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Svizzeri in Italia: l’urgenza della previdenza sociale

Brucia ancora per gli svizzeri d'Italia la sconfitta registrata qualche anno fa sulla previdenza sociale, quando fu soppressa la possibilità per tutti gli espatriati di assicurarsi in Svizzera.

Il tema della previdenza sociale è stato al centro della riunione di Trapani, dove questo week end si sono dati appuntamento quasi 200 svizzeri in rappresentanza degli oltre 47.000 connazionali residenti in Italia.

Già dal 1° aprile 2001 non era più possibile per gli svizzeri residenti in un paese dell’UE affiliarsi su base facoltativa all’AVS, il sistema previdenziale svizzero che garantisce la copertura dei fabbisogni essenziali delle persone anziane.

Gli imperativi di risparmio

Il legislatore aveva agito sulla base degli imperativi di risparmio cui sempre più sono sottoposte anche le assicurazioni sociali. Aveva previsto comunque un periodo di transizione scaduto il 31 marzo 2007: di qui la decisione degli organizzatori dell’incontro annuale degli svizzeri d’Italia di dedicare al tema il congresso 2007.

“All’epoca avevamo combattuto con tutti i mezzi a nostra disposizione la soppressione dell’AVS facoltativa, una decisione per noi completamente sbagliata” ricorda con amarezza Roberto Engeler, presidente del Collegamento degli svizzeri in Italia.

Per Engeler, la soppressione dell’AVS facoltativa spinge verso l’assistenza sociale le fasce più deboli della popolazione, con reddito basso o inesistente, come la casalinghe. Una fascia di popolazione, quest’ultima, molto numerosa, visto che molti lavoratori italiani emigrati in Svizzera, dove si sono sposati, sono rientrati in Italia accompagnati dalla moglie svizzera.

Colpiti anche i giovani

“Ma questa misura costituisce anche un freno alla mobilità dei giovani” rincara Engeler. In effetti, per potere iscriversi all’AVS facoltativa (tuttora possibile nei paesi fuori dell’UE) è necessario avere in precedenza pagato i premi dell’AVS obbligatoria in Svizzera durante 5 anni. Un giovane al termine del tirocinio o degli studi è così escluso da questa possibilità,

“Per fortuna, rileva ancora Engeler, la riforma non ha messo in discussione i premi già pagati.” La pensione ottenuta sarà dunque proporzionale ai contributi versati.

Una previdenza privata

Chi però ha meno di 56 anni e non figura dunque più tra i beneficiari dell’eccezione prevista dalla legge, deve però ormai pensare a una previdenza supplementare privata, soprattutto se ha un reddito modesto (agricoltori, artigiani) o se non ha alcun reddito. Al momento del pensionamento è sempre meglio ritrovarsi con una copertura anche modesta, piuttosto che senza copertura del tutto.

Il congresso di Trapani è così stato anche l’occasione di un paragone fra il sistema pensionistico svizzero e italiano. L’organizzazione Soliswiss, una cooperativa vicina agli svizzeri dell’estero e senza scopo di lucro, ha presentato alcuni esempi concreti per combinare vari modelli assicurativi.

“Cercheremo di ripartire con la nostra battaglia in favore almeno delle fasce più deboli in occasione della prossima revisione dell’AVS” ha promesso Engeler, ricordando però che nel frattempo trascorreranno almeno dieci anni.

Insomma, a Trapani c’era appuntamento con un argomento che ha tormentato il passato degli svizzeri dell’estero. Restava dunque ben poco tempo per parlare dell’avvenire, in particolare delle prossime elezioni federali di ottobre e della rappresentanza degli svizzeri dell’estero nel parlamento svizzero.

Una mancanza alla quale qualche club di svizzeri dell’estero, come quello di Milano, intende rimediare da qui a ottobre.

swissinfo, Mariano Masserini, Trapani

Stando di dati del 2006, i cittadini svizzeri residenti in Italia erano 47’012. Di questi, 36’360 possedevano la doppia nazionalità. Rispetto all’anno precedente, la colonia elvetica in Italia è aumentata di 685 unità.

Le altre principali comunità svizzere all’estero si trovano in Francia (171’732 persone), in Germania (72’384) e Stati Uniti (71’984). Complessivamente, a fine 2006, 645’010 svizzeri risiedevano all’estero, ossia quasi 11’000 persone in più dell’anno precedente.

Il 33% degli svizzeri residenti in Italia sono iscritti nel registro elettorale e possono dunque partecipare alle votazioni ed elezioni federali. Si tratta di un tasso ben superiore alla media complessiva (22%).

Nel fine settimana si è svolto anche il Congresso degli svizzeri residenti in Germania, dove i membri della Quinta Svizzera sono circa 72’000.

L’evento, al quale hanno partecipato anche alcuni parlamentari federali, si è concluso con un appello per una Svizzera aperta ed attiva a livello internazionale.

A Norimberga si è inoltre discusso dell’idea di creare un 27esimo cantone virtuale per gli svizzeri dell’estero in modo da permettere ai loro rappresentanti di accedere al parlamento federale. La proposta, giudicata poco realista, non ha comunque entusiasmato i delegati presenti.

Pressante è stato invece l’appello a favore dell’introduzione del voto elettronico, in modo da facilitare l’esercizio dei diritti politici agli svizzeri dell’estero.

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