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Elezioni al cardiopalma a Neuchâtel

Il castello di Neuchâtel, sede del Parlamento e del Governo cantonale. Keystone

Entrata in lizza dell’UDC, doppia maggioranza storica nel mirino della sinistra: le elezioni neocastellane del 10 aprile si annunciano serrate.

I pretendenti ad un seggio in Governo sono tre volte più numerosi rispetto al 2001, mentre quelli che ambiscono al Parlamento sono aumentati del 27%.

Neuchâtel, piccolo cantone francofono situato nel nord-ovest della Svizzera, è stato per lungo tempo contraddistinto da un consenso politico quasi caricaturale. Tuttavia, questo equilibrio si è sgretolato nel corso della legislatura che volge al termine.

Durante la campagna elettorale in vista delle elezioni cantonali del 10 aprile (e del 1. maggio per il secondo turno), la concordanza è stata poi letteralmente affossata.

Secondo certi osservatori, il periodo precedente all’appuntamento elettorale è stato particolarmente appassionante; i diversi partiti hanno infatti cercato di sottolineare le proprie specificità, tentando di profilarsi al meglio. Tuttavia, non sono mancati i colpi bassi che hanno relegato in secondo piano il dibattito ideologico. Un orientamento, questo, aspramente criticato da alcuni candidati.

Numero record di pretendenti

Il verdetto delle urne appare incerto, a causa di molti fattori. In primo luogo, le migliaia di stranieri residenti da più di cinque anni nel cantone potranno per la prima volta esprimere la loro preferenza. Ma soprattutto, si contendono una poltrona in Governo ventisette candidati (tre volte di più rispetto al 2001), tra cui nove donne.

Questa situazione si è venuta a creare perché tre dei cinque consiglieri di Stato in carica – due di destra, uno di sinistra – lasciano il seggio. Solo la liberale Sylvie Perrinjacquet e Bernard Soguel si ricandidano per un posto nell’esecutivo.

«Tutti i candidati sono convinti di avere le carte in regola per spuntarla – analizza Mario Sessa, direttore delle redazioni dei quotidiani L’Express/L’Impartial – dal momento che la concordanza è venuta a mancare».

L’esito è incerto: l’attuale maggioranza di centro-destra (un radicale e due liberali) potrebbe improvvisamente ritrovarsi all’opposizione alla sera del secondo turno, dopo il ballottaggio –almeno parziale – assicurato dal primo.

«Lo spostamento a sinistra è certo a livello di Governo, mentre non è possibile azzardare pronostici per quanto concerne il legislativo», commenta Mario Sessa.

Grossi nomi in lizza

A sinistra ad ogni modo, Verdi e socialisti dispongono di alcuni nomi di peso. I primi presentano Fernand Cuche, deputato a Palazzo federale e figura centrale del sindacalismo contadino in Svizzera. I secondi Didier Berberat, anche lui in Consiglio nazionale, e il senatore (Consiglio degli Stati) Jean Studer.

In perdita di velocità, la destra tradizionalista ha di che preoccuparsi, anche perché si trova confrontata con due nuovi attori della scena politica neocastellana: il Partito popolare democratico (PPD, centro) e soprattutto l’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalista).

Durante le ultime elezioni comunali, all’epoca della sua prima partecipazione nel cantone romando, l’UDC aveva sfiorato il successone. Con la sua lista guidata dall’ispettore di polizia e deputato a Berna Yvan Perrin, il partito spera di proseguire sul suo slancio anche a livello cantonale.

L’ambizioso obiettivo della sinistra

Il partito del consigliere federale Christoph Blocher non nasconde di mirare a qualcuno dei 115 seggi del Parlamento cantonale (Gran Consiglio). Sulla linea di partenza annovera 29 candidati, di cui molti appartenenti in precedenza ad altri partiti di destra.

«Teoricamente, l’UDC dispone di circa il 20% dei voti e dovrebbe quindi piazzare parecchi candidati nel legislativo», osserva Mario Sessa.

«Direi tra i dieci e i quattordici seggi, con numerose chances di una vittoria di Yvan Perrin in Consiglio di Stato», stima il giornalista.

Dal canto suo, la sinistra non cela il suo obiettivo: rovesciare la maggioranza di destra (60 seggi contro 55) e ottenere la doppia maggioranza, nell’esecutivo e nel legislativo. Ciò che ancora non si è mai visto in Svizzera.

Verso un consenso ineluttabile

Per disporre delle maggiori possibilità di successo, la sinistra parte con ben 233 candidati – di cui 128 donne – su un totale di 395 nomi (vale a dire il 27% in più rispetto a quattro anni fa).

Indipendentemente dal risultato delle urne – rileva Sessa – rischiamo di ritrovarci con il famoso consenso neocastellano.

«Il cantone soffre di vari problemi: un’economia completamente assente, una fiscalità catastrofica e un bilancio finanziario non equilibrato. Tutti i partiti lo sanno bene, ma non sono inclini ad ammettere la propria responsabilità. Non è dunque ragionevole immaginare una politica di blocchi», conclude Mario Sessa.

swissinfo, Pierre-François Besson
(traduzione: Andrea Clementi e Luigi Jorio)

Il canton Neuchâtel è attualmente governato da una maggioranza radicale liberale (centro destra) che detiene 3 seggi su 5 in governo e 60 su 115 in parlamento.

La sinistra mira a rovesciare questa maggioranza nell’esecutivo e nel legislativo, in quello che sarebbe il primo successo di questo genere in Svizzera.

A Zurigo invece, il 10 aprile si procederà al ballottaggio dell’elezione suppletiva per il governo cantonale.

Il sindaco di Kloten UDC Bruno Heinzelmann se la vedrà con il municipale democratico di Winterthur Hans Hollenstein.

Le elezioni cantonali di Neuchâtel si svolgono il 10 aprile e il 1. maggio.
Si attribuiranno i 115 seggi del parlamento (Gran Consiglio) e i 5 del governo (Consiglio di Stato).
La destra “classica” presenta 133 candidati per il parlamento e 7 per il governo.
L’UDC 29 e 5.
La sinistra 233 e 15.

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