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È battaglia sulle misure di sicurezza a Davos

Un posto di blocco della polizia durante il Forum di Davos nel gennaio scorso Keystone Archive

Non ha tregua la battaglia giuridica per determinare la legalità delle misure prese dalle autorità durante l'ultimo Forum economico di Davos. L'Ufficio federale dei trasporti ha respinto quattro ricorsi presentati da privati contro le Ferrovie retiche. Ma intanto la Dichiarazione di Berna torna a puntare il dito contro l'operato della polizia.

L’organizzazione terzomondista ha inoltrato un ricorso amministrativo presso il dipartimento grigionese di giustizia, polizia e sanità ritenendo che il massiccio intervento di polizia ed esercito abbia intralciato l’attività di «Public Eye on Davos», il forum alternativo svoltosi contemporaneamente a quello dei top manager.

A diversi partecipanti – indica mercoledì un comunicato della Dichiarazione di Berna – è stato ostacolato il viaggio verso Davos. Un oratore, giunto in treno dall’Olanda, è stato respinto e non ha così potuto prender parte al convegno. Inoltre la polizia ha fermato per due ore alcuni studenti, sequestrando loro materiale informativo.

È preoccupante come in Svizzera siano facilmente sospesi i diritti fondamentali, aggiunge l’organizzazione. A suo avviso il massiccio dispositivo di sicurezza non aveva basi legali. Al dipartimento viene quindi chiesto di «costatare a livello giuridico le numerose violazioni delle libertà di espressione, di riunione e di informazione».

Sempre mercoledì le Ferrovie retiche (FR) hanno annunciato che l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) ha respinto quattro ricorsi presentati contro la sospensione dell’esercizio ferroviario sulla linea Landquart-Davos il 27 gennaio scorso, giorno della grande manifestazione contro il Forum economico mondiale.

L’autorità federale – riferisce una nota delle FR – è giunta alla conclusione che il blocco pomeridiano, durato tre ore e motivato da ragioni di sicurezza, era giustificabile. La base legale era costituita dalla legge federale sul trasporto pubblico.

Sull’onda dell’esperienza fatta l’anno precedente, l’UFT sostiene che mantenendo il servizio ferroviario non era da escludere il ferimento di qualche viaggiatore. Il principio della proporzionalità è quindi stato rispettato.

swissinfo e agenzie

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