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I bus che promuovono l’inesistenza di Dio

Campagna atea anche in Svizzera Keystone

«Probabilmente Dio non esiste. Smetti di preoccuparti e goditi la vita!». La campagna a favore dell'ateismo, promossa sui bus britannici da poco più di un mese, è sbarcata anche in Svizzera.

L’associazione svizzera dei liberi pensatori (ASLP/FVS) ha lanciato una raccolta fondi per dar voce a tutte le persone che «si sentono assillate dalla propaganda religiosa promossa in Svizzera». L’iniziativa per il disarmo religioso intende così dare maggior visibilità a quell’11% della popolazione che nel 2000 si dichiarava senza religione.

«Nel mese di ottobre abbiamo lanciato una campagna sul nostro sito», spiega la portavoce del gruppo Reta Caspar, «invitando tutti coloro che non credono in Dio a uscire allo scoperto e a illustrare le loro motivazioni». «Quando abbiamo visto il successo riscosso a Londra e la reazione positiva della gente al nostro appello, abbiamo deciso di intraprendere un progetto analogo anche nel nostro paese».

«D’altronde sono in molti ad averci ringraziato per il nostro impegno a favore dei diritti di quelle persone che – non avendo una confessione – sono infastidite dal crescente marketing religioso», spiega Caspar.

L’associazione svizzera dei liberi pensatori – che l’anno scorso ha celebrato il suo centenario – ha assicurato che tutte le donazioni verranno utilizzate soltanto per finanziare la campagna pubblicitaria sui bus o sui tram, ispirata al modello britannico.

Un successo internazionale

La campagna per il disarmo religioso, diffusasi anche negli Stati Uniti, è stata lanciata dalla giornalista britannica Ariane Sherine il 21 ottobre 2008, in risposta a un’analoga iniziativa di un gruppo cristiano. Sul bus figurava il nome di un sito internet nel quale si affermava che i non credenti avrebbero trascorso l’eternità in un inferno, bruciando in un lago di fuoco.

L’obiettivo iniziale della campagna era di raccogliere 5’500 sterline, circa 9’150 franchi, per promuovere degli slogan alternativi su 30 bus londinesi per un mese. Nessuno avrebbe immaginato che in soli tre giorni il conto avrebbe superato le 100’000 sterline.

Il primo “bus ateo” ha iniziato a circolare il 6 gennaio ed ora sono quasi 800 a percorrere non solo le strade di Londra, ma anche quelle di Manchester, Edimburgo ed altre importanti città britanniche. Da metà gennaio l’offensiva conta anche 1’000 pubblicità affisse nei vagoni della metropolitana della capitale.

L’iniziativa non ha però lasciato indifferenti alcune associazioni cristiane che hanno lanciato una controffensiva con manifesti stile “L’ignorante si disse in cuor suo, non c’è alcun Dio”.

Lanciata la raccolta fondi

In Svizzera l’associazione dei liberi pensatori punta a raccogliere tra i 50’000 e i 100’000 franchi. Per mettere un cartello pubblicitario su un tram o un bus in una città, per un intero anno, bisogna contare circa 5’000 franchi, spiega Caspar. La cifra scende leggermente nelle zone di campagna.

La scelta geografica non dipenderà soltanto dai costi, ma anche dall’interesse della gente e dalla provenienza dei fondi. «L’obiettivo non è raccogliere più soldi possibili, ma dimostrare che a livello internazionale molta gente ne ha abbastanza non solo degli slogan ma anche dei discorsi religiosi dei politici».

L’organizzazione ritiene ad esempio inammissibile che il presidente della Confederazione Hans Rudolf-Merz, nell’allocuzione di Capodanno, abbia fatto un riferimento diretto alla religione: “… unter dem Schutz unseres Glaubens … (Letteralmente: “… protetti dalla nostra fede”). «Abbiamo scritto al consigliere federale per sapere cosa intende con il concetto “nostra fede”», ha aggiunto Caspar, «ma non ci ha ancora risposto. Ci sta ancora lavorando».

L’offensiva dell’associazione dei liberi pensatori ha suscitato reazioni contrastanti in Svizzera. Se il Partito popolare democratico non ha voluto commentare la notizia, il Partito evangelico svizzero ha ammesso la possibilità di una contro-campagna.

Simon Weber, portavoce della Federazione delle chiese evangeliche, ha dal canto suo precisato che il messaggio può essere anche inverso: «Probilmente Dio esiste. Smetti di preoccuparti e goditi la vita». Predicare su Dio e la salvezza è la missione della Chiesa da ben 2’000 anni. Non è una novità che si cerchi di diffondere un altro punto di vista, anche se in questo caso la forma è singolare».

swissinfo, Thomas Stephens
(Traduzione e adattamento di Stefania Summermatter)

Appartenenza religiosa della popolazione nel 2000 in Svizzera:

Chiesa cattolica romana 41,8%

Chiese e comunità protestanti 35.3%

Chiesa cattolico-cristiana 0,2%

Chiese cristiane ortodosse 1,8%

Altre comunità cristiane 0,2%

Comunità di confessione ebraica 0,2%

Comunità islamiche 4,3%

Altre chiese e comunità religiose 0,8%

Nessuna appartenenza 11,1%

Senza indicazione 4,3%

In Svizzera l’85% della popolazione che risiede in campagna e il 78% di coloro che vivono in città si definisce credente.

Il 77% prega regolarmente, il 34% ogni giorno.

Nel 1970 il 95% della popolazione apparteneva alle chiese cristiane storiche.

Nel 2000 erano il 75%.

Negli ultimi anni è cresciuto il numero degli atei o degli agnostici, ma anche quello delle persone convertitesi a una religione non cristiana.

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