Prospettive svizzere in 10 lingue

Arriva la stagione del vaccino contro il virus A (H1N1)

La preparazione di un vaccino a partire dal virus A (H1N1). Keystone

Più benigno di quanto gli specialisti credessero in primavera, il nuovo virus A (H1N1) avrà presto diritto a un vaccino. Il punto della situazione in attesa delle prime iniezioni.

In Svizzera le prime dosi saranno consegnate tra metà settembre e metà ottobre, ma la data delle prime vaccinazioni contro il virus A (H1N1) resta ancora incerta per Claire-Anne Siegrist, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni (CFV). Di sicuro non sarà comunque prima di novembre, dopo l’avallo di swissmedic, l’autorità federale di controllo.

Come per l’influenza stagionale, inizialmente gli sforzi si concentreranno soprattutto sui gruppi a rischio come gli anziani o le persone attive nel settore sanitario (90% dei decessi attesi). In un secondo tempo, a qualche settimana di distanza, ogni cittadino potrà poi farsi vaccinare.

La Svizzera ha firmato dei contratti con le società farmaceutiche Novartis e GlaxoSmithKline per la fornitura di 13 milioni di dosi di vaccino. La multinazionale svizzera ha confermato a swissinfo che la distribuzione avrà luogo su scala planetaria tra l’autunno e i primi mesi del 2010. Il gruppo potrà produrre 150 milioni di dosi l’anno, principalmente nelle sue unità tedesca, italiana, inglese e – da novembre – anche in quella americana.

Due tecniche

La Novartis utilizza due tecniche per la preparazione del vaccino: Quella tradizionale prevede l’iniezione del virus nelle uova, mentre quella più innovativa si basa sullo sviluppo delle cellule. Quest’ultima è molto più “redditizia in termini di produttività (rapidità) ma esige dei mezzi di produzione che costano caro”, indica l’analista finanziario Pascale Boyer Barresi. “Il prezzo di costo praticamente raddoppia. Sarei stupito se le società uscissero in perdita, ma senza dubbio il margine di guadagno sarà più ridotto”.

Il rischio sanitario porta a una logica di distribuzione del vaccino, attraverso l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e i diversi Stati, ricorda Pascale Boyer Barresi. Secondo l’analista, Novartis, Sanofi Pasteur, Baxter e GlaxoSmithKline produrranno grosso modo assieme il vaccino, “avendo avuto accesso al patrimonio genetico del virus allo stesso tempo e disponendo di capacità di sviluppo simili”.

I quattro gruppi si dividono il mercato del Nord, ma anche cinesi e indiani stanno cercando di rispondere a una domanda globale. I criteri di scelta della Svizzera si sono basati soprattutto sul principio di una qualità ottimale. Particolare attenzione è stata data alla presenza di un additivo che aumenta il livello di protezione del vaccino, la sua durata e il suo campo d’azione. Secondo la stessa Novartis, il “suo” vaccino è molto promettente, con un forte tasso di protezione dopo un’unica dose.

“È rarissimo che i virus circolino soltanto una volta”, fa notare Claire-Anne Siegrist. Per questo gli specialisti si aspettano un’altra pandemia dalle conseguenze incerte. “Il vantaggio dei vaccini scelti per la Svizzera è che contengono un additivo che aumenta le risposte vaccinali al ceppo contenuto attualmente nel vaccino, ma anche a dei ceppi che sarebbero mutati nel corso dei prossimi mesi”.

Un terreno conosciuto

La Cina annuncia la messa sul mercato del suo vaccino per il 1° ottobre, ma in Europa arriverà soltanto più tardi, spiega Claire-Anne Siegrist. “I produttori che non hanno depositato un dossier presso le autorità di controllo – come swissimedic – non possono sperare di registrare un vaccino in qualche settimana o in qualche mese”.

