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Un cuore svizzero per Galileo

Gli orologi atomici svizzeri segneranno il tempo per i satelliti di Galileo. www.europa.eu.int

Il sistema europeo di navigazione satellitare, il cui sviluppo è stato definitivamente approvato martedì dai ministri dei trasporti Ue, si baserà su due orologi atomici realizzati a Neuchâtel.

Fra sei anni, una trentina di nuovi satelliti ruoteranno attorno alla Terra, su orbite di oltre 20’000 chilometri, per fornire informazioni sulla localizzazione di ricevitori in ogni punto del globo. Il che permetterà, per esempio, di rafforzare la sicurezza e lo smaltimento del traffico. O di perfezionare la gestione territoriale e la comprensione di fenomeni ambientali, di migliorare la gestione dei rischi legati alle frane, alle valanghe, ai trasporti pericolosi, e non solo: saranno numerosissime le applicazioni per le quali si potranno impiegare i dati forniti da Galileo, il sistema di navigazione satellitare voluto dall’Europa, per sottrarsi alla dipendenza dai 21 satelliti del sistema americano militare GPS.

Concorrenza con GPS e GLONASS

In realtà, sono due i sistemi di navigazione satellitare esistenti. Uno, molto conosciuto e diffuso, è il Global Positioning System (GPS), creato negli anni 70 dagli Stati Uniti a scopi militari e poi aperto gratuitamente a tutti. L’altro, meno famoso ma tuttora funzionante, è il sistema russo Global Navigation Satellite System (GLONASS), che con i suoi 6 satelliti fornisce pure dati utili per la navigazione.

Ma proprio perché sono due sistemi militari, sia il GPS che il GLONASS sono sempre esposti a possibili oscuramenti o interferenze, a seconda delle ragioni di sicurezza nazionale che Stati Uniti o Russia potrebbero far valere. E le stesse ragioni militari fanno sì che i due sistemi non forniscano dati precisi per l’uso civile.

Diversa, invece, sarà la situazione con Galileo. Con i suoi 30 satelliti e le 14 stazioni terrestri, il sistema europeo sarà in grado di garantire non solo la continuità di funzionamento, ma anche un’elevatissima precisione di posizionamento, con un’accuratezza di 4 metri. Una precisione impensabile con i sistemi dei due concorrenti. Con i quali, è tuttavia prevista una totale interoperabilità. Nel senso che, pur dotato di un unico ricevitore, ogni utente potrà ottenere la posizione esatta, indipendentemente dal sistema satellitare usato.

Con la fase operativa di Galileo, potrà quindi cominciare anche una vera e propria rivoluzione del sistema dei trasporti. Ma i dati forniti dal sistema satellitare europeo saranno sfruttati anche in molti altri settori. Potranno per esempio servire a migliorare l’efficienza dei soccorsi, a effettuare il controllo della crescita dei raccolti, a fornire segnali orari accurati. Insomma, potranno essere utili in moltissimi aspetti della nostra vita sociale.

Un mercato da 40 miliardi di euro

Ovviamente, l’iniziativa europea non piace agli americani, che rischiano di perdere la loro posizione predominante sul mercato e anche i vantaggi strategici. Per questo, Washington ha già lanciato i programmi Gps-2 e Gps-3, che mirano a ottenere un segnale più accurato e preciso. E pure continuerebbe volentieri a mettere gratuitamente a disposizione degli europei il segnale GPS, per non ritrovarsi a fare i conti con un nuovo concorrente.

L’Ue stima infatti che, nel 2005, il mercato mondiale della navigazione satellitare sarà di 40 miliardi di euro. E ritiene che la realizzazione dell’infrastruttura Galileo coinvolgerà 20’000 posti di lavoro, mentre per il suo funzionamento bisognerà crearne 2000 di carattere permanente. S senza nemmeno contare gli sbocchi occupazionali per tutte le applicazioni collaterali create dal nuovo sistema, questi dati fanno supporre che il GPS non cederà tanto facilmente il campo al nuovo venuto.

Qualità elvetica per il cuore del sistema

In questa lotta di concorrenza fra Stati Uniti e Unione europea si inserisce anche la Svizzera, che nella sua qualità di membro dell’Agenzia spaziale europea (ESA)partecipa direttamente alla realizzazione del programma. “Il cuore del sistema di navigazione è costituito dai due tipi di orologi atomici, sviluppati entrambi a Neuchâtel”, spiega a swissinfo Pascal Vinard, delegato permanente della Confederazione presso l’ESA.

Si tratta di un sistema di misurazione del tempo basato sugli oscillatori a rubidio, prodotto dalla Temex Neuchâtel Time. E di uno che utilizza una tecnologia ancora più recente, quella dei MASER a idrogeno passivo, che è stato sviluppato presso l’Osservatorio cantonale di Neuchâtel.

“Su ogni satellite di Galileo, ci saranno due orologi con la tecnologia MASER e due orologi a rubidio”, spiega Pascal Vinard, secondo il quale “grazie all’altissima precisione dei due orologi a risonanza atomica, anche la precisione del posizionamento ottenuto con il sistema Galileo sarà ben superiore a quella dell’attuale GPS americano”.

Un altro vantaggio di Galileo consiste nel fatto che il sistema “sarà in grado di riconoscere gli errori in tempo reale”, continua il delegato elvetico presso l’ESA, “mentre il GPS impiega a volte fino a 2 ore, per constatare che uno dei suoi satelliti fornisce un posizionamento sbagliato di oltre 160 chilometri.”

Molti vantaggi anche per la Svizzera

Il costo totale del programma Galileo si aggira sui 3 miliardi 2 mezzo di euro, “più o meno quanto bisogna investire per costruire poco più di 100 chilometri di ferrovia”, ci tiene a sottolineare Pascal Vinard. E aggiunge che nella fase dello sviluppo, la Svizzera partecipa agli investimenti nella misura del 3,68 percento, vale a dire con circa 20 milioni di euro, “che verranno però subito ricompensati in contratti diretti. Mentre per quanto concerne i contratti indiretti, il moltiplicatore dovrebbe essere addirittura 3 o 4 volte superiore”.

“Per l’industria Svizzera ci saranno ricadute di tipo classico per la produzione di parti delle strutture dei satelliti, per la costruzione di elementi di pannelli solari o parti di antenne”, sostiene il delegato svizzero presso l’ESA, “senza contare le ripercussioni su scala macroeconomica. Per esempio, bisognerà sviluppare la produzione di ricevitori satellitari”.

“Il programma stimolerà pure il sistema dei servizi”, conclude Pascal Vinard, “perché la navigazione satellitare, in combinazione con le telecomunicazioni e l’osservazione a terra, può fornire informazioni di altissima qualità per la gestione territoriale, per la comprensione di fenomeni ambientali e la gestione dei rischi di frane, di valanghe, di trasporti pericolosi. E naturalmente anche per la coordinazione del traffico su tratte difficili, come l’asse del San Gottardo”.

Tuttavia, Berna non nasconde una certa preoccupazione per la futura gestione di Galileo. Se dovesse dipendere dalla Commissione europea, la Svizzera, non facendo parte dell’Ue, verrebbe ovviamente a trovarsi svantaggiata.

Fabio Mariani

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