha deciso di destinare un terzo dei proventi della tassa sul CO2 al Programma Edifici.

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