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Verso il voto sull’esercito

Inizia il lavoro per convincere il popolo della riforma delle forze amate. www.vbs-ddps.ch

Il ministro della difesa, Samuel Schmid, risponde alle accuse: con la riforma dell'esercito non c'è avvicinamento alla NATO o all'UE, e nemmeno compromessi sulla neutralità elvetica.

Il 18 maggio il popolo è chiamato ad esprimersi sul progetto Esercito XXI.

Gli svizzeri accetteranno di riformare l’esercito per renderlo più flessibile ed efficace, anche se con effettivi ridotti. È quanto ha sostenuto fiducioso lunedì il consigliere federale Samuel Schmid, lanciando la campagna per la votazione del 18 maggio.

Le critiche degli ambienti referendari verso Esercito XXI sono frutto di pura fantasia, ha dichiarato il ministro della difesa, che su questo tema ha in programma 30 interventi pubblici. La riforma non viola la neutralità e il Consiglio federale non mira a all’adesione della Svizzera alla NATO.

«Una bugia resta tale, anche se ripetuta a iosa», ha esclamato Schmid. La prevista cooperazione internazionale – riguardante la formazione, le operazioni di mantenimento della pace e il sostegno all’aiuto umanitario – rispetta alla lettera il diritto della neutralità.

«Una legge adeguata»

Secondo Schmid si tratta di dare vita ad un esercito moderno e di abbandonare gli scenari del «ridotto nazionale» del secolo scorso. I rischi sono più vasti rispetto al passato e i militari saranno sempre più chiamati a prestare aiuti sussidiari, per esempio in caso di catastrofi naturali.

Tutto ciò implica una grande flessibilità. L’attuale struttura sarà riveduta. I corpi d’armata, le divisioni e i reggimenti saranno abbandonati a profitto di brigate e battaglioni. Gli effettivi diminuiranno da 350 000 a 140 000, più 80 000 riservisti.

L’introduzione di un servizio «lungo» – circa il 15 per cento delle reclute svolgeranno i loro obblighi militari in una sola volta – e il leggero aumento del numero dei professionisti non mettono in pericolo il principio dell’esercito di milizia, ha garantito il capo del Dipartimento federale della difesa.

La formazione sarà inoltre migliorata. Vi è di conseguenza la necessità di prolungare la durata della scuola reclute da 15 a 18 o 21 settimane, a seconda dell’incorporazione.

Adattamento ai bisogni della società

L’esercito dovrà inoltre adattarsi alle necessità dell’economia e della società. Gli obblighi militari cesseranno a 34 anni e non agli attuali 42 e il numero dei giorni di servizio scenderà da 300 a 280. Grazie a un’istruzione accelerata, le possibilità di promozione saranno più rapide.

La riforma, che è frutto di un compromesso, è sostenuta da tutti i cantoni, ha aggiunto il consigliere di Stato vallesano Jean-René Fournier. Egli ha sottolineato che Esercito XXI, mantenendo tre brigate di fanteria di montagna, garantisce la salda presenza delle forze armate sul territorio.

swissinfo e agenzie

L’articolo costituzionale che definisce il mandato dell’esercito svizzero:

“Articolo.58 Esercito
1. La Svizzera ha un esercito. L’esercito svizzero è organizzato fondamentalmente secondo il principio di milizia.

2. L’esercito serve a prevenire la guerra e contribuisce a preservare la pace; difende il Paese e ne protegge la popolazione.
Esso sostiene le autorità civili nel far fronte a gravi minacce per la sicurezza interna e ad altre situazioni straordinarie. La legge può prevedere altri compiti.”

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