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Sulzer respinge l’opa di InCentive

Leo Vannotti (a destra) e il Cda della Sulzer ritengono inadeguata l'offerta della InCentive swissinfo.ch

Nuova tappa nella battaglia per la conquista della Sulzer: il suo consiglio d'amministrazione ha respinto ufficialmente la nuova offerta pubblica di acquisto (opa) sottoposta dalla società di partecipazioni InCentive poiché ritenuta ancora troppo bassa.

Anche la nuova opa si situa «molto al di sotto del valore della Sulzer», ha detto lunedì a Zurigo Leonardo Vannotti, presidente del CdA, invitando quindi gli azionisti a rifiutare la proposta.

Non vi sono motivi ragionevoli per consegnare a prezzi stracciati la Sulzer a gente che non ha nulla da mostrare se non i propri interessi finanziari, ha sottolineato Vannotti, presentando la risposta ostile all’opa di InCentive Capital.

Dato che InCentive deduce il dividendo di 20 franchi dal prezzo dell’opa, la somma proposta è di 410 franchi e non di 430, hanno ripetuto i responsabili della Sulzer. Tale prezzo corrisponde a 1,426 miliardi per le divisioni industriali: una somma inferiore al valore reale, secondo i vertici del gruppo.

Per Fred Kindle, presidente della direzione, gli immobili, i proventi delle attività che Sulzer prevede di vendere e altri beni del gruppo raggiungono da soli 1,1 miliardi di franchi.

Per le quattro principali divisioni industriali, che a livello mondiale figurano tra i «Top 3», risulta solo un prezzo di acquisto effettivo di 753 milioni di franchi, tenuto conto di 440 milioni di franchi di debiti netti.

Secondo l’opa, gli azionisti venderebbero i comparti Pompe, Metco, Turbomachinery Services e Chemtech per un prezzo equivalente a 4,2 volte l’utile operativo (prima dei fattori straordinari).

Nei casi di transazioni equivalenti a quella di Sulzer il prezzo dell’opa è ammontato sovente a dieci volte il risultato operativo. «Gli azionisti non devono permettere che Sulzer sia rilevata da InCentive a prezzi tanto bassi», ha aggiunto Kindle. Il Cda ha inoltre sottolineato di aver respinto l’Opa all’unanimità.

Secondo Kindle, il 2001 è partito bene per il gruppo di Winterthur. «L’entrata di ordinazioni mostra che gli affari vanno bene», ha detto. Le cifre concrete saranno pubblicate ancora prima dell’assemblea generale. L’utile operativo dovrebbe superare i 100 milioni di franchi per quanto riguarda le attività proseguite, contro 87 milioni nel 2000.

La divisione Pompe si aspetta un giro d’affari di un miliardo di franchi circa, contro 855 milioni l’anno passato. Per Chemtech le vendite dovrebbero superare la soglia di 300 milioni (293). Il giro d’affari di Metco dovrebbe raggiungere 400 milioni di franchi e per Turbomachinery Services sono attesi 200 milioni. Queste due divisioni avevano registrato assieme un volume d’affari di 455 milioni di franchi nel 2000.

swissinfo e agenzie

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