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2001: anno nero per gli alpinisti

Scalata sul ghiaccio: affascinante ma rischioso Keystone

2001 da dimenticare per alpinisti e appassionati della montagna: ben 133 persone hanno perso la vita sulle Alpi svizzere e nel Giura, il 43% in più rispetto all'anno precedente.

Bisogna risalire al 1993 per trovare un bilancio così funesto (142 morti), sottolinea martedì a Berna il Club alpino svizzero (CAS).

Le cifre del 2001 hanno purtroppo interrotto una tendenza al ribasso osservata negli ultimi anni. I responsabili del CAS ritengono che l’aumento sia dovuto a tre ragioni principali.

In primo luogo l’enorme incremento delle attività sportive in montagna, un boom che è stato anche favorito dalle condizioni climatiche propizie. Vi è poi l’ignoranza delle regole di sicurezza elementari (ad esempio le scalate sempre più frequenti nel pomeriggio, quando la prudenza consiglia invece di farle all’alba). Ed infine la scarsa esperienza degli sportivi, soprattutto nel cimentarsi in nuove discipline oggi alla moda, come la scalata delle cascate di ghiaccio, spiega Louis Salzmann, presidente della commissione di salvataggio del CAS.

Oltre a questi fattori, vi è poi il brusco degradarsi delle condizioni atmosferiche che spesso coglie di sorpresa molti sportivi impreparati.

Valanghe, causa principale

Senza dimenticare l’insufficiente qualità della neve e l’instabilità del manto: le valanghe sono state l’anno scorso la causa di circa un terzo (31 per cento) delle disgrazie mortali in alta montagna. Seguono le cadute sulle pareti o nei crepacci, le cadute di massi e non ultimi – sottolineano i responsabili del CAS – problemi di tenuta fisica, come gli infarti.

Vittime di incidenti mortali sono stati soprattutto gli svizzeri ma anche il numero di stranieri morti in montagna (60) ha subito una brusca impennata, raddoppiando rispetto al 2000.

Più interventi del CAS

In aumento nel 2001 anche gli interventi del CAS: complessivamente le squadre di soccorso sono state impegnate 431 volte (+15 per cento) in aiuto di 614 persone in gravi difficoltà. Il CAS segnala infine un balzo sorprendente degli incidenti capitati ad escursionisti nelle zone impervie durante semplici gite alpine (194 casi contro 84 nel 2000).

Un trend preoccupante che induce il CAS ad invitare gli sportivi ad una maggiore prudenza. Meglio rinunciare che tentare ad ogni costo, mettendo in pericolo la propria esistenza, consiglia il Club alpino svizzero.

swissinfo e agenzie

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