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Alla sbarra nei Grigioni il comandante della polizia

Il comandante della polizia del Canton Grigioni Markus Reinhardt, a sinistra, all'arrivo al tribunale di Coira in compagnia del suo legale Keystone

Processo da lunedì a Coira per il comandante della polizia grigionese Markus Reinhardt, accusato di omicidio intenzionale.

I fatti contestati al comandante della polcantonale grigionese risalgono al 26 marzo del 2000, quando Reinhardt diede l’ordine di abbattere un giovane disoccupato di 22 anni che, colto da follia, si era messo a sparare all’impazzata dal balcone del suo appartamentino nel capoluogo grigionese.

Archiviazione rifiutata

Il comandante sarà difeso dal rinomato avvocato zurighese Lorenz Erni, mentre l’incarico di pubblico ministero toccherà all’ex procuratore di Zurigo Robert Akeret, incaricato del caso quale procuratore straordinario. Secondo il codice penale, l’omicidio intenzionale è punito con la reclusione non inferiore ai cinque anni.

In un primo tempo Akeret aveva deciso di archiviare il caso, giudicando che la polizia avesse agito per legittima difesa e in modo adeguato alle circostanze. Ma il 19 febbraio 2001 la Camera dei ricorsi del Tribunale cantonale, accogliendo un ricorso dei familiari della vittima, rifiutò tale decisione. Akeret ha dunque dovuto riprendere l’inchiesta.

Dieci ore di assedio

Armato di fucile d’assalto e pistola, il giovane disoccupato -macellaio di formazione- si era asserragliato nel suo appartamento al quinto piano e si era messo a sparare all’impazzata dal balcone finché non era stato abbattuto dopo quasi dieci ore di assedio da parte di una settantina di poliziotti.

In precedenza un agente era stato ferito gravemente da un proiettile ai polmoni. Un altro agente era rimasto ferito ad un braccio e aveva dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico. Lo sparatore aveva pure abbattuto un cane poliziotto.

Intervento contestato

I familiari della vittima ritengono che l’ordine di uccidere fu dato in modo affrettato. Vi erano alternative: il tiratore scelto della polizia, che colpì il disoccupato alla testa da una distanza di 54 metri, avrebbe potuto mirare ad una spalla.

Le forze dell’ordine avrebbero potuto tentare di neutralizzare lo scalmanato facendo uso di gas lacrimogeni. Si sarebbe anche potuto cercare di ricondurre il folle alla ragione, mettendolo in contatto con i suoi famigliari. Il comandante Reinhardt, in questi mesi, ha rifiutato di rilasciare qualsiasi dichiarazione: parlerà solo in aula.

swissinfo e agenzie

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