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Svizzera: “paradiso degli evasori fiscali”

Il ministro dell'economia italiano, Giulio Tremonti, intende rendere l'Italia più attraente per i capitali e favorirne il rientro in patria Keystone

Il governo italiano mette la Svizzera sulla lista nera dei paradisi fiscali. Il traguardo è aumentare la pressione e facilitare il rientro dei capitali che eludono il fisco.

Nuovo attacco del governo italiano alla Svizzera. Il ministro dell’ economia Giulio Tremonti ha pubblicato un decreto in cui elenca i paradisi fiscali.

La Svizzera è nel terzo gruppo con Lussemburgo, Panama e Costarica. La Svizzera è accusata di facilitare l’elusione fiscale non tassando le Holding di imprese italiane domiciliate in Svizzera.

Per il momento non c’è stata nessuna reazione ufficiale ma è probabile che il ministro voglia mettere sotto pressione soprattutto le banche elvetiche che non sarebbero abbastanza propense alla collaborazione per facilitare il rientro in Italia dei capitali in fuga.

Non è la prima volta che il Governo italiano mette sotto accusa il sistema fiscale elvetico. Già il precendente Ministro dell’ Economia,Vincenzo Visco, stilando le famose liste nere, aveva annoverato il nostro paese fra i paradisi fiscali.

Ora, Giulio Tremonti, portando da 59 a 72 i paesi considerati “cattivi” intende accentuare la pressione sulle ditte italiane che avendo sedi all’estero riescono ad eludere il fisco.

Che la Svizzera abbia un regime fiscale che facilita le aziende estere non è una novità. Le Holding che fanno capo a società straniere, le ausiliarie o quelle cosiddette di domicilio, sono esentate in Svizzera dal pagamento delle imposte cantonali e comunali.

Le ragioni di questa misura sono molteplici. In primo luogo Tremonti intende rendere più attrattiva la piazza finanziaria italiana e nel contempo evitare ingiusti privilegi alle società che possono far valere sedi nei cosiddetti paradisi fiscali.

Per ciò che riguarda in modo specifico la Svizzera, il ministro dell’economia sta probabilmente tentando di mettere sotto pressione le banche elvetiche.

Una polemica che si è aperta recentemente quando a Bruxelles, presentando le sue misure sullo scudo fiscale, Tremonti ha affermato che gli istituti di credito elvetici stanno facendo pressioni per far naufragare il progetto. Il governo italiano ha infatti varato una misura per facilitare il rientro dei capitali riparati all’estero. Un’operazione che si aggira sui 60 miliardi di franchi con un introito fiscale per lo stato pari ad almeno 1,5 miliardi.

Le banche non hanno ufficialmente raccolto l’accusa. Tuttavia alcune si sono difese dicendo che semmai sono gli stessi clienti a non voler far rientrare in Italia i loro capitali, e questo malgrado la segretezza garantita alle operazioni e una tassazione irrisoria sulla somma rimpatriata.

Paolo Bertossa, Roma

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