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Visita in Israele di un alto ufficiale svizzero annullata

Samuel Schmid ha affermato che la cooperazione militare con Israele prosegue Keystone

In pieno conflitto israelo-libanese, il ministro svizzero della difesa Samuel Schmid ha annullato la visita in Israele di un alto ufficiale dell'esercito elvetico.

Il viaggio di Luc Fellay, comandante delle Forze terrestri svizzere, era previsto per dicembre.

«Ho chiesto al capo delle Forze terrestri, Luc Fellay, di sospendere la visita che aveva previsto di fare nello Stato ebraico», ha affermato domenica il ministro della difesa elvetico Samuel Schmid in un’intervista pubblicata dal domenicale romando «Le Matin dimanche».

Il responsabile del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha posto il suo veto in tal senso tre settimane fa, in pieno conflitto israelo-libanese.

«Si trattava di un viaggio di studio programmato dal 2 al 5 dicembre», ha precisato il portavoce delle Forze terrestri Jean-Luc Piller. Luc Fellay voleva infatti informarsi su alcuni progetti riguardanti l’artiglieria e la gestione della guerra elettronica, ha spiegato Piller.

La cooperazione prosegue

Non vi saranno invece cambiamenti nella politica elvetica del commercio d’armi, il cui volume è giudicato troppo limitato per meritare di essere interrotto. «Noi non esportiamo e l’importazione di materiale militare israeliano è estremamente modesta e nel nostro interesse», dichiara sulle colonne del domenicale il ministro della difesa.

Nel 2006 la Svizzera acquisterà da Israele armi per circa 40 milioni di franchi: «Rispetto ai due miliardi di scambi commerciali tra i due Paesi non è nulla», aggiunge.

Samuel Schmid non vede ragioni sufficienti neppure per annullare il tradizionale incontro tra ufficiali elvetici e israeliani, previsto in Svizzera a novembre: fa parte del «normale corso» delle cose, è uno scambio regolare «a livello tecnico», che avviene anche con diversi altri Paesi, ha spiegato il portavoce del DDPS, Dominique Bugnon.

Nessun militare svizzero in Libano

Nell’intervista Schmid ribadisce che non vi sono le condizioni nemmeno per un invio di soldati elvetici in Libano. «Sul mandato dell’ONU regnano ancora diverse ombre, soprattutto per quanto riguarda gli effettivi e le operazioni sul terreno».

Il ministro ricorda inoltre che la legislazione svizzera permette solo la partecipazione di militari a missioni per il mantenimento della pace (e non di imposizione della pace). Questa situazione in Libano potrà presentarsi solo fra diversi anni, prevede Schmid.

Ad ogni modo per ora non vi sono progetti concreti: «Fra qualche settimana o mese, se le condizioni si svilupperanno in modo positivo e il Consiglio federale darà il suo beneplacito, potremmo assicurare una modesta missione umanitaria, con l’invio di materiale e di qualche soldato volontario ma disarmato. Eventualmente si potranno mandare sul posto anche alcuni medici dell’esercito».

Schmid non nasconde neppure i dubbi su una possibile candidatura della Confederazione a un seggio nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La proposta era stata lanciata la scorsa settimana durante la tradizionale conferenza annuale degli ambasciatori dalla sua collega di governo Micheline Calmy-Rey. Ma il capo del DDPS è lapidario: «Ho dei dubbi, non lo farei».

swissinfo e agenzie

Nel 2002 la Svizzera aveva ridotto la propria collaborazione militare con Israele dopo l’occupazione di alcune città della Cisgiordania.

Nel 2005 il flusso era però ripreso con un’ordinazione di 147 milioni di franchi presso un’impresa israeliana di sistemi elettronici.

Il conflitto fra Israele e Hezbollah ha riacceso in Svizzera le polemiche a proposito della cooperazione militare fra i due Paesi, mai messa in dubbio però dal Consiglio federale sul piano istituzionale.

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