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Accolto con favore il dietrofront degli USA sui detenuti

I prigionieri degli USA a Campo Delta, nella baia di Guantanamo, sono centinaia Keystone

La decisione degli USA di rispettare l'articolo 3 delle Convenzioni di Ginevra nel carcere di Guantanamo è un progresso. Lo dice un esperto di diritto internazionale.

Contattato da swissinfo, Andrew Clapham, professore all’Istituto universitario di alti studi internazionali di Ginevra, afferma che gli Stati Uniti non potranno ora più ignorare queste regole sul rispetto dei prigionieri.

Il Pentagono americano ha annunciato martedì che tutti i detenuti che si trovano sotto la custodia dei militari americani nel mondo intero hanno diritto alle garanzie e alla protezione previste dalle Convenzioni di Ginevra del 1949.

Sarà quindi applicato l’articolo che prevede il divieto degli atti di violenza contro i detenuti (inclusi i trattamenti crudeli e la tortura) e gli oltraggi alla dignità personale (inclusi i trattamenti degradanti e umilianti). Non sarà inoltre più possibile condannare un detenuto senza avergli prima garantito un processo equo.

Il governo elvetico ha affermato di avere preso atto «con interesse» della decisione annunciata dal Pentagono: «Questa evoluzione della posizione americana – scrive il Dipartimento svizzero degli affari esteri (DFAE) – avvalora la preminenza del diritto internazionale umanitario e ribadisce, in un contesto difficile, l’universalità dei diritti umani».

Anche il Comitato internazionale della Croce rossa (CICR) ha preso atto della promessa statunitense di rispettare l’articolo 3 delle Convenzioni di Ginevra sulla protezione dei prigionieri di guerra. «È il minimo che si possa pretendere», afferma il CICR in una nota.

La decisione degli Stati Uniti, che riguarda soprattutto i detenuti di Guantanamo, arriva sulla scia di una sentenza della Corte Suprema che nei giorni scorsi ha stabilito la necessità, per l’amministrazione Bush, di rispettare in ogni caso i diritti previsti dalle Convenzioni di Ginevra.

Un’inversione di rotta rispetto al passato, visto che per anni, dopo l’11 settembre 2001, Washington aveva costantemente ribadito che i detenuti a Guantanamo non potevano essere considerati prigionieri di guerra e quindi non avevano diritto alle garanzie e all’assistenza legale previsti dalle Convenzioni di Ginevra.

swissinfo: Quale importanza riveste la decisione degli USA?

Andrew Clapham: È importante perché i servizi e gli agenti statunitensi non potranno più ignorare il fatto che anche gli USA sono tenuti al rispetto delle Convenzioni di Ginevra. Finora invece questo messaggio non passava molto bene e sappiamo che vi sono stati dei maltrattamenti.

In futuro, si spera, ci penseranno due volte prima di maltrattare i detenuti, perché presto verranno a conoscenza del fatto che una violazione dell’articolo 3 implica il rischio di una condanna per crimine di guerra.

swissinfo: Questa inversione di tendenza degli Stati Uniti è da considerarsi una vittoria del CICR oppure l’amministrazione Bush non ha fatto che piegarsi alla decisione della Corte suprema?

A.C.: Il CICR, Mary Robinson (ex alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo) e numerose organizzazioni non governative hanno sempre perorato la causa dell’applicazione delle Convenzioni di Ginevra anche ai prigionieri di Guantanamo.

La decisione della Corte suprema ha certo accelerato la presa di decisione dell’amministrazione Bush, ma la decisione non era troppo difficile da prendere visto che comunque tutti affermavano che le Convenzioni dovevano essere applicate.

swissinfo: La decisione del Pentagono riguarda però solo le prigioni controllate dai militari e non quelle della CIA

A.C.: La norma dice che l’articolo 3 si applica alle «parti al conflitto». Non soltanto al ministero della difesa americano, bensì a tutti gli Stati Uniti. Quindi il discorso secondo cui la protezione non concerne i prigionieri detenuti nei carceri della CIA non regge.

swissinfo: Il Pentagono nega un’inversione dei tendenza rispetto al passato perché, afferma, i detenuti sono sempre stati trattati «umanamente». Alla luce di questa affermazione, quali reali cambiamenti nel trattamento dei prigionieri ci si può aspettare? E come li si potrà provare?

A.C.: Il CICR visita i detenuti; vi è quindi un certo controllo. Inoltre, i prigionieri che vengono liberati raccontano il modo in cui sono stati trattati. È però difficile dire quali saranno i cambiamenti nell’immediato.

Vi sarà soprattutto una svolta psicologica, perché nessuno potrà più giustificare dei maltrattamenti con il fatto che gli USA non sono tenuti a rispettare le Convenzioni di Ginevra, perché ora è chiaro che lo sono.

swissinfo, Adam Beaumont, Ginevra
(traduzione, Anna Passera)

Le Convenzioni e i Protocolli aggiuntivi di Ginevra – di cui la Svizzera è depositaria – rappresentano l’ossatura del diritto umanitario internazionale.

Le Convenzioni stabiliscono quale trattamento debba essere riservato ai civili e ai combattenti in tempo di guerra e occupazione.

Henry Dunant, fondatore del Comitato internazionale della Croce rossa, diede vita alla prima convenzione nel 1864.

Le quattro convenzioni sono state riviste ed estese nel 1949. La prima riguarda le forze terrestri, la seconda quelle navali. La terza e quarta convenzione riguardano rispettivamente i prigionieri di guerra e i civili.

Andrew Clapham è professore di diritto pubblico internazionale.
È il direttore designato dell’Accademia di diritto internazionale umanitario e dei diritti umani che aprirà i battenti il primo ottobre 2007 a Ginevra.

L’articolo 3 delle Convenzioni di Ginevra vieta la violenza nei confronti dei detenuti, le crudeltà, le torture, gli «oltraggi alla dignità personale» rappresentati da trattamenti umilianti e degradanti.

Vieta inoltre le condanne e le esecuzioni sommarie che non derivano dalla decisione di un tribunale regolarmente costituito.

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