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Un museo unico in Svizzera

Al museo sono riuniti diversi oggetti appartenuti ad ex guardie svizzere Keystone

La consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha inaugurato sabato a Naters un museo dedicato alla Guardia pontificia, a cui il comune vallesano ha fornito il maggior numero di soldati.

Situato nell’ex fortezza militare del paese, il museo propone un’esposizione che oltre alle alabarde e alle uniformi mette in risalto i destini umani dei soldati papali.

Il motto delle guardie pontificie

Acriter et fideliter (Con coraggio e lealtà)

Durante la cerimonia d’inaugurazione del museo «Espace Garde» di Naters, nell’alto Vallese, la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha dichiarato che la Guardia pontificia svizzera incarna la politica attiva di neutralità della Confederazione.

«Montare di guardia significa essere attivi. Significa pure non avere intenzioni aggressive, pur rimanendo pronti ad ogni momento. La guardia rappresenta molto bene ciò che mi aspetto dalla Svizzera», ha osservato Calmy-Rey.

«Per questo motivo sostengo una neutralità attiva, la quale tenta di evitare o appianare i conflitti tramite gli strumenti dei diritti popolari, della promozione civile della pace e dei diritti umani».

Armi e oggetti di tutti i giorni

La creazione del museo di Naters – unico in Svizzera – è stata diretta da Werner Bellwand. L’etnologo ha raccolto durante otto anni diversi oggetti della vita quotidiana appartenuti ad ex guardie pontificie.

Nel museo non sono infatti esposte soltanto le armi (alabarde) e le uniformi delle guardie. Esso racconta pure i destini umani di chi ha deciso di lasciare la Svizzera per offrire i propri servizi al Vaticano.

«Vengono spiegate le motivazioni che portano un giovane ad entrare nella guardia e i vari aspetti della vita dei soldati a Roma», ha spiegato Michele Merzaghi, studente dell’Università di Basilea, collaboratore di Bellwand.

Nel museo che sorge nell’ex fortezza militare del paese non mancano gli oggetti insoliti. Come una lavagna utilizzata per impartire lezioni di italiano, dei giornali intimi o delle maglie del «FC Guardia».

Il museo è suddiviso in tre parti. Esso comprende una sala del tesoro – in cui sono esposti gli oggetti più inconsueti – uno spazio per l’esposizione vera e propria (comprendente tra l’altro i ritratti di tutti i comandanti della Guardia) e un archivio.

Terra di soldati

Non è un caso che il museo sia sorto proprio a Naters. Dal comune vallesano è partito il più importante contingente di guardie svizzere negli ultimi 180 anni.

Secondo le statistiche realizzate tra il 1825 e il 2004, 693 soldati sono partiti alla volta di Roma dal Vallese (80 soltanto da Naters), 512 da Lucerna e 482 da Friborgo. In fondo alla lista il canton Ginevra, con sei soldati.

La lunga tradizione di Naters ha spinto il comune a creare, nel 2002, la Fondazione per il centro culturale della Guardia svizzera, la quale ha realizzato il museo investendo oltre un milione di franchi.

L’inaugurazione di sabato si aggiunge ai numerosi eventi organizzati in Italia e in Svizzera per marcare i 500 anni della Guardia.

swissinfo e agenzie

Le guardie pontificie devono essere di nazionalità elvetica, di sesso maschile, di età compresa tra i 19 e i 30 anni, alti almeno 174 cm e di fede cattolico-romana.
Devono aver svolto il loro servizio militare in Svizzera e detenere un certificato professionale o di studio superiore.
Al momento del reclutamento devono essere celibi (possono sposarsi in seguito).
Il salario mensile è di 1’800 franchi (esenti da imposte e alloggio compreso).

L’esercito più piccolo del mondo è stato creato nel 1506 quando 150 soldati svizzeri sono accorsi al Vaticano per proteggere Papa Giulio II.

Durante il Sacco di Roma del 1527, 147 guardie svizzere hanno perso la vita per salvare quella di Papa Clemente VII.

Attualmente sono attive 110 guardie svizzere al Vaticano, dove devono rimanere in servizio per almeno due anni.

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