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Tempo di bilanci per Yvette Jaggi

La presidente di Pro Helvetia Yvette Jaggi parte con lo spirito sereno Keystone Archive

«Pro Helvetia è forse meno serena, ma è in ottima forma», sottolinea la presidente della principale istituzione svizzera per la promozione della cultura.

Dopo otto anni passati alla testa dell’organizzazione, il 31 dicembre Yvette Jaggi lascerà il posto al consigliere di Stato bernese Mario Annoni.

A ormai quasi 65 anni e dopo aver diretto per otto anni la principale organizzazione svizzera per la promozione della cultura in patria e all’estero, Yvette Jaggi aspira «a potersi esprimere più liberamente e a scegliere le sue occupazioni».

In un primo bilancio, l’ex consigliera agli Stati vodese (è stata senatrice dal 1987 al 1991) sottolinea che l’istituzione di cui è stata a capo gode di ottima salute: «Pro Helvetia è forse meno serena, ma è in ottima forma».

Alti costi di gestione da relativizzare

Secondo la presidente, le polemiche relative agli alti costi di gestione di Pro Helvetia, che rappresentano circa un terzo dei 35 milioni di franchi del budget annuale, non hanno ragione di essere.

«Ciò può sembrare caro – ammette – ma è dovuto al nostro sistema contabile, molto rigoroso». «Ogni franco che non è versato all’esterno è imputato come costo interno».

Alcune spese sono generate dai progetti stessi, come ad esempio l’esame delle circa 4’000 richieste che Pro Helvetia riceve ogni anno. In passato, questi costi erano messi a carico dei progetti finanziati, come succede ad esempio nella maggior parte delle organizzazioni umanitarie e sociali.

«I costi generali veri e propri rappresentano meno del 10% del budget, ciò che è senz’altro ragionevole», sottolinea Yvette Jaggi.

Durante gli ultimi mesi della sua gestione, la presidente ha pure dovuto far fronte al polverone suscitato dalla controversa mostra di Thomas Hirschhorn a Parigi, mostra finanziata da Pro Helvetia e che non risparmiava critiche al sistema democratico svizzero.

Caso Hirschhorn, ricadute non solo negative

In passato, l’istituzione si era già trovata nell’occhio del ciclone, ma – comme osserva la Jaggi – è la prima volta che una polemica «è scoppiata in maniera così improvvisa, dall’oggi al domani, sulla base degli articoli apparsi sulla stampa domenicale».

In particolare, l’ex senatrice si dice delusa dalla reazione del Consiglio agli Stati, che ha amputato di un milione il budget di Pro Helvetia. «La mancanza di serietà nella reazione di questi cosiddetti saggi mi ha sorpresa».

Il caso ha però anche avuto delle ricadute positive: «Ciò ha dato una consistenza, un’ampiezza e un’intensità insperata al dibattito sulla politica culturale a livello federale».

Gli otto anni passati alla testa di Pro Helvetia sono stati marcati anche dai progetti di legge sulla fondazione e sull’incoraggimento alla cultura. Abbozzate nel 2002, queste leggi dovrebbero entrare in vigore entro il 2008 o il 2009.

«La mia impressione retrospettiva – conclude Yvette Jaggi – è quella di una lunga lotta per il cambiamento. Un obiettivo che per definizione non è mai raggiunto definitivamente».

swissinfo e agenzie

Nata nel 1941 a Losanna, dopo gli studi in lettere e scienze politiche, Yvette Jaggi ha lavorato nei settori del marketing e della gestione dei supermercati.
Direttrice della Federazione romanda delle consumatrici e insegnante all’Università di Losanna, ha seduto in seguito successivamente nelle due Camere del Parlamento federale ed è stata vicepresidente del Partito socialista svizzero. Inoltre è stata eletta nel municipio di Losanna.
Nel 1997 è stata nominata presidente di Pro Helvetia, incarico che lascerà alla fine del 2005.
Al suo posto subentrerà Mario Annoni, presidente del Governo cantonale bernese.

Compito della Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia è di promuovere le attività culturali d’interesse nazionale.

Creata nel 1939 e interamente finanziata dalla Confederazione, ha un bilancio annuale (preventivo 2005) pari a 33 milioni di franchi.

La Fondazione si impegna ad offrire agli artisti e intellettuali elvetici le migliori condizioni possibili per la creazione e diffusione delle loro opere e li aiuta a presentarsi – sia in Svizzera sia all’estero – in maniera convincente. Rende inoltre possibili gli incontri con operatori culturali stranieri.

Pro Helvetia realizza anche programmi in forma autonoma in campi ritenuti prioritai, come ad esempio la mutua comprensione in Svizzera, il dialogo interculturale, la cultura popolare o la danza.

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