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FFS: un cortocircuito all’origine del caos

Numerosi i passeggeri che sono rimasti bloccati nelle stazioni, come qui a Zurigo Keystone

La paralisi totale della rete ferroviaria svizzera di mercoledì è stata originata da un cortocircuito, che ha provocato una fatale reazione a catena.

Oltre a fornire le spiegazioni del caso, le FFS hanno riconosciuto una certa fragilità strutturale nella loro rete elettrica.

La causa del blackout che mercoledì ha paralizzato l’intera rete ferroviaria svizzera è stato un cortocircuito verificatosi nel canton Uri verso le 17.08, sulla linea ad alta tensione tra Amsteg e Rotkreuz.

Il guasto ha causato l’interruzione dell’erogazione in diverse centrali elettriche delle FFS e provocato una fatale reazione a catena, che ha praticamente bloccato istantaneamente centinaia di treni.

Perturbato anche il traffico internazionale dei treni da e per i paesi confinanti con la Svizzera.

Il tutto è rientrato nell’ordine all’alba di giovedì e, a parte qualche ritardo, solamente il traffico merci risulta ancora perturbato. Alcuni treni sono comunque stati soppressi, ad esempio sulle tratte Lucerna-Berna e Zurigo-Coira.

Un sistema fragile

Sorpreso anche lui dalla portata della panne, il direttore delle FFS ha voluto presentare le sue scuse ai viaggiatori per tutti gli inconvenienti subiti. Dominik Weibel ha inoltre ringraziato i suoi impiegati e le compagnie di trasporto (bus) per aver contribuito a rimediare alla situazione.

In una conferenza stampa a Berna, la direzione delle FFS ha pure ammesso che la rete elettrica ferroviaria soffre di alcuni problemi strutturali. In particolare, il numero di punti di iniezione di corrente è troppo limitato.

Non è la prima volta che la fragilità del sistema di alimentazione è all’origine di disagi. Nel 1998, l’intera Romandia e la metà del paese erano stati ad esempio paralizzati per quasi un’ora a causa di un fulmine caduto su una linea ad alta tensione.

Cronaca di un intervento non previsto

Alle 17.45 di mercoledì, l’interruzione totale di energia elettrica ferroviaria ha bloccato 1’500 treni e 200’000 persone nei vagoni e nelle stazioni.

Subito dopo la panne, gli specialisti delle FFS hanno cercato di ridare energia alla rete. Dalle 20.00, i treni hanno ripreso a poco a poco a muoversi su alcune tratte, come in Vallese e nella regione di Zurigo.

Dalle 20.45 hanno poi circolato di nuovo i treni sulle tratte Lucerna-Zugo-Zurigo, Lucerna-Arth-Goldau e Lucerna-Olten.

Il traffico è stato poi parzialmente ristabilito anche sulla linea lungo la catena del Giura e su quella che collega Bienne a Basilea via Delémont. Altri collegamenti a nord delle Alpi sono stati riattivati a partire dalle 21.15.

Il difficile esercizio di messa in tensione della rete di approvvigionamento di energia si è concluso verso le 21.30 e l’ultimo convoglio è giunto nella stazione di destinazione alle 03.43.

Pochi danni materiali

Nonostante l’ampiezza della panne, la caduta di energia non ha provocato né ferimenti tra i viaggiatori né grossi danni alle installazioni.

Il traffico merci è stato dal canto suo fortemente perturbato. Nelle prime ore del mattino, circa 20 treni merci in transito erano in attesa di poter proseguire il viaggio. Il trasporto interno è stato per contro sospeso completamente durante la notte.

Per una volta, l’annuncio dello sciopero dei treni in Italia ha avuto conseguenze piuttosto positive, riducendo il traffico sull’asse nord-sud.

Mobilitati 1’000 impiegati

La panne di corrente – sopravvenuta proprio nell’ora di punta – ha avuto grosse ripercussioni sui pendolari. Le FFS hanno messo in campo tutte le loro risorse umane per informare i clienti riguardo a la situazione dell’esercizio, impiegando oltre 1’000 dipendenti.

In particolare, le FFS hanno distribuito circa 200’000 buoni a titolo di indennizzo. Inoltre, sono state trovate soluzioni individuali: circa 300 clienti hanno pernottato in albergo o hanno potuto proseguire il viaggio a bordo di taxi o bus.

«Il costo per la società dovrebbe aggirarsi attorno ai 10 milioni di franchi», ha indicato il portavoce delle FFS Jean-Louis Scherz.

Autorità chiedono spiegazioni

Ad essere preoccupate per il blackout sono pure le autorità di sorveglianza. “L’Ufficio federale dei trasporti chiederà spiegazioni al riguardo alle FFS”, ha dichiarato il suo portavoce Gregor Saladin.

Saladin ha sottolineato che la Confederazione versa ogni anno 1,5 miliardi di franchi per l’infrastruttura della rete ferroviaria. Le autorità federali si attendono quindi un buon funzionamento tecnico delle FFS.

swissinfo e agenzie

La panne delle FFS di mercoledì ha avuto deboli ripercussioni sugli altri servizi.

La Posta ha ad esempio annunciato solo qualche ritardo nelle consegne in alcune regioni.

I grandi distributori non hanno invece registrato particolari problemi, siccome hanno intensificato il trasporto su ruota.

La panne elettrica non ha coinvolto i vagoni frigorifero, dotati di un’alimentazione autonoma.

Le FFS trasportano ogni giorno 700’000 passeggeri con 9’000 treni.
2’200 treni trasportano invece quotidianamente 160’000 tonnellate di merci.
Considerando le compagnie regionali e private, la rete ferroviaria elvetica è una delle più dense al mondo (5’100 km).
I cittadini svizzeri sono i viaggiatori che più utilizzano il treno in Europa, mentre nel mondo sono superati solamente dai giapponesi.

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