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2006 – Un investigatore nella rete delle prigioni della CIA

La Romania (qui una delle sue basi militari) è tra i paesi europei accusati di aver assistito la CIA Keystone

Il relatore svizzero del Consiglio d'Europa, Dick Marty, ha accusato diversi paesi europei di aver collaborato al sistema di carceri illegali messo in piedi dalla CIA.

Il senatore ticinese non ha risparmiato critiche neppure alla Svizzera, biasimata per aver chiuso gli occhi di fronte agli abusi dei diritti umani perpetrati dai servizi segreti statunitensi.

Il polverone è stato sollevato a fine 2005 dal giornale statunitense Washington Post e dall’organizzazione a difesa dei diritti umani Human Rights Watch.

L’agenzia di spionaggio americana (CIA) disporrebbe in Europa – ed in particolare nei paesi dell’Est – di una rete di centri segreti per interrogare (e torturare) presunti membri di Al Qaida.

Non solo: alcuni aeroporti europei sarebbero stati usati per trasferire i sospetti terroristi in paesi terzi. Il tutto al di fuori di qualsiasi quadro legale.

Per fare chiarezza sulle sconcertanti rilevazioni, il Consiglio d’Europa ha affidato al Consigliere agli Stati elvetico Dick Marty l’incarico di svolgere un’indagine approfondita sulla questione.

Le accuse all’Europa

Dopo aver analizzato immagini satellitari, studiato i piani di volo e letto i resoconti di ex prigionieri, Marty ha esposto il frutto del suo lavoro nel giugno del 2006.

Il suo rapporto conferma quello che molti temevano: le autorità di diversi paesi europei hanno partecipato alle attività illegali della CIA. Altri avrebbero invece fatto finta di non sapere.

Il senatore ticinese – ex procuratore pubblico – non si limita alle accuse. Chiama gli imputati per nome. Italia, Svezia, Bosnia-Erzegovina, Gran Bretagna, Macedonia, Germania e Turchia sono messe in causa per «violazione dei diritti della persona». Polonia, Romania, Spagna, Cipro, Irlanda, Portogallo e Grecia sono considerati responsabili di collusione.

Mancano le prove materiali, ma gli elementi a sostegno dell’esistenza di centri segreti sono numerosi. L’Europa – additata anche nel rapporto di fine novembre del relatore del parlamento europeo Claudio Fava – non sembra più la paladina dei diritti umani.

Svizzera troppo servile

Seppur in modo marginale, nella rete è invischiata anche la Svizzera, alla quale Marty rimprovera «l’ubbidienza servile» nei confronti di Washington.

Lo stesso Ufficio federale dell’aviazione civile riconosce che 76 voli americani «sospetti» hanno transitato nello spazio aereo elvetico tra il 2001 e il 2006. E a sei riprese, velivoli sospetti della CIA sono atterrati sul suolo nazionale. In ogni occasione, nessun controllo, nessuna domanda.

Marty si è inoltre detto «scioccato» per la facilità con cui la Confederazione ha rinnovato – fino al termine del 2006 – il permesso annuale di sorvolo ai velivoli dell’amministrazione americana.

Il Dipartimento federale degli affari esteri respinge le critiche, affermando che con gli Stati Uniti la Svizzera ha sempre avuto un atteggiamento «molto chiaro».

Un nuovo ordine giuridico

Ad un anno dall’incarico affidatogli dal Consiglio d’Europa, Dick Marty ha ancora parecchio da indagare. Prevede in particolare di visitare uno dei luoghi più inaccessibili e controversi: la prigione di Guantanamo.

L’appello lanciato dal senatore è chiaro: «Per affrontare la minaccia terroristica ci vuole un nuovo ordine giuridico mondiale».

swissinfo, Luigi Jorio

14 paesi europei sono stati accusati dal Rapporto Marty di collaborare con la CIA.
76 voli americani sospetti hanno transitato nello spazio aereo elvetico tra il 2001 e il 2006.

Novembre 2005: Il Consiglio d’Europa affida a Dick Marty il compito di investigare sui centri di detenzione segreti della CIA in Europa.

Gennaio 2006: La stampa afferma che i servizi d’informazione svizzeri hanno intercettato un fax egiziano che conferma l’esistenza delle prigioni della CIA in Europa.

Gennaio 2006: La delegazione delle commissioni di gestione del Parlamento afferma che non esiste alcuna prova dell’esistenza di attività illegali della CIA in Svizzera.

Aprile 2006: L’Ufficio federale dell’aviazione civile conferma che sei voli sospetti hanno fatto scalo in Svizzera.

Giugno 2006: Il rapporto Marty accusa diversi paesi europei di aver collaborato con la CIA o perlomeno di aver tollerato le sue attività illegali. Non mancano critiche all’operato della Svizzera.

In un solo caso il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto un’inchiesta: il sorvolo di un aereo il 17 febbraio 2003 sul quale si sarebbe trovato l’imam Abu Omar, rapito in Italia e in volo verso l’Egitto.

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