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Voto elettronico, un promettente progetto da realizzare

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Lo sostiene il rapporto del Consiglio federale, nel quale però non sono fissate scadenze per la sua introduzione.

La democrazia elvetica si metterà al passo con l’evoluzione tecnologica e le nuove abitudini della società della comunicazione? La complessa e delicata problematica del voto elettronico è stata al centro di un rapporto effettuato dalla Cancelleria federale, che valuta positivamente questa prospettiva.

L’introduzione dell'”e-voting” oltre a nuove opportunità presenta tuttavia anche pericoli e difficoltà che devono essere superati. In particolare, si tratterà di soddisfare le severe condizioni di sicurezza che un simile progetto richiede. Solo verso il 2003 o il 2004, il Consiglio federale dovrebbe perciò dare luce verde all’elaborazione delle basi legali necessarie in vista di una introduzione a tappe.

Per “e-voting” si intende la possibilità di votare, eleggere, firmare referendum e iniziative popolari, come pure di diffondere informazioni di carattere elettorale grazie a moderni mezzi di comunicazione elettronici, in primis dunque via internet. Strumenti a cui già oggi si fa sempre più ricorso nelle campagne elettorali e che stanno modificandone la dinamica.

Secondo la Cancelleria, questo sistema offrirebbe diversi vantaggi e nuove opportunità per la democrazia. Il voto elettronico, che finora è stato chiesto con una certa insistenza dagli Svizzeri all’estero, permetterebbe in particolare ai connazionali espatriati di esercitare i loro diritti più agevolmente. Le nuove modalità, che si affiancherebbero alle tradizionali forme di democrazia, potrebbero inoltre incrementare il tasso di partecipazione agli scrutini, generalmente piuttosto basso. Accanto agli aspetti positivi, l’introduzione di nuove tecnologie rappresenta tuttavia anche una sfida per la politica e presenta seri rischi.

L’impalpabile sistema elettronico rischia di far perdere importanza alle strutture federalistiche, come i cantoni e i circondari elettorali. Ma soprattutto gli abusi e le manipolazioni informatiche, o anche semplici disfunzioni tecniche, potrebbero falsare i risultati di una votazione. Per la Cancelleria la nuova procedura dovrà garantire un livello di sicurezza pari almeno a quella esistente.

Delicato e complesso, il voto elettronico dovrebbe perciò essere introdotto a tappe dapprima con prove pilote a Zurigo, Ginevra e Neuchâtel. Successivamente, occorrerà armonizzare i cataloghi elettorali e poi introdurre votazioni ed elezioni elettroniche. Infine, bisognerà regolare il problema della firma elettronica per le iniziative e i referendum e del deposito elettronico delle liste per i candidati al Consiglio nazionale.

Per finanziare l’e-voting e le altre applicazioni, come lo sportello elettronico e il sistema di amministrazione online, il governo aveva già aumentato il preventivo 200 di 29 milioni di franchi, mentre per il periodo fino al 2004 sono previsti altri 24 milioni. Ma per il momento il voto elettronico resta però ancora musica del futuro. Il Consiglio federale intende procedere alle necessarie modifiche legali verso il 2003-2004 e, soprattutto, soltanto dopo aver preso conoscenza delle deliberazioni del parlamento sul rapporto.

La delusione degli svizzeri dell’estero

La questione riguarda evidentemente da vicino gli svizzeri dell’estero. “Il nostro interesse è grande” rileva Rudolf Wyler, responsabile dell’Associazione degli svizzeri dell’estero (ASO), contattato da swissinfo. “Sono convinto che il numero di concittadini residenti all’estero che parteciperà alle votazioni aumenterà con la disponibilità della via elettronica”.

Wyler ha tuttavia espresso la propria delusione per i ritardi. “In ogni caso, è evidente che prima o poi l’e-voting diverrà una realtà. Siamo consapevoli che sussistono tuttora problemi tecnici e di sicurezza. Garantiamo però già sin d’ora il nostro impegno per fare in modo che tali questioni vengano il più presto risolte”.

Luca Hoderas e swissinfo

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