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Tocco femminile al vino elvetico

Le vignaiole nel loro regno The band of women winemakers has just seven members, all female bosses of winemaking businesses (picture: www.Arvinis)

Sette donne agli onori del salone vinicolo Arvinis di Morges. Rappresentano l'Associazione svizzera delle viticoltrici.

Anche la Svizzera ha una lunga tradizione di viticoltura, non è una novità. Come il fatto che la vigna è un dominio tradizionalmente maschile.

Eppure non c’è ragione per escludere le capacità delle donne. Questo è il traguardo dell’Associazione delle viticoltrici, un gruppo creato quattro anni or sono nella Svizzera romanda.

“Le donne dimostrano altrettanta capacità di produrre del vino di qualità. Per far conoscere questa realtà siamo venute a questa esposizione”, afferma Nadège Fehlmann, direttrice del gruppo.

Le sette donne provengono da quattro cantoni: dal Vaud, dal Vallese, da Ginevra e dai Grigioni. La loro provenienza sociale è poi varia: “Non siamo tutte figlie di vignaioli”, spiega Caroline de Wurstenberger, la presidente dell’esposizione Arvinis.

Anche i loro prodotti si distinguono, non solo per la regione di provenienza. Un fattore che arricchisce l’esperienza raccolta all’interno del gruppo e permette lo scambio di informazioni e esperienze.

Rispetto da parte maschile

Per le donne, gli inizi sono stati difficili. “In un primo tempo gli uomini sorridevano, ma pian piano hanno capito che anche noi sappiamo lavorare e produrre dei vini di eccellente qualità”. E il loro contributo si fa vieppiù sentire, come nella gastronomia, dove le donne sono riuscite a conquistarsi un posto al sole.

Un approccio differente

Ma si può affermare che le donne abbiano un approccio differente alla coltivazione e alla produzione del vino? Certi degustatori e alcune guide lo affermano senza esitare: si può riconoscere un tocco di femminilità nei vini prodotti da donne.

“Le donne che partecipano al nostro gruppo hanno davvero un altro approccio alla produzione del vino – spiega la presidente della kermesse – e questo si sente al momento della degustazione”.

La Wurstenberger continua: “Non esitiamo a produrre dei vini diversi che corrispondono al nostro carattere, mentre molti uomini si adagiano sui gusti richiesti dal mercato”. E l’esposizione che attende 17’000 visitatori è l’occasione per far conoscere i loro prodotti.

Servagnin agli onori

Ma ai visitatori di Arvinis sono riservate anche altre sorprese. La cittadina di Morges è un po’ il cuore della zona viticola che costeggia il Lago Lemano, una regione conosciuta per la qualità della sua produzione.

L’attenzione di quest’anno è rivolta a dei vitigni tradizionali. In particolare il Servagnin, un pinot nero coltivato nella zona da secoli.

Fino agli anni cinquanta molto diffuso, il Sevargnin ha lasciato il passo ad altri vitigni per la sua bassa produttività e la fragilità dei grappoli. Ma adesso è arrivata l’ora della riscoperta. Il merito è anche delle viticoltrici presenti a Arvinis e la presidente precisa: “Siamo fiere di poter offrire questo gioiello indigeno e di veder rifiorire dei prodotti locali tradizionali”.

Roy Probert

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