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L’UDC vuole obbligare gli stranieri ad integrarsi

Keystone

L'Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) prepara un'iniziativa popolare volta ad obbligare gli immigrati a rispettare le regole in vigore in Svizzera, pena l'espulsione.

Riuniti in assemblea a Lugano i delegati del partito hanno evocato le idee di base del contratto d’integrazione. Hanno anche plebiscitato la quinta revisione della Legge sull’assicurazione invalidità, in votazione il 17 giugno.

Integrazione e violenza giovanile sono stati i temi dell’assemblea dei delegati dell’Unione democratica di centro sabato a Lugano.

Su proposta della sezione ticinese, accolta all’unanimità, il comitato direttivo ha ricevuto dal congresso il mandato di elaborare un’iniziativa popolare dal titolo “Le nostre regole sono valide per tutti”.

L’UDC propone che si stipuli un “contratto di integrazione” tra il paese ospitante e l’immigrato, che sarebbe chiamato a sottoscrivere una dichiarazione di lealtà alla costituzione svizzera e all’ordinamento giuridico vigente.

L’immigrato sarebbe inoltre tenuto a seguire, a proprie spese, corsi obbligatori per meglio inserirsi nel tessuto sociale e per imparare una delle lingue nazionali.

Coloro che falliscono l’obiettivo dell’integrazione o che subiscono condanne si vedrebbero costretti a lasciare la Svizzera per non aver rispettato i patti. Il testo definitivo dell’iniziativa sarà sottoposto all’approvazione dei delegati il 30 giugno e la raccolta delle firme potrebbe iniziare in agosto.

Più polizia e più corsi nelle scuole

Di integrazione e dei suoi risvolti ha parlato anche il consigliere federale Christoph Blocher, secondo cui la violenza giovanile in Svizzera sta crescendo in modo allarmante.

Molte delle persone violente sono stranieri insufficientemente integrati, provenienti in particolare dai Balcani, ha aggiunto il ministro di giustizia e polizia, che intende accrescere la sicurezza rafforzando la presenza della polizia nelle sedi scolastiche.

Blocher auspica inoltre l’introduzione nelle scuole di corsi sulle conseguenze della violenza, sulla base dell’esperienza fin qui acquisita nella sensibilizzazione dei giovani ai rischi della circolazione stradale.

La pressione dell’Unione europea

Il presidente Ueli Maurer ha aspramente criticato il partito socialista per il suo ruolo nella vertenza sulla fiscalità che oppone la Svizzera all’Unione europea.

Maurer ha in particolare fatto riferimento a dichiarazioni rilasciate in un’intervista dalla consigliera nazionale del PS Susanne Leutenegger, la quale ha affermato che la pressione internazionale è l’unico mezzo che possa portare la Svizzera alla ragione in materia di imposte.

Per il presidente dell’UDC, invece, la pressione esercitata da Bruxelles “è il più grave attacco al cuore della democrazia elvetica” dalla Seconda guerra mondiale ad oggi. La sovranità fiscale non è negoziabile, ha detto, e a eventuali sanzioni da parte dell’UE la Svizzera dovrà replicare con ritorsioni.

Come ampiamente scontato, i delegati hanno approvato la quinta revisione dell’assicurazione invalidità a stragrande maggioranza. La riforma, secondo il consigliere nazionale zurighese Toni Bortoluzzi, non è sufficientemente incisiva e non è per niente sicuro che possa effettivamente generare risparmi.

Ma va nella giusta direzione e permetterà di verificare se il principio volto al reinserimento sociale sia una soluzione percorribile.

swissinfo e agenzie

Il partito svizzero dei contadini, degli artigiani e degli indipendenti è stato fondato nel 1937.
Nel 1971 cambia nome e diventa UDC.
Attualmente è presidiata da Ueli Maurer.
L’UDC occupa 2 delle 7 poltrone in Consiglio federale.
55 seggi su 200 in Consiglio nazionale (Camera bassa).
8 seggi su 46 in Consiglio degli Stati (Camera alta).

Assieme ai radicali, ai democristiani (popolar-democratici) e ai socialisti, i democentristi dell’UDC (partito di destra nazionalista) formano il governo svizzero.

All’origine un partito agrario, l’Unione democratica di centro si è poi progressivamente profilata come uno schieramento decisamente di destra, che non sempre evita di ricorrere al populismo durante le sue campagne.

L’UDC ha registrato un grande successo durante le elezioni federali del 2003, quando si è imposto quale primo partito della Svizzera nel Consiglio nazionale (Camera del popolo) ed ha guadagnato un secondo seggio in governo.

Nell’insieme del Paese il partito è in progressione o per lo meno consolida la sua posizione.

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