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Zurigo approva il credito per la nuova Crossair

Keystone

Con un ampia maggioranza, il parlamento cantonale ha approvato il credito di 300 milioni di franchi destinato alla nuova compagnia aerea.

La votazione era attesa con una certa apprensione, poiché un’eventuale decisione negativa del canton Zurigo avrebbe potuto causare il ridimensionamento del progetto “Fenice” per il lancio della nuova compagnia di bandiera. Tali timori erano stati espressi in primo luogo dal capo della speciale task force della Confederazione, Peter Siegenthaler.

Secondo il capo dell’Amministrazione federale delle finanze, un no di Zurigo avrebbe potuto limitare la disponibilità di altri cantoni alla partecipazione al capitale di rischio nella nuova Crossair. In tal senso, molto esplicita era stata la presidente del governo cantonale dei Grigioni e presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze, Eveline Widmer-Schlumpf: “La partecipazione dei cantoni comincia e finisce con Zurigo”.

I timori di Siegenthaler e della signora Widmer-Schlumpf potevano apparire fondati, alla luce di quanto dichiarato alla vigilia del dibattito dal capo della frazione parlamentare zurighese del Prd, Thomas Heiniger, che aveva parlato di un possibile numero di consensi “a mala pena superiore a 91”. Sebbene radicali, democristiani e socialisti fossero favorevoli al credito per la nuova aerolinea, le incertezze riguardavano da 5 a 6 voti del partito degli evangelici, che sarebbero potuti mancare, e le eventuali assenze o defezioni nelle file della maggioranza borghese e dei socialisti.

Dei Verdi, contrari, soltanto il presidente Daniel Vischer aveva preannunciato di votare a favore, in qualità di presidente del sindacato del personale di terra della Swissair. Mentre il gruppo dell’Unione democratica di centro (Udc) si era dichiarato in blocco contrario al credito.

Le cose sono andate diversamente, per fortuna dei promotori del progetto “Fenice”. Il dibattito è durato oltre quattro ore, con numerosi e accesi interventi dell’una e dell’altra parte. Gli oppositori hanno sottolineato il rischio dell’operazione e, di conseguenza, l’inopportunità d’impegnare in tal modo il denaro dei contribuenti. I favorevoli hanno replicato che, pur essendo consapevoli del rischio, un rifiuto li avrebbe posti “davanti a un mucchio di cocci”, ha detto il radicale Martin Vollenwyder.

Alla fine, su 180 deputati (il quorum era quindi di 91), 101 hanno votato a favore e 67 contro. Il sostegno, oltre che dalle file compatte dei socialisti, dei radicali e dei democristiani, è venuto anche dalla maggioranza dei deputati evangelici e dei Verdi. A votare contro è stato, compatto, il gruppo dell’Udc. Ora il credito sarà sottoposto ad una votazione popolare, che con tutta probabilità si terrà il 13 gennaio 2002.

Silvano De Pietro

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