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Aids: strategia di prevenzione da ridefinire

Safe sex: il messaggio non sembra raggiungere tutti Keystone

Secondo i dati pubblicati la settimana scorsa dall'Ufficio federale della sanità, nel 2005 il numero di maschi gay colpiti dall'AIDS aumenterà di più di un terzo.

In occasione della giornata mondiale contro l’AIDS, le organizzazioni omosessuali ammettono che non esistono cure miracolose per frenare l’aumento delle infezioni.

La recente impennata dei nuovi contagi ricorda da vicino quanto accaduto tre anni fa. Nonostante i tentativi delle autorità e delle organizzazioni gay di reagire introducendo degli standard minimi di sicurezza per i club gay e le saune, la tendenza non è stata fermata.

“Le idee che avevamo lanciato nel 2002 erano ottime ed ero convinto che avrebbero funzionato”, dice a swissinfo Moël Volken, direttore dell’associazione gay Pink Cross. “Ma le cose non sono andate così”.

“È ovvio che dovremo fare di più e concentrarci sugli omosessuali. Ma non sappiamo esattamente come agire, visto che non abbiamo ancora compreso dove abbiamo sbagliato”, aggiunge Volken.

Il rapido incremento delle infezioni tra gli omosessuali è in controtendenza rispetto al numero globale dei contagi, che da tre anni a questa parte è in calo.

Sesso non protetto

Le autorità temono che dietro il nuovo boom della malattia si nasconda la crescente tendenza di alcuni omosessuali ad avere rapporti sessuali non protetti con partner multipli.

“Per gli omosessuali, la probabilità d’incontrare un partner già infetto è di 30 o 40 volte superiore rispetto alla popolazione eterosessuale”, avverte Roger Staub, responsabile della sezione Aids presso l’Ufficio federale della sanità pubblica.

“In questi gruppi, il fenomeno ha dunque conseguenze molto più serie”.

Secondo l’organizzazione Aiuto Aids Svizzero, il 20% degli uomini omosessuali pratica sesso non protetto in situazioni a rischio. La percentuale è raddoppiata rispetto a 10 anni fa.

Questa banalizzazione dei comportamenti a rischio avviene mentre da più parti continuano i tentativi di promuovere il “sesso sicuro”.

Sia Pink Cross che Aiuto Aids Svizzero temono di non riuscire a trasmettere i loro messaggi alla nuova generazione di gay cresciuta credendo che, grazie al successo delle nuove terapie, l’Aids non possa più uccidere.

“La percezione dell’Aids è mutata rispetto agli anni 90. Per la nuova generazione la malattia non presenta i medesimi rischi che ha avuto per noi”, rileva Volken. “Tutti sanno che esiste ma, considerati i nuovi medicamenti, l’Aids non è viene più considerato fatale”.

Sesso sicuro

Thomas Lyssy, portavoce di Aiuto Aids Svizzero concorda nel sostenere che la malattia ha perso parte del suo “potenziale di paura” e ritiene sia giunto il momento di ridefinire i metodi per far passare i messaggi sul sesso sicuro.

Secondo Lyssy, un’opzione potrebbe essere quella di invitare gli esperti a passare più tempo nei locali frequentati da omosessuali.

La scorsa settimana, l’Ufficio federale della sanità pubblica ha annunciato che nel 2006 lancerà una campagna nazionale contro l’Aids centrata in maniera specifica sulla popolazione gay.

Da parte sua, il governo ha detto di voler fornire più informazioni sanitarie attraverso internet, nei club o nelle saune, specialmente a Ginevra, Losanna e Zurigo.

Aiuto Aids Svizzero ha accolto positivamente l’iniziativa pur segnalando che, in modo da raggiungere coloro che continuano ad ignorare i rischi di un’infezione, occorrerà sviluppare un approccio del tutto nuovo.

“Per quanto ne so, nessuno dispone della soluzione al problema”, conclude Lyssy. “Stiamo tutti cercando di collaborare e di muoverci nella giusta direzione ma la mossa miracolosa in ambito di prevenzione non è ancora stata trovata”.

Petizione per l’Africa

In occasione della giornata mondiale dell’Aids, una petizione in favore della distribuzione di medicamenti per combattere il virus in Africa è stata depositata a Palazzo federale.

Il testo munito di 25’000 firme – e lanciato un anno fa dall’Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere assiema ad una cinquantina di altre organizzazioni – chiede alla Confederazione di aumentare il suo contributo nella lotta contro l’Aids e lancia un appello alle ditte farmaceutiche perché abbandonino i loro diritti sui brevetti a protezione dei medicamenti antivirali.

Secondo il rapporto 2005 delle Nazioni Unite, l’Africa raggruppa quasi i due terzi delle persone colpite dal virus HIV.

swissinfo, Adam Beaumont
(traduzione e adattamento, Marzio Pescia)

Si prevede che quest’anno, in Svizzera, il numero di nuove infezioni tra gli uomini gay salirà del 37% (240 casi).
Nella popolazione eterosessuale i nuovi contagi sono stimati a 375, in calo del 14%.
Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica, un omosessuale su 10 è sieropositivo.

Secondo Aiuto Aids Svizzero, in Svizzera vivono circa 20’000 persone sieropositive. Ogni giorno vengono diagnosticati due nuovi contagi.

Stando ad un articolo apparso sulla SonntagsZeitung, un terzo delle giovani donne non usa il preservativo durante il primo rapporto sessuale.

Dal 2004 i fondi a disposizione delle campagne anti Aids si sono ridotti quasi della metà (oggi: 9 milioni di franchi).

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