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Un fronte ampio per combattere i tagli nel settore della formazione

Le senatrici Langenberger (a sinistra) e Fetz durante la conferenza stampa del 29 maggio 2007 a Berna sul tema dei crediti federali per la formazione, la ricerca e l'innovazione Keystone

Il fronte che sta dando battaglia ai tagli annunciati dal governo nel settore della formazione, della ricerca e dell'innovazione raggruppa parlamentari di tutti gli schieramenti politici. L'argomento sarà dibattuto alla camera alta durante la sessione estiva in corso.

In gioco vi è l’incremento annuo di almeno il 6% della spesa destinata alla formazione, alla ricerca e all’innovazione (ERI).

Durante la sessione estiva corrente, la Camera alta del Parlamento svizzero sarà chiamata ad esprimersi sul messaggio ERI in cui il Consiglio federale (governo), dando seguito a diverse mozioni parlamentari, fissa nell’ambito del credito globale di 21,2 miliardi di franchi per il periodo 2008-2011 un tasso di crescita annua del 6%.

Gli obiettivi di risparmio del governo, tuttavia, sollevano seri dubbi sull’attendibilità di questa cifra.

Stando alle dichiarazioni rilasciate da FUTURE (un team composto di parlamentari di tutte e sei le forze politiche presenti a Palazzo federale) durante una conferenza stampa indetta recentemente a Berna, le scuole universitarie svizzere non dispongono delle risorse necessarie per fornire il migliore contributo possibile al futuro della scienza e dell’economia made in Switzerland.

Il sei percento è il minimo indispensabile

Il Consiglio federale – ha puntualizzato la senatrice liberale nonché presidente di FUTURA Christiane Langenberger – dovrebbe quindi attenersi alla richiesta avanzata dal Parlamento di incrementare i fondi destinati alla formazione e alla ricerca di almeno il 6% ogni anno.

I preannunciati tagli al preventivo – ha proseguito la rappresentante del PLR – pregiudicherebbero lo svolgimento di determinate attività da parte delle scuole universitarie, di altri istituti attivi nella ricerca e nell’innovazione come pure della formazione professionale. Insomma, il Consiglio federale rischia di imboccare “una politica di ‘stop and go’ dagli effetti deleteri”.

Alla luce soprattutto della necessità di recuperare il terreno perduto negli anni Novanta e considerati i tagli apportati dai programmi di sgravio nel triennio appena trascorso – ha spiegato la signora Langenberger – un aumento del 6% annuo dei fondi stanziati sarebbe il minimo che si possa pretendere se vogliamo tenere testa alla concorrenza internazionale.

Cifre illusorie

In effetti, nel messaggio sul promovimento dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione per il quadriennio 2008-2011 trasmesso alle Camere nel gennaio del 2007, il Consiglio federale propone un incremento medio della spesa in questo settore pari al 6% annuo.

Questo non gli ha tuttavia impedito, nelle sue istruzioni per l’allestimento del preventivo e la pianificazione finanziaria 2008-2011 emanate nel febbraio del 2007, di disporre una serie di tagli che, per quanto riguarda il settore ERI, potrebbero raggiungere 100 milioni di franchi annui.

Per bocca della sua presidente Langenberger, FUTURE deplora la decisione del Consiglio federale di annunciare questa ennesima tornata di tagli prima che il messaggio venga affrontato dal Consiglio degli Stati durante la sessione estiva: “Gli aumenti proposti dal Consiglio federale, quindi, sono solo apparenti”.

Pomo della discordia tra Consiglio federale e Parlamento

Le spese per la formazione sono un terreno di scontro tra esecutivo e legislativo già da molti anni. Come comunicato nel gennaio del 2007, visto l’ampio consenso riscosso tra i parlamentari dalla richiesta di un aumento significativo delle risorse destinate all’educazione, alla ricerca e all’innovazione, il Consiglio federale si è visto costretto a rivedere il tasso di incremento portandolo dal 4,5% inizialmente previsto al 6%.

La politica proposta dal Consiglio federale, spiega lo stesso esecutivo, mira a tutelare e a consolidare lo sviluppo di un sistema di ricerca e di formazione svizzero in grado di competere su scala internazionale.

Affinché l’incremento della spesa in questo settore non resti solo sulla carta, ma venga applicato concretamente, FUTURE auspica che, nel corso della prossima legislatura, i fondi destinati al settore ERI vengano esclusi dal blocco dei crediti e da altri tagli al preventivo e che tale deroga, limitata a quattro anni, venga ancorata nella legge.

Un provvedimento in tal senso verrà dibattuto dal Consiglio degli Stati (camera alta) durante la sessione estiva.

swissinfo, Jean-Michel Berthoud
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)

Il 21 maggio 2006, popolo e Cantoni hanno accolto la modifica costituzionale degli articoli riguardanti la formazione.

I Cantoni mantengono la loro sovranità in materia di educazione, ma sono tenuti ad armonizzare i parametri fondamentali dei rispettivi sistemi scolastici.

All’inizio di luglio del 2006, il Consiglio federale ha deciso di limitare al 4.5% l’aumento dei crediti destinati alla formazione, alla ricerca e all’innovazione (ERI) per il quadriennio 2008-2011.

Nel settembre del 2006, il Consiglio degli Stati (camera alta) ha approvato un tasso di incremento minimo del 6%, il Consiglio nazionale (camera bassa) addirittura dell’8%.

Nell’ottobre del 2006, il Consiglio federale ha corretto al rialzo il proprio piano finanziario: nel periodo 2008-2011, le spese per il settore ERI dovranno aumentare annualmente del 6% anziché del 4,5%.

Fondata nel 2001, FUTURE è una rete che annovera partnership con esponenti del mondo universitario, della scienza e della politica. Il suo obiettivo è duplice: fare pressione affinché le misure di risparmio non incidano sulle spese per la formazione, la ricerca e l’innovazione (ERI) e promuovere il dialogo tra politica e scienza.

FUTURE riunisce parlamentari di tutti e sei i partiti presenti nelle due Camere, che si distinguono per il loro impegno a favore del settore ERI.

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