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Un piano per un territorio più equilibrato

Le riserve maggiori di zone edificabili si trovano in Svizzera nello spazio rurale Keystone

In Svizzera l'edificazione continua a svilupparsi in modo disordinato: si accentua il divario tra aree metropolitane e il resto del Paese.

In futuro una migliore coordinazione tra cantoni dovrebbe permettere di evitare casi come quello di Galmiz, nel canton Friburgo, dove si vuole installare una fabbrica su di in un terreno non edificabile.

Un caso emblematico della scarsa coordinazione tra entità politiche e amministrative nella progettazione territoriale: la contestata trasformazione di un terreno agricolo nei pressi del lago di Morat in zona edificabile per far posto ad un gruppo farmaceutico americano.

Nel suo Rapporto 2005 l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) cita l’ esempio, sottolineando come le conseguenze di un insediamento industriale in un terreno coltivato, in alcuni punti addirittura protetto, non sono state ben valutate dalle tre zone interessate ad accogliere la fabbrica: il comune di Galmiz, Yverdon-les-Bains, Payerne, nonché il canton Vaud.

Il Rapporto 2005 dell’ARE mette in guardia contro lo sviluppo disordinato del territorio che si sta verificando in Svizzera. Per correre ai ripari, l’ARE propone un progetto che punta sul rafforzamento delle aree metropolitane e sulla promozione dei sistemi urbani, con strategie per affrontare i problemi delle zone rurali.

A giudizio del direttore dell’ARE, Pierre-Alain Rumley, una delle sfide più importanti dei prossimi anni sarà il rafforzamento della collaborazione tra tutti gli attori della pianificazione del territorio, ossia tra le diverse istituzioni statali, economiche e le associazioni.

Oggi i 3/4 della popolazione elvetica vive in agglomerati sempre più estesi; il processo di urbanizzazione ha lasciato scoperti territori debolmente abitati e poveri in offerte socio- culturali.

Non più campagna, non ancora città



Larghe zone dell’Altopiano, della valle del Rodano, del Ticino e del Giura hanno perso la loro peculiarità rurale senza acquisire una caratteristica urbana. Proseguendo nell’evoluzione attuale – rileva il rapporto – nel 2030 le principali forze del Paese saranno concentrate in tre metropoli: Zurigo, Basilea e Losanna-Ginevra.

Uno scenario dallo sviluppo tutt’altro che sostenibile, secondo l’ARE, con squilibri economici, sociali e ambientali.

Oltre agli agglomerati vi è un territorio rurale, la cui importanza quale spazio vitale e occupazionale non va sottovalutata.

Invece l’utilizzazione del suolo continua con un ritmo sostenuto di quasi un metro quadrato al secondo, malgrado i 60 000 ettari di zona edificabile non ancora sfruttati, che potrebbero ospitare circa 2,5 milioni di persone.

Rispetto al numero degli abitanti, le riserve maggiori di zone edificabili si trovano nello spazio rurale. Occorre perciò chiedersi se queste riserve si trovano laddove la loro presenza è davvero necessaria e dove lo sviluppo dell’urbanizzazione è più opportuno.

Attuale sviluppo non sostenibile



In Svizzera l’evoluzione degli ultimi decenni non può essere definita «sostenibile» avverte l’ARE. Ciò va in particolare a scapito della competitività delle aree metropolitane e dei centri turistici.

La popolazione e i posti di lavoro si concentrano eccessivamente nelle metropoli. Gli agglomerati sono caratterizzati da una crescente segregazione sociale e funzionale e continuano ad espandersi, facendo aumentare la mobilità «forzata».

Poiché gli insediamenti, che si allargano in continuazione e con una densità sempre minore, devono essere equipaggiati con tutte le necessarie infrastrutture, i costi di urbanizzazione nell’insieme sono molto alti, gravando sempre più sugli enti pubblici.

Progetto territoriale



Allo scopo di rendere più sostenibile lo sviluppo in Svizzera, l’ARE ha elaborato dunque un «progetto territoriale» che viene posto in discussione. Fungono da base quattro scenari per una Svizzera nel 2030, che consentono di stimare gli effetti delle possibili evoluzioni.

Il progetto ipotizza una Svizzera policentrica, con diverse reti di località di varia importanza separate da spazi rurali e naturali aperti. Esso comprende strategie generali che riguardano tutto il territorio nazionale, ma anche strategie territoriali specifiche per le aree urbane e rurali.

swissinfo e agenzie

Negli scorsi decenni le aree degli agglomerati si sono progressivamente estese verso le zone rurali e il loro territorio è cresciuto più rapidamente rispetto alla popolazione.

Poco coordinata l’urbanizzazione degli agglomerati, a causa delle strutture istituzionali decentralizzate (come cantoni e comuni) ha generato l’aumento del traffico e ingenti costi per i trasporti pubblici.

Il rapporto dell’ARE rileva che oggigiorno gli agglomerati si presentano così come un’aggregazione di comuni che, invece di lavorare insieme, perseguono spesso obiettivi diversi e in contrapposizione fra loro.

Secondo l’ARE i punti su cui si deve procedere per rendere più sostenibile lo sviluppo territoriale:

Intensificare la collaborazione tra Comuni, Cantoni, Confederazione.
Migliorare il coordinamento tra i diversi settori della politica.
Impiegare strumenti economici e finanziari quali incentivi
Procedere alla revisione della legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT).

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