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Swissair il giorno dopo: sollievo e timore per la nuova “rotta”

Non ha soddisfatto tutte le parti in causa l'assemblea generale di SAirGroup Keystone

I risultati dell'assemblea-maratona, mercoledì, degli azionisti di SAirGroup - che torna a chiamarsi Gruppo Swissair - hanno sollevato molteplici reazioni. Contrastanti quelle dei sindacati e di sollievo generale per quanto riguarda la decisione di aumentare la vigilanza sui rischi e di effettuare una revisione speciale sull'operato dell'ex dirigenza SAir. Buono l'andamento del titolo in borsa anche se gli analisti restano scettici.

All’indomani dell’attesa assemblea generale durante la quale i vertici di SAirGroup hanno dovuto rendere conto agli azionisti di uno dei peggiori periodi del gruppo, le reazioni sono quindi divergenti in Svizzera. Cautamente ottimisti i partiti politici mentre i sindacati storcono la bocca. Il Sindacato dei servizi pubblici (SSP) parla ad esempio di “panorama desolante” in casa Swissair: troppe le incertezze sulla strategia futura e troppe le domande alle quali la dirigenza di SAirGroup non ha dato risposta.

Positiva invece, sempre per SSP, la decisione degli azionisti di chiedere un controllo speciale sull’operato dell’ex dirigenza, nonché il miglioramento della vigilanza sui rischi, annunciato mercoledì da Mario Corti, presidente di Swissair Group, che ha già affidato un mandato in tal senso all’agenzia di revisione e consulenza aziendale KPMG: un gruppo indipendente di specialisti di finanza che si occuperà della consulenza del gruppo aereo.

I sindacati si dicono preoccupati anche per la sorte delle compagnie francesi affiliate che verranno completamente abbandonate da Swissair tra due mesi; una situazione che impensierisce anche la Società svizzera degli impiegati di commercio, che vede adombrarsi i cieli di diverse associate di Swissair, quali la compagnia d’informatica Atraxis e le imprese Flightlease, Restorama, Rail Gourmet e Avireal.

Solo l’Associazione del personale di cabina Swissair si dice sollevata dopo l’assemblea generale degli azionisti SAirGroup, nutrendo una sorta di incondizionata fiducia nella parola di Mario Corti, che “da l’impressione di essere un uomo che sa ciò che vuole”. In maggio Swissair deve rinegoziare la nuova convenzione collettiva del contratto di lavoro: “Andremo ai negoziati sereni e fiduciosi”, ha dichiarato un portavoce dell’associazione.

Caute le reazioni dei partiti di Governo, limitatisi a salutare con una certa soddisfazione l’annuncio del controllo speciale. L’unico “no comment” all’intera vicenda viene dall’UDC.

L’assemblea generale del Gruppo Swissair sembra aver rassicurato, almeno nella giornata di giovedì, gli investitori: l’azione SAirGroup (si chiama ancora così) ha chiuso decisamente al rialzo (9,9%) a 122 franchi, dopo aver toccato anche i 129 franchi.

Secondo un operatore il rialzo è stato favorito dall’annuncio, mercoledì, dell’iniezione di liquidità (un miliardo di franchi) da parte di un consorzio di tre banche formato da Citibank, Credit Suisse First Boston e Deutsche Bank. Gli investitori hanno anche accolto molto positivamente il cambiamento della ragione sociale, così come il disimpegno nei confronti delle compagnie francesi affiliate e considerate come un inutile peso finanziario.

Non è tuttavia tutto oro quello che luccica: il credito concesso a Swissair costituisce una boccata di ossigeno per il gruppo svizzero, che in futuro non potrà però sottrarsi a un piano di ricapitalizzazione. L’esigua quota dei fondi propri, secondo numerosi analisti, sarebbe anche il motivo che ha indotto UBS a rinunciare a partecipare all’iniezione di liquidità.

La portavoce di UBS Eveline Müller ha spiegato che la maggiore banca svizzera si è tenuta in disparte “a causa di persistenti incertezze quanto alla strategia di finanziamento”. Ma questo non significa che UBS si sia ritirata completamente. L’istituto di credito è in “stretto contatto” con la direzione di Swissair e “parteciperemo in modo costruttivo agli sforzi di risanamento”. La preoccupazione principale riguarda il rafforzamento del capitale proprio di Swissair.

Swissair non potrà comunque rinunciare a un programma di ricapitalizzazione. L’iniezione finanziaria garantita dal consorzio delle tre banche “è solo una goccia nel mare”, ha commentato Regina Anhorn, analista presso la banca Lombard Odier. Un miliardo di franchi basta solo ad assicurare la sopravvivenza di Swissair sul breve periodo. Secondo la Anhorn è necessario aumentare la quota di capitale proprio (ossia i fondi propri rapportati percentualmente alla somma di bilancio) dall’attuale 6% a circa il 30%.

Come si potrà raggiungere tale obiettivo non è per niente chiaro e l’assemblea generale di SAir non ha fornito ieri nessuna soluzione. In ogni caso, “l’annunciata cessione delle proprietà immobiliari non permetterà a Swissair di reperire i miliardi necessari”.


swissinfo e agenzie

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