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Un sostegno alla riunificazione di Cipro

Uno Stato federale sul modello svizzero dovrebbe porre fine alla divisione di Cipro Keystone

Il Dipartimento degli affari esteri ha inviato a Nicosia degli esperti in mediazione ed in diritto costituzionale.

Il team svizzero sosterrà le due delegazioni cipriote che negoziano la riunificazione dell’isola sulla base del piano dell’ONU. Ispirato dalla struttura federale svizzera.

Martedì è iniziata una nuova tornata di colloqui interciprioti. L’ultima chance perché, il prossimo primo maggio, l’isola di Cipro possa entrare riunificata nell’Unione europea.

Sull’isola mediterranea, la Confederazione ha inviato due collaboratori del pool svizzero per la promozione civile della pace.

Gli esperti sono diretti dal diplomatico Didier Pfirter. Quest’ultimo, autore del progetto di costituzione federale dell’isola, già da qualche settimana lavora in modo attivo all’accomodamento del trentennale conflitto cipriota.

Il diplomatico elvetico collabora infatti, in qualità di consigliere giuridico, con Alvaro de Soto, responsabile dei negoziati promossi dall’ONU.

Il compito degli svizzeri sarà principalmente quello di consigliare i giuristi delle due delegazioni, greca e turco-cipriota, nel tentativo d’armonizzare una trentina di leggi in ambito di diritto costituzionale, amministrativo, economico e di diritto pubblico.

Un piano ispirato alla Svizzera

I colloqui tra il presidente della Repubblica di Cipro Tassos Papadopoulos ed il leader turco-cipriota Rauf Denktash erano ripresi giovedì scorso sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Al centro delle discussioni, il piano Onu preparato dal segretario generale Kofi Annan. Un testo che prevede una Confederazione di tipo elvetico.

“Il piano di Annan prevede ad esempio un consiglio presidenziale abbastanza simile al nostro concetto di Consiglio federale”, precisa Thomas Fleiner, professore all’Istituto di federalismo dell’Università di Friborgo.

Non si tratta tuttavia di riprendere il modello federalista elvetico nella sua integralità.

“Non credo che il nostro modello possa essere semplicemente copiato ed applicato ad un altro paese”, rileva Thomas Fleiner.

“È invece importante adottare la filosofia che ne è alla base. Nel tentativo di sviluppare una democrazia che integri gran parte della popolazione”.

Scommessa difficile

Gli svizzeri sono sempre stati considerati dei buoni mediatori, rileva da parte sua Victor-Yves Ghebali, professore all’Istituto di studi internazionali di Ginevra.

“Ma qui non si tratta di discutere della bontà del modello proposto. Quel che conta è se la popolazione di Cipro sarà pronta ad applicarlo”, sottolinea.

Negli anni ’60, la prima Costituzione cipriota già ricordava il modello federale svizzero. “Ma non ha per niente funzionato”, ricorda Ghebali.

Il progetto dell’ONU prevede uno Stato federale composto da due entità. Secondo il professore ginevrino, una soluzione non sempre adeguata.

I turchi rappresentano circa il 20% della popolazione dell’isola. Ma non vogliono essere considerati una minoranza ed esigono che, nel nuovo Stato, le due comunità, quella greco-cipriota e quella turca, siano trattate alla stessa maniera.

Secondo Victor-Yves Ghebali, proprio qui risiede il principale ostacolo alla conclusione di un accordo. Ghebali non nasconde quindi il suo scetticismo sugli attuali negoziati.

L’ultima spiaggia

L’adesione di Cipro all’Unione europea, prevista per il primo maggio, ha segnato un’accelerazione negli sforzi per riunificare l’isola.

Tuttavia, a Nicosia il tempo stringe. Finalmente, martedì le discussioni sono entrate nella fase decisiva.

Se i negoziati dovessero riuscire, l’intera Cipro aderirebbe alla nuova Unione a 25 paesi.

In caso di un fallimento, soltanto la parte greco-cipriota sarebbe ammessa in Europa: il nord turco ne sarebbe escluso in quanto non riconosciuto dalla comunità internazionale.

La popolazione cipriota sarà chiamata a pronunciarsi sul processo di riunificazione in atto nel prossimo mese d’aprile.

swissinfo e agenzie

Cipro ha una superficie di 9’250 km quadrati, un quarto della Svizzera;
Un terzo del territorio appartiene alla Repubblica turca di Cipro del Nord e comprende circa 200mila abitanti;
La parte greco-cipriota conta invece 715mila abitanti;
La capitale Nicosia ha 199mila abitanti ed è divisa in due da un muro.

Cipro è divisa da trent’anni. Colonia britannica fino al 1959, in base ad un trattato anglo-greco-turco, divenne poi indipendente con Grecia e Turchia come garanti.

Il 15 luglio 1974 un tentato colpo di Stato militare, sostenuto dalla giunta dei colonnelli allora al potere ad Atene, depose l’arcivescovo Makarios dalla carica di presidente, costringendolo all’esilio.

Il golpe fallì pochi giorni dopo, ma offrì alla Turchia l’attesa occasione di invadere Cipro per proteggere la comunità turca.

Nel 1998, il governo greco-cipriota di Nicosia, il solo riconosciuto dalla comunità internazionale, ha avviato il processo d’adesione all’Unione europea.

Nel 1999 il Consiglio europeo di Helsinki ha stabilito che la riunificazione dell’isola non era una precondizione necessaria per l’adesione.

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