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«Attenzione, virus!»

In Somalia, le campagne di vaccinazione devono essere fatte con delle scorte armate. bag.admin.ch/Sebastiao Salgado

Nel contesto di paura e di isteria legate all'influenza aviaria, a Berna si apre un'esposizione sui vaccini e sulle sfide alle quali è confrontata la sanità pubblica.

Le fotografie di Sebastião Salgado sulla campagna mondiale di vaccinazione contro la poliomelite dell’UNICEF sono tra i punti forti dell’esposizione.

«Ogni anno, circa 2 milioni di persone, tra cui 1,4 milioni di bambini di meno di 5 anni, muoiono di malattie che possono essere evitate con una vaccinazione».

La frase scritta su una grande lavagna all’interno dell’esposizione non può essere più chiara: da quando esistono i vaccini sono stati compiuti passi avanti enormi nella lotta contro alcune malattie, ma le sfide in materia di sanità pubblica sono ancora moltissime.

Il tema – che più d’attualità non poteva essere visti i timori che suscita l’influenza aviaria – è l’oggetto di un’esposizione intitolata «Attenzione, virus!» aperta lunedì alla Käfigturm, la torre di Berna che in passato ospitava le prigioni.

Malattie da non banalizzare

Gli obiettivi della mostra sono principalmente due, ha sottolineato il direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica Thomas Zeltner: «da un lato mostrare i grandi benefici che hanno avuto i vaccini per l’umanità, dall’altro ricordare al pubblico l’esistenza di alcune malattie affinché non vengano banalizzate».

Negli ultimi decenni, in particolare nel mondo occidentale, la generalizzazione delle vaccinazioni e i progressi della medicina hanno portato a una forte diminuzione delle malattie infantili e dei casi di decorso grave di queste malattie.

Un’evoluzione che è andata di pari passo con una rimessa in discussione, soprattutto da parte della medicina alternativa, della necessità di vaccinare in modo sistematico.

Perché inoculare in un bebé dei vaccini che mettono a dura prova il loro sistema immunitario? Che senso ha proteggere un bambino da malattie che da noi sono praticamente scomparse o il cui decorso è nella stragrande maggioranza dei casi benigno? Gli effetti secondari non sono ben più pericolosi di un’eventuale ipotetica malattia?

Delle infezioni mortali

Domande sicuramente legittime, perlomeno nei paesi industrializzati, ma si può parlare veramente di malattie benigne? «Sapevate – è la domanda evidenziata su una bottiglia da laboratorio all’entrata della mostra – che all’inizio degli anni ’60 negli Stati Uniti un’epidemia di rosolia ha provocato difetti congenitali in 20’000 nascituri (…)?».

Nella prima sala, sulle pareti di una camera dei bambini gli autori dell’esposizione ricordano che il morbillo è responsabile di ancora oltre 500’000 decessi ogni anno e che anche in Svizzera vi sono ancora dei bimbi che muoiono a causa di questo virus (sette negli ultimi 15 anni).

Più di 27 milioni di neonati nel mondo non hanno accesso ai vaccini, ha sottolineato Elsbeth Müller, direttrice della sezione svizzera dell’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, che ha partecipato all’allestimento dell’esposizione.

E ciò malgrado costi assai bassi: per 36,50 franchi – «il prezzo di un pasto», come ha osservato Elsbeth Müller – è possibile vaccinare per via orale contro la poliomelite 100 bambini. «Se paragonati ai costi, i vaccini sono la misura più efficace in medicina», gli ha fatto eco Thomas Zeltner.

«Solo due gocce»

Anche se molto resta ancora da fare, i progressi compiuti negli ultimi anni sono comunque stati enormi. Grazie alla campagna di vaccinazioni lanciata a partire dal 1988 dall’UNICEF e dall’Organizzazione mondiale della sanità, il numero di casi di poliomelite, ad esempio, è stato ridotto del 99%.

Dai 350’000 casi del 1988 si è passati a circa 500 nel 2001, una cifra poi risalita a 1’200 nel 2004 e che fa dire ai responsabili della campagna che è necessario mantenere alta la guardia.

E proprio la lotta contro la poliomelite, malattia causata da un virus presente soprattutto nell’acqua inquinata e che può condurre alla paralisi o addirittura alla morte, è uno degli aspetti forti di «Attenzione, virus!».

I 40 scatti del famoso fotografo brasiliano Sebastião Salgado, incaricato nel 2001 di illustrare la campagna dell’UNICEF, gettano uno sguardo di speranza per lo sradicamento di questa malattia. Non per nulla la sua esposizione si intitola «The End of the Polio», la fine della poliomelite.

Certo, le fotografie che illustrano i drammatici effetti della malattia non mancano, come ad esempio quella di un bambino somalo semiparalizzato che per spostarsi è costretto ad andare a quattro zampe, con dei sandali quale unica protezione per le mani. Ma, come sta scritto sulla maglietta di due persone con a tracollo una ghiacciaia riempita di vaccini, bastano «solo due gocce», amministrate a tre riprese, per immunizzare un bambino contro la malattia.

swissinfo, Daniele Mariani

L’esposizione «Attenzione, virus» al Käfigturm di Berna è aperta dal 22 ottobre al 26 febbraio.
Gli orari d’apertura sono dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 10 alle 16.
Oltre all’esposizione, sono previste diverse altre manifestazioni, in particolare delle conferenze.
In occasione dell’apertura verrà proiettato un reportage sull’influenza aviaria nei paesi del sud-est asiatico.

In Svizzera le vaccinazioni non sono obbligatorie, ma sono fortemente raccomandate dall’Ufficio federale della sanità pubblica. Solo alcuni cantoni hanno introdotto l’obbligatorietà per i vaccini contro il tetano o la difterite. La maggior parte della popolazione svizzera ed in particolare i bambini è comunque vaccinata contro le principali malattie.

Tra gli Obiettivi del Millennio dell’ONU vi è pure quello di ridurre di due terzi entro il 2015 la mortalità infantile tra i bambini di meno di 5 anni.

Tra gli attori in prima linea per raggiungere questo obiettivo vi sono l’UNICEF, il fondo dell’ONU per l’infanzia, e l’Organizzazione mondiale della sanità.

Nel 2004, l’UNICEF ha distribuito 1,9 miliardi di dosi di vaccino contro la poliomelite, 185 milioni di dosi contro il morbillo, 180 contro il tetano e 350 contro l’epatite B e il virus Hib.

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