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Technopark guarda al futuro

Lesley Spiegel: "Il futuro dell’economia svizzera risiede nella capacità di dare vita ad aziende innovative" (C. Lenz/RDB) Christian Lenz / RDB

Secondo la direttrice del parco tecnologico di Zurigo, la creazione di aziende nuove ed innovative è la chiave di volta per il futuro dell’economia svizzera.

Lesley Spiegel spiega a swissinfo che la promozione di start-up e lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia sono stati fondamentali per l’economia nazionale, anche per prevenire la “fuga di cervelli” dalla Confederazione.

Lesley Spiegel spiega a swissinfo che la promozione di start-up e lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia sono stati fondamentali per l’economia nazionale, anche per prevenire la “fuga di cervelli” dalla Confederazione.

Ad ottobre dello scorso anno, Spiegel ha preso il posto di Thomas Waldkirch alla guida della Fondazione Technopark di Zurigo. Technopark ha come obiettivo fondamentale quello di mettere a disposizione una piattaforma per il trasferimento di saperi e di competenze tecnologiche dal mondo della ricerca all’industria – e per offrire agli imprenditori l’opportunità di dare vita alla propria azienda.

Attualmente, Technopark ospita 190 ditte per un totale di circa 1400 impiegati e ha il pregio e l’ambizione di ammorbidire il passaggio, spesso difficile, dall’idea d’impresa all’arrivo sul mercato.

Recentemente è stato Aymo Brunetti, capo economista al Segretariato di Stato per l’Economia (SECO), a sottolineare che la chiave della futura prosperità della Svizzera risiede nell’aumento della produttività e che le nuove tecnologie in questo giocheranno un ruolo fondamentale.

swissinfo: Cosa rende unica l’esperienza di Technopark?

Lesley Spiegel: Siamo in grado di offrire una serie di servizi mirati agli imprenditori che intendono costruire e lanciare una nuova azienda. Anzitutto a livello di infrastrutture, dove la nostra caratteristica fondante è di avere un approccio modulare e flessibile. Questo lascia alle imprese la libertà di crescere oppure di ridimensionarsi rapidamente – perché possono chiederci un altro ufficio oppure restituircene uno che non gli serve più.

In secondo luogo, credo che siamo in una posizione unica per quanto riguarda il trasferimento di tecnologie: l’Istituto federale per la tecnologia di Zurigo è il nostro principale inquilino e questo ci consente di implementare in tempo reale nuovi saperi tecnologici, mettendo le aziende in condizione di intraprendere progetti di sviluppo con l’Istituto e l’industria.

Infine, la Fondazione Technopark di Zurigo mette a disposizione delle ditte che lavorano con noi una gamma di servizi tagliati su misura.

swissinfo: Per quanto tempo un’azienda può restare ospite di Technopark – e quale è in media il ritmo di avvicendamento?

L.S.: Non ci sono limiti prestabiliti: possono restare tutto il tempo che vogliono, ma in genere si tratta di un meccanismo che si regola da sé. In linea di massima, ci sono due casi che possiamo definire esemplari. Da una parte, ci sono aziende che crescono molto velocemente e che presto lasciano Technopark per entrare nel mercato – lasciando spazio ad altre imprese.

È stato il caso, per esempio, di ditte come esmertec, che progetta soluzioni informatiche che si basano sul wireless, e come Freitag, che produce borse realizzate con materiali riciclati.

L’altro caso tipico è quello delle aziende a crescita lenta, di solito rimangono a lungo ospiti della nostra struttura. Poi ci sono le ditte che non crescono affatto e che a un certo punto se ne vanno – e anche quelle che falliscono. Ma possiamo dire che in media dopo cinque anni le imprese lasciano Technopark.

Per quanto riguarda il ritmo di avvicendamento, per noi è un elemento fondamentale. La nostra struttura vanta tassi di occupazione molto elevati, ma per conservarli dobbiamo fare in modo che ci sia sempre l’opportunità – e dunque, lo spazio fisico – per nuove aziende che vogliano entrare a farne parte.

swissinfo: Ma queste aziende, che siano start-up, spin-off o imprese già consolidate, quando lasciano Technopark sono effettivamente abbastanza innovative da competere con i grandi nomi dell’impresa internazionale? Quante finora sono riuscite a ritagliarsi il loro successo nel mercato?

