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Verde ma non troppo

Gli additivi antidetonanti della benzina, anche di quella più ecologica, sono problematici per l'ambiente Keystone Archive

L'additivo antidetonante che ha sostituito il piombo nella benzina ecologica, il MTBE, rischia di inquinare la falda freatica. Lo sostiene uno studio del Politecnico di Losanna.

Perché i motori a combustione funzionino bene, bisogna che il carburante non scoppi in modo disordinato, ma risponda sempre e bene alla scintilla prodotta dalla candela. Per questo, alla benzina vengono aggiunti degli antidetonanti come il piombo – che però è molto inquinante – o il metil terz-butil etere, in sigla MBTE. Un prodotto di sintesi organica a basso costo, impiegato nella produzione delle benzina verde, perché innocuo per l’ambiente.

MTBE: altamente solubile e non biodegradabile

In realtà, il MTBE così innocuo non è: “Questo etere, contrariamente a molti altri componenti della benzina, presenta un alto grado di solubilità nell’acqua”, ci spiega Patrick Höhner, che guida il gruppo di ricerca sui siti inquinati e sugli inquinanti organici, “e praticamente non è biodegradabile”.

Di conseguenza, laddove c’è fuoriuscita di benzina – come nel caso di incidenti stradali o di impianti difettosi nelle stazioni di servizio – c’è un forte rischio di inquinamento delle acque sotterranee. “Noi abbiamo constatato che, in genere, i componenti naturali della benzina si volatilizzano facilmente”, afferma il ricercatore losannese, “e se penetrano nel suolo, si degradano prima di giungere alla falda freatica. Il MTBE invece penetra fin nella falda freatica, dove si accumula, emanando un fetore che rende l’acqua imbevibile”.

Alcol: biodegradabile…

Nella sola Svizzera si importano ogni anno 100’000 tonnellate di MTBE. “Se anche una minima parte finisse nel suolo, il danno per le riserve d’acqua potabile sarebbe molto grave”, sostiene Patrick Höhener. Che propone di sostituire il MBTE con un altro additivo, “un alcol come l’etanolo, per esempio, molto più facilmente degradabile da parte dei batteri che vivono nel suolo”.

E sebbene non ci sia urgenza, visto che il preteso effetto cancerogeno del MBTE si produrrebbe soltanto in presenza di fortissime concentrazioni, il ricercatore fa notare che la California si appresta a proibirne l’impiego, “anche perché negli Stati Uniti molti serbatoi sono sotterrati senza protezione, e il rischio di perdite è più alto che qui da noi”.

…ma non senza problemi

La sostituzione del MBTE con dell’alcol potrebbe però rivelarsi molto problematica, a causa di un altro componente della benzina, ben più cancerogeno dell’additivo: il benzene, una sostanza che si produce con la raffinazione. Secondo Christoph Wenger, dell’Ufficio federale dell’ambiente, “invece di attaccare il benzene come fanno ora, i batteri del suolo potrebbero preferire l’alcol. E il benzene, non degradato, finirebbe nella falda acquifera, creando gravissimi problemi di inquinamento”.

Un’ipotesi presa in considerazione anche dai ricercatori losannesi, che, a detta di Patrick Höhener, stanno ancora compiendo ricerche in questo senso. Ai risultati degli esperimenti sulla penetrazione del MTBE nel suolo, di recente pubblicati nella rivista Enrivonmental Science & Technology, potrebbero presto seguirne altri.

Fabio Mariani

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