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Altri soldi per l’Expo

Per le finanze dell'Expo.02 le acque sono meno calme di quelle che circondano il Monolite di Jean Nouvel a Morat, una delle stazioni della manifetsazione Keystone

Il governo chiede 120 milioni in più per superare le difficoltà finanziarie dell'esposizione nazionale.

L’Expo.02 accusa un deficit di 269 milioni di franchi ed il Consiglio federale sollecita in suo favore un credito aggiuntivo di 120 milioni e la trasformazione in mutuo delle garanzie di deficit di 58 milioni di franchi.

Già nel dicembre scorso la situazione finanziaria dell’esposizione nazionale faceva prevedere un deficit per questa primavera e veniva prevista la concessione di un credito supplementare destinato a coprire la mancanza di liquidità di Expo.02.

Per non rischiare la chiusura

Il motivo risiede nel fatto che i problemi di budget e di liquidità “non possono essere risolti né con una riduzione delle spese, né con un finanziamento da parte delle banche”, scrive il Consiglio federale nel messaggio al parlamento che concerne il credito aggiuntivo. E precisa: “Se non vogliamo correre il rischio di dover annullare l’esposizione nazionale alla vigilia della sua apertura, la Confederazione deve dare un sostegno finanziario supplementare”.

L’idea di tenere un’esposizione nazionale all’inizio del nuovo millennio ha occupato negli ultimi anni governo e parlamento. Le grandi linee del progetto e gli adattamenti successivi richiesti dai problemi legati alla sua realizzazione sono stati oggetto di decisioni legislative nel 1996 e nel 1999. Particolarmente gravi si sono rivelati tali problemi dopo le dimissioni, in successione, della direttrice artistica Pipilotti Rist, della direttrice generale Jacqueline Fendt e del presidente del Comitato direttivo, il neocastellano Francis Mathey.

La diffidenza degli sponsor

Il costo dell’esposizione (inizialmente programmata per il 2001 e poi rinviata al 2002) era stato fissato dapprima ben al di sotto del miliardo e 439 milioni previsto ancora nel 2000, salito poi nell’anno successivo a un miliardo e 543 milioni di franchi. La Confederazione doveva partecipare con un contributo di 180 milioni, un primo prestito di 130 milioni, un secondo prestito di 300 milioni, una garanzia di 58 milioni contro un eventuale deficit, e un finanziamento di 50 milioni per i progetti della Confederazione stessa, per un totale di 718 milioni di franchi.

I preventivi hanno preso a saltare uno dopo l’altro, fino a far temere il naufragio dell’iniziativa, per diverse ragioni: difficoltà tecniche e ambientali, ritardi e incertezze nella valutazione e nella scelta dei progetti espositivi, diffidenza dei potenziali sponsor. Il contributo di quest’ultimi, inizialmente previsto intorno agli 800 milioni di franchi, dopo il rapporto Hayek (molto critico) del settembre 1999 era stato stimato sui 454 milioni nel budget del 2000 e poi ridotto a 383 milioni nell’ultimo preventivo del dicembre scorso. Attualmente, i contributi effettivamente assicurati dagli sponsor sono 329 milioni, di cui 308 in base a contratti e 21 per mezzo di lettere d’intenti.

Tra rallentamento congiunturale e benefici all’economia

Anche le entrate complessive sono state quindi conseguentemente ridotte: dal miliardo e 401 milioni ancora previsti nel 2000 si è passati al miliardo e 274 milioni del preventivo di dicembre 2001. Rimane tuttavia un saldo negativo di 269 milioni (1’543 milioni d’uscite meno 1’274 milioni di ricavi preventivati), per il quale l’attuale direzione di Expo.02 ha chiesto ancora aiuto a Berna, anche perché a tale cifra vanno aggiunti altri 222 milioni dovuti al calcolo dei rischi. Si arriva così ad un fabbisogno di 491 milioni, coperto solo parzialmente dal secondo prestito di 300 milioni e dalla garanzia di 58 milioni assicurati finora dalla Confederazione.

Sulla base delle cifre presentate, la direzione di Expo.02 valuta perciò che, dopo un certo numero di misure (gestione dei crediti, incasso anticipato dei ricavi, raddoppio degli sforzi di prevendita), la mancanza di liquidità per la primavera di quest’anno sia di 120 milioni di franchi, che potrebbero ancora aumentare nella seconda metà dell’anno.

Il Consiglio federale ha ritenuto comunque di dover coprire questa urgenza con un altro credito, considerato che, da un lato, la degradazione delle entrate è dovuta al rallentamento congiunturale subentrato dopo l’11 settembre 2001 e ai problemi di Swissair, e che, d’altro lato, le ripercussioni dell’esposizione nazionale sull’economia sono valutate da uno studio dell’Università di Neichâtel in 2,2 miliardi di franchi.

Silvano De Pietro

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