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San Gallo: i dibattiti di giovedì

I paesi federalisti sono soddisfatti del loro sistema e lo propongono volentieri come esempio.

Giovedì a San Gallo sono intervenuti tra gli altri rappresentanti dei governi di Jugoslavia, Austria, Belgio e Svizzera.

«Le chance dei sistemi federali» è il tema di cui hanno discusso giovedì il cancelliere austriaco Wolfgang Schüssel, il presidente jugoslavo Vojislav Kostunica e il premier belga Guy Verhofstadt, alla seduta plenaria della Conferenza internazionale sul federalismo a San Gallo.

Il nuovo modello di perequazione finanziaria fra Confederazione e Cantoni e il ruolo della Svizzera in seno all’Unione europea (Ue) sono invece stati gli argomenti dibattuti da due gruppi di lavoro.

Il compromesso jugoslavo

«Tutti vincono, ma nessuno prevale su tutti», ha affermato Vojislav Kostunica riferendosi all’accordo di Belgrado che stipula la costruzione di una nuova Repubblica federale di Jugoslavia.

L’intesa è un compromesso: la Jugoslavia si è a lungo lasciata sfuggire troppe opportunità. La formazione di una repubblica federale rappresenta l’ultima chance.

L’equilibrio austriaco

Federalismo significa pluralità nell’unità, ha rilevato Wolfgang Schüssel. Ciò costituisce un vantaggio anche in uno Stato che non ha dovuto superare fossati culturali.

Il cancelliere austriaco non ha dubbi: il federalismo è il miglior sistema, indipendentemente dalle dimensioni di uno Stato. La chiave per un’unione federativa funzionale è l’equilibrio fra diritti e doveri tra i vari Stati che la compongono, ha aggiunto.

L’esempio belga

Pur non essendo un sistema semplice, il federalismo sta vivendo una nuova giovinezza. Il centralismo di molte nazioni non si è imposto. Al contrario, in molti caso ha portato a guerre etniche, ha detto Guy Verhofstadt.

Il premier ha paragonato il Belgio alla Svizzera, rammentando la convivenza di lingue diverse. A suo avviso, pur essendo giovane, il sistema federalista belga è esemplare.

La perequazione finanziaria svizzera

Il presidente della Confederazione Kaspar Villiger ha da parte sua illustrato a un gruppo di lavoro il nuovo modello di perequazione finanziaria fra Confederazione e Cantoni. Il tema ha dato adito a vive discussioni.

Secondo Villiger, la nuova perequazione finanziaria rafforza il federalismo in Svizzera: assicura un certo riequilibrio fra regioni ricche e povere, rivitalizzando nel contempo la concorrenza fra di esse.

I compiti vengono chiaramente ripartiti, mentre viene incentivata la cooperazione fra i cantoni. La perequazione delle imposte, applicata in Canada da 20 anni, è giunta allo stesso risultato, ha affermato il ministro delle finanze canadese Stéphane Dion.

Vari esperti e politici si sono tuttavia mostrati scettici sul modello svizzero. A loro avviso, la perequazione finanziaria è più un «analgesico» o una «droga» per i membri economicamente deboli che una «pillola di vitamine» per il federalismo.

L’invito europeo

Il ruolo della Svizzera in seno all’Unione europea (Ue) è stato il tema di un altro gruppo di lavoro, al quale ha partecipato il capo della diplomazia elvetica Joseph Deiss.

Il ministro bavarese Reinhold Bocklet ha rilevato che le competenze politiche di un membro come la Svizzera sarebbero preziose all’Ue.

La Conferenza internazionale sul federalismo si conclude venerdì. Oltre al primo ministro canadese Jean Chrétien, fra gli oratori di spicco figura la consigliera federale Ruth Metzler.

swissinfo e agenzie

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