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Virt-X non decolla

Alla sede di Virt-X a Londra, il tempo non è sul bello stabile Keystone Archive

Malgrado un sistema tecnicamente interessante, la piattaforma europea della Borsa svizzera fatica ad attirare ordini sui blue chips europei.

Lanciata in pompa magna lo scorso giugno, la borsa elettronica paneuropea Virt-X non nascondeva l’ambizione di rappresentare, a medio termine, una delle piazze principali per lo scambio dei maggiori titoli del vecchio continente. Sette mesi dopo, il bilancio non è all’altezza di tali aspettative.

Detenuta dalla Borsa svizzera SWX e dal consorzio britannico Tradepoint, Virt-X tratta da Londra i 27 valori che compongono lo Swiss Market Index (SMI), l’indice faro del mercato azionario elvetico, e circa 600 titoli europei.

Il ruolo delle banche svizzere

La piattaforma dispone di un sistema di transazione elettronico che non ha eguali in Europa.

Tuttavia, per il momento, Virt-X non ha convinto i traders che, per le transazioni sui titoli europei, continuano a preferirgli le Borse locali. Più del 95 % del volume complessivo della Borsa elettronica viene realizzato su titoli svizzeri come Roche, Nestlé o Novartis, quotati esclusivamente su Virt-X. L’obiettivo di raggiungere il 10 % del mercato delle blue chips europee, fissato per il primo anno d’esercizio, resta dunque lontano.

“La piattaforma è senza dubbio di qualità, ma rimane troppo cara per alcune transazioni e manca di liquidità sui titoli internazionali” precisa un analista. Dal punto di vista di Virt-X, la responsabilità è delle banche svizzere che non effettuano le loro transazioni sulla nuova piazza.

Tra gli istituti più attivi su Virt-X, in testa alla classifica si trovano effettivamente UBS e Credit Suisse, con all’incirca 160’000 transazioni cadauno, ma non vi è traccia di nessun altro istituto elvetico tra i top ten.

Ne resteranno solo tre…

Negli ultimi mesi, la competizione tra le Borse mondiali si è rafforzata. Euronext, che riunisce le piazze di Parigi, Bruxelles e Amsterdam, ha acquisito la Liffe, la Borsa inglese sui prodotti derivati. Clearstream, una delle maggiori società di compensazioni europee, è stata integrata nella Borsa tedesca. Il Nasdaq americano sta cercando un alleato in Europa.

In questo paesaggio borsistico in piena evoluzione, Virt-X non potrà sopravvivere senza concludere un’alleanza. Anche i suoi responsabili l’ammettono senza particolari difficoltà. “Siamo disponibili a delle integrazioni, poiché alla fine del processo, in Europa non resteranno che due o tre poli in grado di garantire la necessaria liquidità ai mercati” rileva Lee Hodgkinson, direttore dello sviluppo presso Virt-X.

I toni non cambiano neppure alla SWX. Per disporre di mani libere nella sua politica di prese di partecipazioni, la Borsa svizzera modificherà il suo attuale statuto di associazione in società anonima. Un modo per annunciare che nuove alleanze sono in vista nel corso del 2002.

Luigino Canal

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