Malgrado gli sforzi diplomatici di una delegazione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), a Tripoli per quattro giorni, le posizioni di Libia e Svizzera sulla vicenda Gheddafi restano sostanzialmente divergenti.
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Le trattative sono difficili, ma il dialogo prosegue, ha dichiarato davanti alla stampa l’ambasciatore Marcel Stutz. Interrogato sull’eventualità di ritorsioni economiche, il capo della divisione politica II Africa / Medio Oriente del DFAE ha assicurato che la Svizzera prende sul serio il fatto che Tripoli possa obbligare le ditte svizzere a interrompere ogni attività.
Si tratta di una violazione dell’accordo sulla protezione degli investimenti, ha dichiarato Stutz, ma spetta comunque alle aziende coinvolte prendere le misure necessarie, e non alla Svizzera.
Il 15 luglio 2008, Hannibal Gheddafi era stato arrestato assieme alla moglie in seguito ad una denuncia per maltrattamenti (poi ritirata) presentata da due loro inservienti. L’arresto e l’intervento energico della polizia ginevrina avevano fatto infuriare il leader libico, il quale aveva reagito con una serie di ripercussioni, tra cui la sospensione dei collegamenti aerei e della fornitura di petrolio.
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