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60 anni dopo, tornano i «piccoli» austriaci

Dall'Austria alla Svizzera per ricordare un gesto di solidarietà tra i popoli Keystone

Denutriti e traumatizzati dal conflitto mondiale, erano stati accolti per tre mesi da famiglie svizzere. Venerdì a Berna hanno ricordato la loro storia.

Per commemorare l’iniziativa della Croce Rossa, le ministre degli esteri di Svizzera e Austria si sono unite ai bambini di un tempo e alle famiglie che li hanno ospitati.

Due centinaia di austriaci, che alla fine della Seconda guerra mondiale erano stati accolti da famiglie svizzere, sono tornati venerdì a Berna per dire «grazie». Lanciata sessant’anni fa dalla Croce rossa svizzera, l’iniziativa ha creato dei legami che durano ancora.

Tra il 1945 e il 1955, circa 35’000 ragazzi austriaci, molti dei quali denutriti, avevano avuto l’occasione di passare tre mesi in un mondo risparmiato dalla guerra e di togliersi almeno un po’ la fame di dosso.

In segno di gratitudine, 200 di questi «bambini svizzeri» hanno rifatto il viaggio in treno, come all’epoca, per commemorare a Berna il sessantesimo anniversario del primo convoglio carico di bambini partito da Vienna per la Svizzera.

Alle cerimonia commemorativa hanno partecipato molti membri delle famiglie ospiti. Al Bernerhof sono intervenute anche la ministra degli esteri elvetica, Micheline Calmy-Rey e la sua omologa austriaca Ursula Plassnik.

Solidarietà, un dovere

Le due ministre hanno reso omaggio alla generosità delle famiglie ospiti. Grazie a loro migliaia di piccoli austriaci traumatizzati dalla guerra hanno potuto vivere un’esperienza positiva. «Per la Svizzera, risparmiata dal conflitto, era un dovere mostrarsi solidale con il resto dell’Europa», ha sottolineato Micheline Calmy-Rey.

«Oggi come ieri, i bambini sono le vittime più vulnerabili di tutte le guerre». Una situazione «inaccettabile», ha inoltre ricordato la responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri.

Collaborazioni

Micheline Calmy-Rey ha inoltre ricordato le ricadute positive dei legami che si sono creati in seguito alla venuta in Svizzera dei ragazzi austriaci. Non si tratta solo di legami tra i ragazzi e le famiglie che li hanno accolti, ma anche dei legami tra i due paesi e tra le due sezioni nazionali della Croce rossa.

La Croce rossa svizzera e quella austriaca oggi collaborano in molti campi, ad esempio nell’aiuto alle vittime dello tsunami in Asia o nel sostegno ai profughi di guerra bosniaci.

«Adesso che austriaci e svizzeri vivono nell’abbondanza è il momento di aiutare gli altri», ha dichiarato la signora Plassnik. I «bambini svizzeri» di un tempo, hanno voluto fare la loro parte devolvendo 31’600 euro (48’400 franchi svizzeri) in favore di un programma austro-elvetico di aiuto allo sviluppo per il Kosovo.

swissinfo e agenzie

Tra il 1945 e il 1955, 35’000 bambini austriaci sono stati accolti per tre mesi da famiglie svizzere.
200 di loro sono tornati a Berna il 4 novembre per dire grazie e commemorare l’iniziativa della Croce Rossa.
Per l’occasione, hanno devoluto 48’800 franchi in favore di un progetto di aiuto allo sviluppo austro-elvetico in Kossovo.

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