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Acqua 2003: ancora molto da fare

Ironia del destino, la siccità ha marcato l'anno dell'acqua Keystone

L’anno internazionale dell’acqua si avvicina alla sua conclusione. Secondo le autorità federali è stato un successo: oggi gli svizzeri sono più coscienti del valore della risorsa.

Ma ora che l’anno sta per finire, i problemi, anche gravi, restano. Nel sud del mondo, ma anche in Svizzera.

“Senza acqua, non c’è vita: proteggerla equivale dunque a proteggere gli esseri umani”, sostiene Willy Geiger, vice direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP).

Ben l’80% delle malattie nel Sud del mondo sono dovute alla scarsa qualità dell’acqua o alla sua insufficienza. 1.4 miliardi di persone non dispongono né di acqua potabile né d’impianti sanitari, con l’ONU che si è fissata l’obiettivo di ridurre questa cifra del 50% entro il 2015.

Uno degli scopi di questi 12 mesi era dunque quello d’informare la popolazione sull’importanza di una risorsa alle nostre latitudini fors’anche banalizzata. Ma, per tutta una serie di aspetti (salute, igiene, cibo, sviluppo, ambiente, energia…), davvero vitale.

Soddisfazione

“Il grado di sensibilizzazione della gente sulla questione è stato positivo”, valuta Christian Furrer, direttore dell’Ufficio federale delle acque e della geologia (UFAEG), secondo il quale importante è stato pure il contributo di circa 100 città e comuni che hanno organizzato attività sul tema.

A questi si aggiungono, esposizioni itineranti e una quarantina di progetti partner attuati nell’ambito di un programma d’azione concordato tra l’UFAFP, l’UFAEG e la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).

“Ora la gente è più cosciente del fatto che l’acqua è una risorsa limitata. E dunque estremamente preziosa”, continua Furrer.

Quanto c’è di concreto?

Nel corso del 2003 sono poi state realizzate periodiche analisi di mercato per valutare il grado di penetrazione dei messaggi promossi.

I risultati, secondo le autorità, sono incoraggianti. Ad esempio, mentre in gennaio soltanto il 9% degli svizzeri sapeva, in maniera spontanea, che il tema dell’anno avrebbe riguardato l’oro blu, in agosto la percentuale era cresciuta al 33%. Il 73% degli intervistati ha inoltre dichiarato di conoscere l’anno dell’acqua.

Questo quadro dipinto in maniera piuttosto positiva, sembra tuttavia mancare di concretezza. Ad esempio, come rileva Christian Furrer, “non sappiamo ancora in che misura la campagna si sia tradotta in un utilizzo più parsimonioso della preziosa risorsa”.

Strada ancora lunga

I responsabili dell’azione si dicono intenzionati a fare in modo che l’interesse per le risorse idriche resti il più vivo possibile anche dopo la conclusione dell’annata. Ma, come sottolineano all’unisono, i prossimi passi dovranno essere politici.

“Necessitiamo innanzitutto di una migliore protezione degli ecosistemi: foreste, zone umide e suolo immagazzinano l’acqua e la ridistribuiscono. Solo preservandoli possiamo garantirci l’accesso a dell’acqua di buona qualità”, rileva Willy Geiger.

Secondo il vice direttore del UFPAP occorre poi ridurre l’inquinamento delle acque dovuto in particolar modo a microagenti presenti nei pesticidi o nei farmaci che non vengono trattenuti dagli impianti di depurazione.

Bisognerà inoltre cercare di rivitalizzare fiumi e canali: e la situazione è talmente difficile che, per farlo, occorreranno decenni.

Infine, avvertono gli esperti, va prestata una maggiore attenzione agli effetti dei cambiamenti climatici. Il surriscaldamento si traduce in una maggiore quantità d’energia nell’atmosfera, ciò che può essere all’origine di catastrofi naturali più frequenti e violente.

Come, in Svizzera, hanno dimostrato i recenti casi dell’uragano Lothar (1999) o le alluvioni dello scorso anno. Oppure, al contrario, le insufficienti precipitazioni nel corso del 2003.

Un’annata insolitamente calda e secca. Paradossalmente proprio dedicata alla grande assente del torrido periodo estivo: quell’acqua che, anche in Svizzera, a dipendenza dell’evoluzione climatica e delle scelte politiche potrebbe, con il tempo, divenire sempre più rara.

swissinfo, Marzio Pescia

3 svizzeri su 4 hanno dichiarato di sapere che il 2003 era l’anno dell’acqua;
Il 51% è consapevole che l’acqua è una risorsa limitata e quindi preziosa;
Il 50% è a favore di una maggiore protezione degli ecosistemi;
Solo il 21% si preoccupa invece di una distribuzione più equa della risorsa sul pianeta.

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