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Cambio casa o cambio lavoro? Viaggio!

Pendolari alla stazione centrale di Zurigo Keystone

Piuttosto che trasferire il proprio domicilio vicino al luogo di lavoro, gli svizzeri sembrano sempre più propensi a fare i pendolari.

I cambiamenti di domicilio da un cantone all’altro sono diminuiti negli ultimi trent’anni. Oggi trasloca soprattutto chi ha alte qualificazioni professionali.

Per concludere il più grande progetto di decentralizzazione dei servizi dell’amministrazione federale resta da posare un’ultima pietra: il trasferimento, nel 2010, del Tribunale amministrativo a San Gallo, nella Svizzera orientale.

Dopo gli impiegati dell’Ufficio federale di statistica, oggi a Neuchâtel, o del Tribunale penale federale (Bellinzona), un’altra folta schiera di dipendenti della Confederazione si vedrà obbligata a scegliere: traslocare, fare i pendolari o cercare un altro lavoro?

Dimettersi o traslocare?

«Verosimilmente, molti dipendenti del tribunale daranno le dimissioni prima del trasferimento della sede», dichiara un giudice del Tribunale amministrativo in un articolo pubblicato dal giornale svizzero tedesco Tages Anzeiger.

Il problema non è nuovo: quando nel 2002 il Parlamento aveva dovuto decidere dove stabilire le sedi del nuovo Tribunale penale federale (Bellinzona od Aarau) e di quello amministrativo (San Gallo o Friburgo), alcuni – in particolare in Svizzera romanda – non avevano esitato a parlare di una giustizia federale fatta in treno se la scelta fosse caduta sulle due città più periferiche (Bellinzona e San Gallo appunto).

«È un errore monumentale impiantare questa giurisdizione in Ticino», scriveva ad esempio il giornale ginevrino Le Temps, «poiché obbligherebbe tutti a trasferte troppo lunghe».

Ma gli svizzeri sono veramente così poco propensi a trasferirsi in altre regioni del paese?

Mobilità diminuisce, ma…

Negli ultimi trent’anni, la mobilità in Svizzera è effettivamente diminuita: «Ci si sposta sempre più spesso, ma in un raggio più ristretto», spiega Sara Carnazzi Weber, economista al Credit Suisse e autrice recentemente di uno studio sulle migrazioni interne in Svizzera.

Fino agli anni ’80, annualmente sino a 19 persone ogni 1’000 abitanti cambiavano cantone di residenza. Oggi sono invece circa 15 (114’057 persone nel 2004).

La diminuzione riguarda però solo chi ha qualificazioni professionali medio-basse. «Rispetto agli anni ’70, la mobilità delle persone altamente qualificate è aumentata», osserva la ricercatrice, «più lo status sociale aumenta, più si cerca di far fruttare al massimo la propria formazione».

Dalle statistiche traspare inoltre che gli svizzeri in fin dei conti sono più mobili rispetto a chi vive nei paesi vicini. In Italia, ad esempio, nel 2002 circa 6 persone su 1’000 si erano trasferite in un’altra regione, mentre in Germania, nel 2004, la percentuale di coloro che avevano cambiato Land era del 13 per mille.

Frontiera linguistica

Certo, in alcune zone periferiche delle ditte incontrano difficoltà nell’attirare personale, in particolare personale qualificato, come sostiene Urs Schönholzer, della Camera di industria e commercio di San Gallo e Appenzello, menzionato dal Tages Anzeiger.

Questo problema sembra comunque assai limitato geograficamente: il portavoce dell’Unione padronale svizzera Hans Reis rileva di non essere a conoscenza di aziende che hanno difficoltà a trovare personale perché gli svizzeri sarebbero poco propensi a cambiare domicilio.

Al Tribunale penale federale di Bellinzona, che oggi occupa 32 persone, problemi particolari non ve ne sono stati, afferma dal canto suo la segretaria generale Mascia Gregori.

Tra chi si è trasferito da nord delle Alpi, alcuni hanno preso domicilio in Ticino, altri magari affittano un piccolo appartamento e poi tornano a casa nel fine settimana.

Le uniche difficoltà – precisa Mascia Gregori – consistono «nel trovare personale amministrativo francofono; gli svizzeri tedeschi sono invece più flessibili».

Un problema – quello della frontiera linguistica – sottolineato anche da Sara Carnazzi Weber: «Abbiamo constatato che i traslochi al di là delle frontiera linguistica sono molto deboli».

Aumentano i pendolari

Piuttosto che scegliere l’opzione del trasloco con tutti i problemi che una simile soluzione comporta – casa, scolarizzazione dei figli, attività del coniuge,… – laddove la distanza lo permette molti svizzeri preferiscono trasformarsi in pendolari.

Dal 1970 al 2000, anno dell’ultimo censimento federale, il numero di pendolari è aumentato del 41%. Più di sei svizzeri su 10 ogni mattina lasciano il proprio luogo di domicilio per andare a lavorare in un altro comune.

Inoltre, sebbene negli ultimi decenni il tempo di percorso medio sia rimasto costante (18,3 minuti nel 1980, 19,2 nel 2000), le distanze sono sensibilmente aumentate: 28 chilometri nel 1980, 38 nel 2000. Nello spazio di trent’anni, inoltre, la percentuale di pendolari che percorre più di 100 chilometri al giorno è decuplicata!

Spostarsi in treno da Berna a Zurigo (120 km), oggi richiede meno di un’ora. In definitiva, per molte persone i progressi tecnologici hanno reso i traslochi inutili.

swissinfo, Daniele Mariani

Nel 2004, 410’600 persone hanno cambiato domicilio in Svizzera.
I tre quarti circa di queste migrazioni (72,2%) sono avvenute all’interno del medesimo cantone.
Le persone che si sono trasferite in un altro cantone sono state 114’057, pari a circa 15 persone su 1’000.
In Germania questa percentuale (trasferimento da un Land a un altro) è di circa il 13 per mille.
In Italia (da una regione all’altra) del 6 per mille.

Negli ultimi trent’anni, le migrazioni intercantonali in Svizzera sono diminuite. Nel 1970, il 42,6% delle persone che cambiavano domicilio si trasferivano in un altro cantone, mentre oggi questa percentuale si situa attorno al 30%.

«Emigrano» meno soprattutto coloro che hanno un livello di formazione medio-basso. Coloro con una formazione più elevata, invece, si trasferiscono più facilmente in un altro cantone.

Questo fenomeno è andato di pari passo con una crescita del pendolarismo. Nel 1970 otto persone attive su 10 erano pendolari, mentre nel 2000 nove su 10, pari ad una crescita del 41%.

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