In Europa, i vaccini che seguono una procedura accelerata di registrazione sono prodotti da ditte con precedenti rilevanti, come ad esempio la fabbricazione del vaccino per l’influenza aviaria. “Non sacrificheremo le esigenze di qualità per degli imperativi di urgenza”, assicura Claire-Anne Siegrist.

Questi vaccini vengono fabbricati unicamente da produttori rinomati, sulla base di quelli utilizzati per l’influenza stagionale, e non contengono materiale genetico che potrebbe provocare delle reazioni a lungo termine. Inoltre dato che il livello di tolleranza o degli effetti secondari di un vaccino dipende dall’additivo, è fondamentale puntare su produttori conosciuti.

I vaccini con additivi utilizzati nei prossimi mesi continueranno a fare effetto almeno finché mutazioni puntuali del virus non prenderanno un cammino atipico, sottolinea Claire-Anne Siegrist. “Ma se il virus scambia un gene completo con un altro virus, l’efficacia del vaccino dipenderà dal virus che ne risulterà”.

A rischio soprattutto i giovani

La pandemia da A (H1N1), si sa, preferisce l’inverno per passare all’attacco. L’emisfero sud ne sta uscendo ora e permette così al mondo scientifico di trarre qualche insegnamento. Analizzando le mutazioni dei virus in circolazione, gli esperti hanno notato una certa omogeneità degli agenti patogeni, molti vicini al ceppo di base presente nel vaccino.

La Svizzera ha analizzato in dettaglio anche la situazione di quei paesi medicalmente più vicini a noi. La Nuova Zelanda o il Cile sono stati confrontati a una pandemia da tre a cinque volte più importante di quella dell’influenza stagionale, ma non si è sfiorata la catastrofe come temuto inizialmente.

In termini di mortalità, le previsioni sono cadute a picco, con grande sollievo degli esperti. Se con l’influenza stagionale, nove decessi su dieci colpiscono le persone anziane, nel caso della A (H1N1) questa fascia della popolazione dovrebbe esserne immune, avendo già incrociato un virus simile nella loro infanzia. Togliendo dunque questi casi a rischio, la Svizzera si aspetta quindi soltanto un centinaio di morti, soprattutto tra i più giovani.

Pierre-François Besson, swissinfo.ch
(Traduzione dal francese)

La Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) raccomanda il vaccino soprattutto a:

Persone attive in campo sanitarioe che che si occupano dei bambini di meno di 6 anni
Donne incinte (di preferenza a partire dal 2o trimestre) o nella fase post-parto
Bambini con meno di 6 anni e adulti fino a 64 anni con malattie cardiache o polmonari croniche, disturbi del metabolismo, insufficienza renale, o immunosoppressione.
Ambiente famigliare dei pazienti a rischio

La CFV raccomanda inoltre la vaccinazione di tutte le persone che intendono proteggersi e proteggere i propri famigliari dal virus A (H1N1), soltanto dal momento in cui la Svizzera ne disporrà a sufficienza.

Alla base del vaccino vi è lo stesso principio di quello utilizzato contro l’influenza stagionale: vengono attivati i globuli bianchi, i quali producono gli anticorpi che in caso d’infezione sono in grado di neutralizzare il virus.

I vaccini omologati sono sottoposti a standard di sicurezza molto elevati. Sul vaccino contro l’influenza A(H1N1) sono stati compiuti i primi esami clinici.

Non appena giungeranno le prime dosi di vaccino, saranno avviati ulteriori studi per verificare la loro sicurezza. Solo in seguito il vaccino potrà essere omologato per l’intera popolazione.

Di norma le vaccinazioni anti-influenzali provocano solo leggeri effetti collaterali (arrossamento nella zona di iniezione, mal di testa, leggera febbre) che spariscono dopo pochi giorni.

Dai dati scientifici finora disponibili risulta che la vaccinazione contro l’influenza stagionale non ha alcun effetto contro l’influenza pandemica (H1N1).

(fonte: Ufficio federale della sanità pubblica)

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR