L’euro debole comincia a creare difficoltà all’industria d’esportazione svizzera
L'indebolimento dell'euro di fronte al franco svizzero comincia a preoccupare le società che importano prodotti elvetici in Europa. L'esempio di uno Stato nel cuore dell'UE: il Belgio.
La situazione non è ancora catastrofica, indica Philippe Desloges, direttore dell’omonima ditta che importa in Belgio i celebri coltellini svizzeri, ma il tonfo dell’euro si ripercuote negativamente sui margini di guadagno.
Stessi commenti da parte di Sulzer Belgique: il tasso di cambio del franco rispetto all’euro è sceso da 1,60 a 1,54 dopo un lungo periodo di sostanziale stabilità. Per ora le conseguenze sono limitate, spiega il direttore André Foubert, ma ulteriori scivoloni della moneta unica renderebbero molto difficile lo smercio di prodotti elvetici.
Per ovviare al problema, Georg Fischer Belgique, dall’inizio dell’anno, fattura in euro e i rischi di cambio sono sopportati dalla società madre in Svizzera. La debolezza dell’euro, comunque, dovrebbe essere solo un fenomeno passeggero: è perlomeno la convinzione di Bernard Louf, direttore generale del gruppo Swatch in Belgio. Il corso risalirà quando la moneta unica circolerà fisicamente in Europa, nel 2002, e saprà conquistarsi la fiducia dei consumatori.
Michel Haeuptli, segretario generale della Camera di commercio svizzera in Belgio, ha spiegato che l’indebolimento dell’euro è troppo recente perché si possa già risentirne gli effetti. Ma ci sono limiti al di là dei quali i prodotti elvetici sarebbero troppo cari sui mercati di Eurolandia.
Gregor Kündig, delegato dell’Unione svizzera del commercio e dell’industria (Vorort), si vuole rassicurante: tra gli industriali svizzeri non c’è panico, anche perché le previsioni congiunturali sono ottimistiche in tutta Europa.
swissinfo e agenzie
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