L.S.: Bisogna tenere presente che quando sono ospiti di Technopark le ditte sono costrette ad essere molto innovative e competitive, perchè la nostra struttura non le protegge dalla concorrenza. Quello che siamo in grado di offrire è piuttosto il supporto e anche la formazione, ma quando sono qui devono essere in grado di stare in piedi sulle proprie gambe.

Non ho dati precisi sulle aziende che sono effettivamente arrivate ad avere successo. Ma le posso dire che il tasso di riuscita di quelle che appartengono alla categoria “aziende innovative” raggiunge il 90 per cento – e si tratta di una percentuale davvero elevata.

swissinfo: L’economia svizzera continua ad attraversare un momento di discreta debolezza. Cosa fa Technopark per aiutare le piccole aziende a trovare il loro posto sul mercato?

L.S.: Credo che sia fondamentale rendersi conto che il futuro dell’economia svizzera risiede nella capacità di dare vita ad aziende nuove e innovative. Molti credono che si debba continuare a puntare sulle grandi icone tradizionali dell’economia nazionale.

Eppure, negli ultimi anni abbiamo visto che molte di queste imprese si sono ritrovate decisamente sotto pressione e sono state costrette a mettere in campo dolorosi piani di ristrutturazione.

Il Technopark di Zurigo cerca di dare un contributo positivo nell’ambito di questi cambiamenti offrendo una piattaforma complessa per il trasferimento di tecnologie e per l’attività imprenditoriale in genere.

Abbiamo tutta una serie di progetti mirati, che tentano di rispondere a questioni chiave, come portare le tecnologie sul mercato, costruire squadre vincenti e finanziare le prime fasi della vita di un’impresa, ma anche come migliorare la consapevolezza pubblica del ruolo e dell’importanza dell’imprenditorialità nella nostra società.

Un esempio concreto di tutto questo è il Pioneer Prize della Banca cantonale di Zurigo: promuovere e attribuire premi è uno dei modi possibili e praticabili per portare all’attenzione di un pubblico più vasto la cultura d’impresa.

Un’altra strada molto efficace consiste nel costruire degli esempi di successo: le storie a lieto fine sono quelle che mettono in gioco l’incentivo maggiore possibile per potenziali imprenditori nelle università e nel mondo dell’impresa. Gli esempi vincenti spingono ad assumersi il rischio e fare un passo in avanti, dando vita alla propria azienda.

swissinfo: E quali sono i benefici per l’economia svizzera?

L.S.: Le start-up aiutano l’economia nazionale in molti modi. Un aspetto sicuramente cruciale è che generano nuovi posti di lavoro e credo che questo sia uno dei punti più importanti.

Inoltre, nel dare spazio alla nascita di nuove imprese la Confederazione conferma la sua vocazione di luogo che attira lavoratori qualificati, sia svizzeri che stranieri. Se vogliamo prevenire la “fuga di cervelli” dal nostro paese, dobbiamo essere in grado di offrire loro impieghi interessanti e ben pagati, oggi e anche nel futuro.

Con la creazione di aziende innovative, siamo infine in grado di attirare venture capital e anche investimenti dalle grandi aziende. E sono tutti elementi che contribuiscono a portare nel nostro paese reti e contatti del fare impresa.

swissinfo, Katalin Fekete
(traduzione di Serena Tinari)

Il Technopark di Zurigo è stato inaugurato nel 1993, come piattaforma per il trasferimento e lo scambio di saperi tecnologici fra il mondo dell’impresa e quello della ricerca.

Technopark mette inoltre a disposizione di giovani imprenditori servizi mirati e integrati, che consentono loro di dare vita alla propria azienda.

Technopark ospita 190 aziende per un totale di circa 1400 impiegati. In Svizzera ha tre partner strategici: Technopark Winterthur, Technopark Lucerna e il Technopark di Manno, nel Ticino meridionale.

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