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“La maggior parte delle donne che ho incontrato sta facendo un lavoro eccezionale”

Elisabeth von Capeller
Elisabeth von Capeller è ambasciatrice svizzera in Nepal dal 2018. swissinfo.ch

La prima ambasciatrice svizzera in Nepal, Elisabeth von Capeller, condivide il suo punto di vista sulla transizione del Nepal verso una repubblica democratica federale e sul progresso dei diritti delle donne. Intervista.

In Nepal, un Paese in via di sviluppo che conta 125 caste e gruppi etnici, ci sono intense discussioni sull’emancipazione e sulla partecipazione delle donne alla vita politica. Dalla fine del decennale conflitto armato nel 2006, la società nepalese ha subito enormi cambiamenti. Anche l’inclusione politica delle donne è notevolmente evoluta con la promulgazione della nuova Costituzione federale nel 2015.

Alle elezioni del 2017, la quota di seggi femminili in parlamento ha superato la media mondiale. A livello locale, il 41% dei politici sono donne, di cui il 20% sono Dalit, la cosiddetta casta più bassa. L’ambasciatrice Elisabeth von Capeller è stata testimone di questi profondi cambiamenti.

Elisabeth von Capeller

Nata Basilea nel 1961, ha conseguito un master in ingegneria agraria presso il Politecnico federale di Zurigo. Nel 2007 è entrata a far parte della Direzione dello sviluppo e della cooperazione in Nepal. Nel 2011 è stata nominata a capo della Divisione Asia meridionale e ha ricoperto la carica di responsabile del programma Conflitti e Diritti umani fino al 2014. Dal 2018 è ambasciatrice della Svizzera in Nepal.

swissinfo.ch: Lei ha lavorato per la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSCCollegamento esterno) in Nepal dal 2007 al 2011 e questo è il suo secondo incarico in Nepal, questa volta come ambasciatrice. Ha quindi assistito alla transizione dalla monarchia al federalismo dopo il conflitto tra il governo e i maoisti. Potrebbe raccontarci la sua esperienza in Nepal?

Elisabeth von Capeller: Credo che oggi il Nepal sia un Paese diverso da quello che ho visto nel 2007 e nel 2011, anno in cui sono partita. Da Paese molto rurale, il Nepal si è trasformato in una società mobile. Oggigiorno, ci sono molti scambi tra le regioni rurali e quelle urbane, così come tra il mondo esterno e il Nepal. Ma soprattutto, l’accesso alle aree remote ha davvero cambiato il Paese.

Oggi ci sono più infrastrutture. Nel mese di giugno ero a Jajarkot, nel Nepal occidentale, una zona estremamente povera. Dieci anni fa non era possibile accedere ai mercati. Oggi ci sono invece strade che portano ai mercati, luoghi in cui le persone possono interagire.

Secondariamente, dopo l’accordo di pace e le elezioni ai tre livelli del sistema federale, ho constatato enormi differenze nel sistema politico. Quando si va nei distretti, vedo che i presidenti, i sindaci e i vicesindaci sono molto impegnati per fornire servizi alla popolazione. C’è una responsabilità completamente diversa da quella che c’era prima.

In terzo luogo, i giovani hanno cambiato le loro prospettive. Hanno studiato per diventare ciò che volevano: ingegneri e dipendenti governativi. Oggi molti giovani desiderano diventare imprenditori.


Le donne hanno più opportunità di partecipare alla politica nel nuovo sistema federale?

In Nepal, il sindaco o il vicesindaco deve essere una donna, ciò che rappresenta la decisione migliore e più coraggiosa che il Nepal può presentare al mondo. La maggior parte delle donne che ho incontrato sta facendo un lavoro eccezionale. Vedo che hanno il potenziale per rafforzare la società. A mio avviso, questo dovrebbe essere in linea di principio il ruolo di un partito politico, ma anche noi alla DSCCollegamento esterno sosteniamo le donne attraverso il programma ‘She Leads’. L’obiettivo è di consentire alle donne di acquisire competenze e conoscenze, in modo che possano partecipare ai processi politici ed elettorali e assumere ruoli di leadership.

Come sono evoluti i diritti delle donne dalla promulgazione della nuova Costituzione nel 2015?

Penso che l’accettazione delle donne non sia ancora del tutto soddisfacente. Alle donne non vengono ancora affidati i compiti degli uomini. Probabilmente ci vorranno altre due elezioni per consolidare la posizione delle donne.

Secondo me, le giovani donne sono completamente cambiate e sono molto più sicure di sé, comprese le studentesse. Tuttavia, per le donne ci sono ancora molti fattori limitanti nella società. La discriminazione contro le donne prevale soprattutto nella parte occidentale del Paese. Alcune comunità Dalit continuano a essere discriminate.

“Molte donne nepalesi sono ancora discriminate, ma lo stesso problema persiste anche in Svizzera”

Quali sono i fattori che impediscono alle donne di beneficiare di pari diritti? Qual è la situazione in Nepal rispetto a quella in Svizzera?

Penso che siano la società, il modo in cui la società vede le donne e i compiti assegnati alle donne. Molte donne nepalesi sono ancora discriminate, ma lo stesso problema persiste anche in Svizzera. Sono la prima ambasciatrice svizzera in Nepal in 60 anni. Il 14 giugno di quest’anno abbiamo avuto una grande manifestazione in Svizzera con mezzo milione di donne che chiedevano la parità salariale e pari opportunità per accedere alle posizioni dirigenziali. Abbiamo ancora molto da fare per ottenere pari opportunità di genere.

Ricordo che una volta mi è stato persino chiesto perché le donne non restano a casa con i figli. Inoltre, avevo 11 anni quando le donne hanno ottenuto il diritto di voto in Svizzera. Mia madre aveva circa quarant’anni. Non riesco ancora a crederci.

Quali difficoltà ha incontrato durante l’istituzionalizzazione del federalismo in Nepal?

Non so se un altro Paese potrebbe attuare una misura di questo tipo. Riesce a immaginare di passare da un sistema centralizzato al federalismo da un giorno all’altro? La Costituzione era chiara sui diritti esclusivi e concorrenti, i quali garantiscono la suddivisione dei poteri tra governi federale, provinciali e locali. Questo è un enorme cambiamento nel sistema e nella nostra comprensione dello stato della democrazia nella società. Per alcuni anni, la strada sarà ricca di insidie.

Le quote femminili hanno contribuito a ridurre il divario di genere nel processo decisionale politico in Nepal?

Si è trattato di un passo necessario. È stata un’ottima mossa e la democrazia si sta consolidando. È dinamica e la responsabilità è diversa. Come potrebbe funzionare la democrazia se metà della società (le donne) non vi partecipasse? 

Vent’anni fa ho partecipato in seno alla DSC alla definizione degli obiettivi delle pari opportunità. Non si trattava delle quote, ma ci siamo riusciti. Ora anche la Svizzera sta discutendo delle quote.

Svizzera e Nepal

I due Paesi sono legati da relazioni bilateraliCollegamento esterno da 60 anni. Tramite la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), la Svizzera sostiene il Nepal nello sviluppo delle infrastrutture rurali, nella formazione tecnica e professionale, nell’agricoltura, nella migrazione e nella costruzione di uno Stato federale. Attualmente in Nepal vivono 101 cittadini svizzeri.

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Traduzione dall’inglese di Luigi Jorio

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