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2003: le pensioni vanno in crisi

In piazza per difendere le assicurazioni sociali Keystone

Copertura insufficiente, riduzione del tasso di interesse minimo sugli averi degli assicurati, diminuzione delle rendite, aumento dell'età di pensionamento: il crollo delle borse ha mandato in tilt il sistema di previdenza.

Anche in Svizzera, come in molti altri paesi.

Tra i settori maggiormente toccati dal crollo delle borse all’inizio del nuovo millennio, i sistemi pensionistici fanno fatica a rimettersi in sesto.

Nei paesi limitrofi, come Francia, Germania, Italia, la crisi delle pensioni ha scatenato imponenti reazioni popolari, con scioperi e manifestazioni.

E di manifestazioni ce ne sono state anche in Svizzera. In settembre, a Berna, oltre 25 mila persone sono scese in piazza per protestare contro i previsti peggioramenti per l’assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) e la previdenza professionale.

Proteste contro Couchepin

A scatenare il malcontento sono state soprattutto le posizioni difese dal ministero dell’interno, Pascal Couchepin, che in maggio aveva lanciato la proposta di alzare l’età del pensionamento a 67 anni.

Ma non solo. Anche la riduzione del tasso d’interesse minimo sul cosiddetto secondo pilastro, la previdenza professionale obbligatoria, non è piaciuta a molti.

Perché, affermano i sindacati, non spetta ai dipendenti pagare il risanamento delle casse di previdenza, duramente toccate dalle perdite in borsa.

Copertura insufficiente

In seguito alla precaria situazione sui mercati finanziari, oltre un terzo delle casse pensione non disporrebbero infatti della copertura sufficiente per garantire gli averi degli assicurati in caso di chiusura dell’azienda, come prevede la legge svizzera.

Ragione per cui, dopo una prima riduzione dal 4 al 3,25 % all’inizio del 2003, il tasso di interesse minimo sulle pensioni verrà nuovamente abbassato, con il primo gennaio dell’anno prossimo , al 2,25%.

Tutti in pensione a 65 anni

Ma le difficoltà non si limitano alle casse pensione. Il futuro si prospetta poco roseo anche per il primo pilastro della previdenza sociale svizzera, l’AVS, il cui equilibrio finanziario potrebbe essere compromesso dal continuo invecchiamento della popolazione.

Per cui, approfittando di una nuova revisione, l’undicesima, in settembre il parlamento ha deciso di portare l’età di pensionamento a 65 anni per tutti, uomini e donne, a partire dal 2009.

Un primo passo, forse, verso altre misure ancora meno popolari, come quella proposta dal ministro dell’interno Couchepin. A meno che, come hanno annunciato, le formazioni politiche della sinistra non vi oppongano il referendum.

swissinfo, Fabio Mariani

Pascal Couchepin vuole alzare l’età di pensionamento a 66 anni, per uomini e donne, a partire dal 2015, e a 67 anni dal 2025 in poi.
Con l’undicesima revisione dell’AVS, il parlamento ha deciso di introdurre il pensionamento a 65 anni per tutti a partire dal 2009.
Nel solo 2002, gli istituti di previdenza professionale hanno perso attorno ai 40 miliardi di franchi.
Il governo ha deciso una nuova riduzione del tasso minimo d’interesse sugli averi pensionistici, che con il 2004 passerà dal 3,25 al 2,25%.

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