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Un’azione Swisscom a vocazione popolare

Privatizzazione in vista per Swisscom (foto:Swisscom) Swisscom

Nell'ambito della privatizzazione di Swisscom, il governo intende cedere il proprio pacchetto azionario al maggior numero possibile di acquirenti.

Il Consiglio federale ha avviato mercoledì la procedura di consultazione accelerata per la privatizzazione dell’operatore telefonico. I piccoli azionisti dovrebbero beneficiare di un’azione popolare in offerta speciale.

Le parti interessate avranno tempo fino al 6 marzo per esprimere il loro parere in merito. Stando a una nota del Dipartimento federale delle finanze (DFF), governo e Consiglio d’amministrazione di Swisscom sono favorevoli al ritiro della Confederazione quale azionista di maggioranza dell’operatore.

Già in novembre, ricorda il DFF nella sua nota, l’esecutivo era giunto alla conclusione di «creare i presupposti legali per la cessione della partecipazione detenuta dalla Confederazione nell’azienda Swisscom».

Favorire il popolo

Il Consiglio federale ha espresso la volontà di favorire la gente comune nel processo di privatizzazione di Swisscom. Al momento della vendita del pacchetto azionario della Confederazione – che attualmente detiene la maggioranza di Swisscom (66,1%) – dovrebbe essere fatta un’offerta speciale ai piccoli azionisti.

Non si tratterà comunque di «azioni gratuite» per il popolo, come aveva proposto a suo tempo il consigliere federale Christoph Blocher. L’obiettivo dell’offerta popolare è quello di distribuire il più possibile le azioni dell’impresa di telecomunicazioni.

Il Consiglio federale, ha fatto sapere Elisabeth Mayerhans, portavoce del DFF, rinuncia consapevolmente all’opportunità di vendere le azioni al prezzo più alto possibile. In questo modo, si dovrebbero creare le basi necessarie per garantire l’indipendenza di Swisscom.

Per il Sindacato della comunicazione, questa proposta non porterà ai risultati sperati. «Questa non è una misura d’accompagnamento, ma una misura per indebolire Swisscom», ha dichiarato il presidente Christian Levrat. Se si vuole garantire l’indipendenza di Swisscom, ha fatto sapere il sindacato, allora bisogna farla restare nelle mani della Confederazione.

Da parte sua economiesuisse, l’organizzazione mantello dell’economia svizzera, saluta i piani di privatizzazione del governo. “È importante che l’operazione venga portata a termine il più rapidamente possibile”, ha dichiarato Thomas Pletscher, membro della direzione.

“Il ricavato della vendita dovrebbe servire a diminuire il debito pubblico” ha aggiunto. Sulla proposta di un’azione popolare, economiesuisse non ha voluto in vece prendere posizione.

Altre proposte

Il governo ha valutato altre misure d’accompagnamento e le proporrà in un rapporto separato ai partecipanti alla procedura di consultazione.

Nel testo in consultazione, il Consiglio federale spiega i motivi che a suo avviso giustificano la privatizzazione di Swisscom.

In primo luogo, l’azienda rappresenta per la Confederazione un investimento importante e non diversificato. Inoltre, il governo ritiene che il servizio universale sia ampiamente assicurato dalla legislazione sulle telecomunicazioni. Bisogna poi salvaguardare le possibilità di successo di Swisscom sul mercato delle telecomunicazioni.

Altro aspetto che spinge verso il disimpegno di Berna è rappresentato dalla strategia di espansione all’estero di Swisscom, necessaria per compensare il prevedibile calo del fatturato delle attività in Svizzera.

Tale strategia è problematica per la Confederazione, indica il DFF, poiché «a seguito della sua speciale responsabilità nei confronti dei contribuenti, essa deve soppesare i rischi in modo diverso rispetto agli investitori privati».

Inoltre, precisa il comunicato, «la Confederazione è esposta anche a rischi politici, in particolare nel caso in cui Swisscom volesse partecipare a un’impresa estera con mandato di servizio universale».

swissinfo e agenzie

23 novembre 2005 : il Consiglio federale annuncia l’intenzione di cedere la sua quota maggioritaria in Swisscom (66,1% delle azioni).
Pochi giorni dopo, il governo blocca le acquisizioni di Swisscom all’estero.
La trattativa con l’operatore irlandese Eircom viene bruscamente interrotta.
2 dicembre 2005: il governo precisa che il veto alle acquisizioni all’estero riguarda solo gli operatori nazionali di telefonia fissa.
20 gennaio 2006: in disaccordo con il riorientamento strategico del Consiglio federale sulla politica d’espansione del gigante blu, Jens Adler, direttore generale, rassegna le dimissioni.

La procedura di consultazione è una particolarità del sistema politico svizzero.

Il governo la applica prima di lanciare ufficialmente un nuovo progetto di legge o di modificare leggi già esistenti.

La procedura di consultazione permette agli ambienti interessati di esprimere la loro opinione su un determinato disegno di legge. Cantoni e partiti politici sono coinvolti in tutte le procedure.

Grazie alla procedura di consultazione, il parlamento discute testi che tengono già conto, nella misura del possibile, di esigenze diverse. In questo modo, viene ridotto il rischio di referendum.

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