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A chi andranno i dollari di UBS e Credit Suisse?

Coloro che ancora non hanno ricevuto: le vittime dell'olocausto che vivono nei paesi dell'ex blocco sovietico Keystone

Giovedì a New York, il giudice Korman presenzierà a delle audizioni cruciali per la ripartizione del miliardo e 250 milioni di dollari versati dalle grandi banche svizzere nel quadro della contesa sui fondi ebraici in giacenza.

Più della metà di questa somma deve ancora essere distribuita.

Le audizioni si svolgono in una sala del Tribunale distrettuale di Brooklyn. Il giudice Edward Korman, incaricato della distribuzione del miliardo e 250 milioni di dollari versati da UBS e Credit Suisse nel quadro dell’accordo globale firmato nel 1998 con le associazioni ebraiche, ascolterà gli argomenti di coloro che ritengono di avere diritto ad una parte di questa somma.

Sta a Korman, infatti, decidere la ripartizione finale. Finora il giudice ha distribuito solo 154,4 milioni degli 800 destinanti ai titolari o agli eredi dei conti ebraici in giacenza. Si tratta di una ripartizione decisa in base ai 21’000 nomi di potenziali detentori fatti dalle banche svizzere.

Israele e Stati Uniti

Restano dunque 645 milioni di dollari da distribuire. Per essere messo nelle condizioni di farlo ed individuare i potenziali aventi diritto, in novembre il giudice Korman ha lanciato un appello in Internet.

L’iniziativa ha avuto un notevole successo. Un centinaio di persone si sono fatte vive da ogni parte del mondo. Ma a reclamare una fetta della torta sono soprattutto le associazioni: ebraiche, di nomadi, di omosessuali, di portatori di handicap.

Secondo il quotidiano romando Le Temps, le richieste più elaborate arrivano da Israele e dagli Stati Uniti. Le richieste israeliane sono state ufficialmente presentate dalla World Jewish Restitution Organization e da diversi ministeri dello Stato ebraico.

In effetti, Israele ritiene che almeno la metà dei sopravvissuti all’olocausto e dei loro discendenti vivano sul suo territorio. Domanda di conseguenza la parte corrispondente dei 645 milioni di dollari.

Malcontenti prima della decisione finale

Delle domande provenienti dagli Stati Uniti, quella inoltrata dall’Holocaust Survivors Foundation di Miami è già stata respinta da Edward Korman e Judah Gribetz, lo «Special Master» incaricato della distribuzione.

La Fondazione ha deciso che farà appello. E non sarà di certo la sola. Anche in Israele la prospettiva di una decisione finale sulla ripartizione suscita dei malcontenti.

Domenica scorsa, lo Stato ebraico ha domandato al giudice Korman di non privilegiare i sopravvissuti all’olocausto che si trovano oggi nei paesi dell’ex blocco sovietico.

Ma Korman e Gribetz non demordono. Ritengono infatti che dalla fine della Seconda guerra mondiale, le organizzazioni ebraiche israeliane e statunitensi siano già state ben servite in materia di “riparazioni”.

Facendo soprattutto presente che i veri “bisognosi” si trovano altrove, il giudice Korman ha deciso lo scorso marzo di destinare i tre quarti dei fondi restanti ai più disagiati tra i sopravvissuti dei massacri nazisti. E la maggioranza di questi vive ancora negli ex paesi comunisti dell’Europa dell’Est.

Accuse alle banche

Tuttavia, sempre secondo Le Temps, Korman non avrebbe rinunciato ad identificare i beneficiari legittimi dei 645 milioni di dollari, vale a dire i detentori dei conti svizzeri in giacenza o i loro eredi.

Il giudice vuole dunque ottenere la pubblicazione di nuovi conti bancari. Ragione per la quale nel febbraio scorso avrebbe esercitato delle nuove pressioni sulle banche svizzere.

Rimproverando alle banche di ritardare la distribuzione del denaro, il magistrato newyorkese aveva chiesto la pubblicazione di una nuova lista contente 15’000 conti legati alle vittime del nazismo. Di più, Edward Korman starebbe pensando ad una parte dei 4,1 milioni di conti aperti in Svizzera durante il regime nazista.

Ecco perché negli ultimi giorni il giudice ha rimesso in questione per l’ennesima volta il segreto bancario elvetico, che a suo modo di vedere è un freno alla distribuzione dei fondi derivati dall’accordo globale del 1998.

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Nell’agosto del 1998 è stato firmato un accordo globale tra le grandi banche svizzere e i gruppi ebraici che avevano depositato delle denunce collettive negli Stati Uniti. In seguito all’accordo, i denuncianti s’impegnavano a desistere da qualsiasi azione legale negli USA.

Il piano di ripartizione del miliardo e 250 milioni dell’accordo globale è stato adottato nel novembre 2000. 8 milioni sono stati versati ai rifugiati respinti dalla Confederazione e 215 ai prigionieri costretti a lavori forzati in imprese legate alla Svizzera.

Il giudice Edward Korman ha deciso inoltre di creare un fondo di 205 milioni destinato ai sopravvissuti che dovessero ritrovarsi nel bisogno. Il rimanente – 800 milioni circa, di cui 154,4 già distribuiti – è destinato a risarcire i titolari dei conti in giacenza o i loro eredi.

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